ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Leonardo Da Vinci di Bologna (BO) - 3C

Educazione sessuale, un aiuto per crescere

Il progetto, particolarmente apprezzato dagli studenti, ha l’obiettivo di espandere le conoscenze riguardo alla loro intimità

«W L’amore» è un percorso basato su relazioni e sessualità. E’ ispirato al progetto «Long live love» attivo da 25 anni nei Paesi Bassi. E’ finanziato dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l’Università di Bologna e dal 2014 è attivo in tutta la Regione. E’ realizzato dallo Spazio Giovani delle Aziende Sanitarie Locali. E’ destinato agli studenti tra i 13 e i 14 anni delle scuole secondarie di primo grado, ad adolescenti dei gruppi educativi extrascolastici, alle loro famiglie e agli insegnanti.

Questo progetto è stato attivato in quanto è importante che gli adulti parlino di affettività e sessualità con ragazzi e ragazze, che li accompagnino nella crescita, in particolare i genitori, gli insegnanti e gli educatori.

Durante il percorso viene utilizzato un opuscolo contenente 7 unità, le prime 6 vengono approfondite a scuola con gli insegnanti in circa 15 ore. La settima viene affrontata presso il Consultorio di Bologna, con i vari professionisti dello Spazio Giovani. Le unità trattano dei cambiamenti legati all’adolescenza, degli stereotipi, delle relazioni e della violenza che esse possono implicare, dei rapporti sessuali sicuri e del relazionarsi online.

Prima dell’inizio del percorso gli insegnanti coinvolti sono tenuti a partecipare ad un corso di formazione sui contenuti che affronteranno con i ragazzi, si prevede anche un incontro con i genitori per approfondire i temi della relazione con i propri figli.

Il progetto ha come obiettivi quelli di espandere le conoscenze dei ragazzi riguardo alla loro intimità e alle loro emozioni, sostenerli favorendo il benessere fisico, psichico e relazionale e prevenire i rischi connessi ad una sessualità poco consapevole, che può portare gravidanze inattese o malattie sessualmente trasmissibili.

Li aiuta a potenziare le Life Skills e a conoscere servizi a lo-ro dedicati. Fa ragionare le persone coinvolte sulle differenze tra i ragazzi e le ragazze, sulle diversità di valori e principi in materia di sessualità, sulle evoluzioni dei rapporti dei ragazzi e delle ragazze durante la loro crescita e sul modo in cui affrontano le differenze sociali, culturali e religiose, di sessualità e di relazioni.

3C: Beccalli Mattia, Borghi Patrick, Cavina Greta, Cioni Sveva, Coliva Caterina, Colombo Federico, Costanzo Andrea, Dai Matteo, Di Cagno Sveva Allegra, Dibernardi Pietro, Gamberini Sofia, Masotti Ingrid, Mellini Alessia, Minarini Alessandro, Modonesi Marco, Omrani Israa, Onofri Leonardo, Pasi Angelica, Pavani Gianluca, Polmoni Valentino, Potec Luca, Querena Lorenzo, Tariq Azan, Charmian Dimple. Prof.ssa Chiara Casadei.

 

A proposito di amore, abbiamo scelto di intervistare Nicoletta Landi, che è antropologa borsista proprio presso lo Spazio Giovani di Bologna. E’ stata per noi l’occasione non solo per imparare qualcosa di nuovo e interessante, ma riflettere sulle relazioni e la sessualità in questo nostro percorso di crescita.

Perché secondo lei questo progetto è importante? «E’ un’occasione per i ragazzi di discutere e dibattere ed è un modo diverso per comunicare fra adulti e giovani. Inoltre è importante rispondere ai quesiti dei giovani riguardo questi argomenti».

Perché ha deciso di aderire? «In realtà sono stata tra le creatrici del progetto e di questo sono fiera. Abbiamo deciso di costruirlo per creare un’educazione all’affettività che sia più chiara e graduale possibile».

Questo progetto potrebbe rivelarsi utile anche per gli adulti? «Coinvolge già molti adulti. Sicuramente è molto utile perché li aiuta a comprendere meglio i bisogni degli adolescenti».

Quali sono i quesiti più frequenti che le vengono posti? «Le domande sono molte. Spesso riguardano il cambiamento del corpo, i conflitti a casa, la contraccezione, l’orientamento sessuale, le prime esperienze ma anche il primo amore».

Qual è il consiglio che dà ai giovani che si trovano in difficoltà e che visitano il consultorio? «Il consiglio è di parlarne. Bisogna rivolgersi a un adulto di riferimento che sappia aiutare e dare consigli, tra questi vi sono anche le psicologhe o i professionisti dello Spazio Giovani».

C’è imbarazzo da parte di chi si rivolge al consultorio? «A volte l’imbarazzo c’è, ma è normale perché si parla di argomenti privati e delicati e, proprio per questo motivo, cerchiamo di accogliere, mettere a proprio agio e ascoltare senza giudicare».

 

Riguardo il progetto «W L’Amore», all’inizio credevamo che sarebbe stato il tipico progetto noioso durante il quale nessuno avrebbe espresso la propria opinione. Invece è stato interessante perché ha trattato argomenti di cui non si parla a scuola e dei quali si dovrebbe discutere di più. A volte ci siamo trovati in situazioni imbarazzanti, dialogando con i professori di questi temi così personali, ma è stato anche divertente confrontare punti di vista differenti su argomenti che vanno fuori dall’ordinario. Il progetto ci ha fatto riflettere e abbiamo potuto conoscere i professori in modo diverso, fuori dal tradizionale lavoro scolastico. È stato utile che l’attività fosse integrata da un libricino illustrato, su cui abbiamo avuto l’opportunità di leggere consigli e commenti dei nostri coetanei, con i quali abbiamo potuto identificarci. Questa esperienza è stata molto utile e costruttiva e abbiamo appreso molto: ci ha fatto riflettere su alcuni aspetti della sessualità e sugli stereotipi che sono ancora fortemente presenti nella società. Consigliamo questo progetto perché crea consapevolezza tra i giovani e li informa sui vari aspetti dell’amore, in tutte le forme che questo può avere. 

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