ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Dante Arfelli di Cesenatico (FC) - 2A

«Costruiamo scuole per i bimbi in Etiopia»

Il referente del gruppo ’Africa’ Rolando Filonzi racconta che con la raccolta di 3 tonnellate e mezzo di tappi di plastica si ricavano 900 euro

Rolando Filonzi, referente del gruppo ’Africa’, come vi è venuta l’idea di raccogliere i tappi di plastica? «Lo spunto nel 2018 è arrivato osservando le altre associazioni che raccoglievano tappi a scopo benefico, ad esempio per acquistare carrozzine per disabili, o cibo per i cani dei canili. Abbiamo cercato una ditta disposta ad acquistare i tappi raccolti. In quel periodo, eravamo già impegnati con il progetto ’Adotta il diritto allo studio di un bambino’ pensato da Padre Bernardo Coccia (da 30 anni missionario in Etiopia) per riuscire a mandare a scuola i bambini. L’esperienza è andata molto bene e attualmente, grazie alla raccolta dei tappi, assicuriamo il diritto allo studio di cinque bambini».

Perché raccogliere proprio i tappi? «Innanzitutto, i tappi sono fatti con una plastica dura, ’pregiata’ richiesta dal mercato. Inoltre, raccogliere i tappi significa toglierli dall’ambiente, e ricavarne oggetti utili senza produrre nuova plastica. Siamo inondati dalla plastica e ce ne accorgiamo anche durante i nostri viaggi in Africa».

Da dove prendete i tappi? «Da tante realtà, tra cui anche la vostra scuola. Proprio ieri ci è arrivato un grosso carico di tappi da Faenza».

Quanti volontari ha la vostra associazione? «Siamo una quindicina effettivamente operativi. In 4 o 5 lavoriamo con una certa frequenza. Gli altri sono soprattutto giovani che si alternano a seconda del tempo. Alcuni di questi ragazzi sono venuti in Africa con noi».

Quanto avete ricavato con i tappi quest’anno? «Circa 900 euro per 3.5 tonnellate di tappi, che permettono di ’adottare’ il diritto allo studio di 5 bambini in Etiopia per un anno. Presto incontrerò questi bambini perché a breve partirò con altri ragazzi e staremo in Etiopia venti giorni. Visiteremo i progetti e faremo foto da mostrare a tutti quelli che hanno contribuito».

Il gruppo Africa raccoglie solo i tappi? «No. In realtà, la maggior parte dei fondi arrivano dalla raccolta di altri tipi di materiali che vanno dal ferro, agli abiti usati, alla carta, a vecchi elettrodomestici. Raccogliamo e poi vendiamo materiali di tutti i tipi, soprattutto nel corso del campo di lavoro missionario a Bellaria».

Quante scuole avete costruito in Etiopia? «Diverse. La più grande si trova ad Herero in Etiopia e ospita circa 250 alunni: ha dieci aule, gli uffici, i bagni, l’acqua corrente.

Dietro la scuola c’è un campo immenso, dove viene piantato il grano e con la vendita del raccolto la scuola si autofinanzia.

Questa scuola è riconosciuta dal governo etiope, quindi i ragazzi vengono portati fino all’ottava classe e poi possono proseguire regolarmente con le superiori. Abbiamo anche costruito cinque piccole scuole rurali in villaggi sperduti, dove i bambini imparano le prime nozioni per poter poi essere iscritti alla scuola dello stato. In Etiopia per accedere alla scuola primaria bisogna già sapere leggere e scrivere e bisogna anche pagare. In queste nostre scuole che sono completamente gratuite, noi tendiamo ad accogliere tante femmine quanti maschi. Questo è molto importante perché in genere, le famiglie hanno molti figli e dovendo pagare la scuola statale, non possono permettersi di mandare a scuola tutti i figli e scelgono sempre i maschi, perché le femmine ’servono’ per cucinare e raccogliere la legna».

Nella foto: Rolando Filonzi, referente del ’Gruppo Africa’ Classe II A della scuola media Dante Arfelli di Cesenatico

I ragazzi della scuola media di Cesenatico si impegnano nella raccolta di tappi di plastica a beneficio di un progetto scolastico in Etiopia. Per raccogliere i tappi la scuola ha posizionato un raccoglitore nell’istituto. Con 190 euro, in Etiopia che è un paese poverissimo, un ragazzo può andare a scuola, avere un pasto caldo al giorno e un cambio di vestiti mensile. Per guadagnare anche solo 10 € con la vendita dei tappi ci vuole impegno e dedizione.

Un tappo economicamente vale pochissimo: sono necessari circa 570 tappi per raggiungere un chilogrammo e guadagnare 25 centesimi. Tutti i tappi di plastica sono adatti: quelli delle bottigliette dell’acqua, di detersivi, bagnoschiuma, shampoo, creme, dentifrici, penne.

 

Gli studenti della II A della scuola ’Dante Arfelli’ hanno intervistato Mirco Bersani, titolare della ditta ’Logicas’ di Gatteo, che produce cassette per l’ortofrutta a partire da plastica riciclata.

Bersani quanti tappi ci vogliono per produrre una delle vostre cassette? «E’ difficile quantificare il numero preciso dei tappi. Possiamo dire che una cassetta pesa circa 400 grammi e ci vorranno almeno un centinaio di tappi» .Qual è il procedimento per cui dai tappi si ottiene una cassetta? «I tappi vengono immessi in un macchinario, che si chiama macinatore, che li riduce in scaglie di 7-8 millimetri. Queste scaglie vengono passate in un’altra macchina che le fonde; poi questo fluido viene iniettato in uno stampo da cui esce la sagoma della cassetta».

Le cassette si possono riciclare nuovamente? «Certo, si possono riciclare all’infinito. Noi non produciamo plastica, acquistiamo plastica e lavoriamo solo con plastica riciclata da cassette, tappi, sedie da giardino e così via. Usiamo solo un 2% annuo di materiale vergine perché alcuni clienti hanno esigenze particolari sui colori e quindi dobbiamo partire da plastica neutra trasparente. È importante il riciclo, perché è fondamentale per rispettare l’ambiente. La plastica è un materiale indistruttibile; non ha senso produrne di nuova, si può semplicemente riciclare e dare nuova vita a oggetti in plastica che non si usano più e finirebbero in discarica».

I tappi vengono suddivisi per colore? «Produciamo cassette monocolore grigio scuro, e quindi non abbiamo bisogno di dividere i tappi per colore. Basta un 20% di tappi neri e il colore finale sarà nero a prescindere dal resto dei tappi. Il nero prevale nettamente sugli altri colori».

Quali usi hanno le vostre cassette? «Le cassette vengono usate soprattutto per il trasporto dell’ortofrutta. I nostri clienti sono principalmente aziende agricole, ma anche la grande distribuzione. Serviamo anche aziende che lavorano con i prodotti biologici, perché per loro è ancora più importante dimostrare che usano solo imballaggi riciclati».

Qual è la quantità minima di tappi che accettate? «Non c’è un limite. Potete venire qua anche con 2 chili di tappi. Noi li pesiamo e vi diamo i soldi. E’ chiaro che c’è un problema di convenienza, perché è un materiale che non ha molto valore, quindi sotto certe quantità non vale la pena fare il viaggio».

E quanto pagate un chilo di tappi? «Per un chilo di tappi, paghiamo 25 centesimi».

Nella foto gli studenti di II A

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