ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Montefortino di Montefortino (FM) - 2C

Fortunato Duranti: un artista geniale tra i Sibillini

Il montefortinese, vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo e a cui è intitolata la Pinacoteca, donò al suo paese natio tutti gli averi

Abbiamo approfondito la figura di Fortunato Duranti, artista montefortinese, vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Negli anni di scuola, abbiamo conosciuto autori e pensatori provenienti da ogni parte del mondo, ma a pensarci bene, l’arte e le grandi opere non devono essere solo cercate lontano, poiché vi sono spaccati di vita e di creazione estremamente vicini a noi, che celano una profonda ricchezza. Questo ragionamento ci ha portati ad indagare la storia del nostro paese, Montefortino, e a scoprire Fortunato Duranti, l’uomo cui è intitolata la Pinacoteca Civica. ‘Pittore di genio stravagante, nei dipinti peritissimo’: così recita un’iscrizione dedicatagli dai concittadini, nella quale si legge la grandezza di questo artista, caratterizzato da estro e innovazione.

Nato a Montefortino nel 1787 da genitori artigiani, Duranti dimostrò, fin dalla giovane età, particolari abilità artistiche, studiò e praticò la pittura a Cupramontana (vicino Jesi) e sui vent’anni decise di tentare la carriera artistica a Roma.

Una serie di eventi infausti, tra i quali l’invasione delle truppe napoleoniche nella capitale e l’arrivo di artisti d’oltralpe, non gli permisero di inserirsi a Roma; in quel periodo, non ebbe committenze, realizzò dei bozzetti per uso personale e ripiegò sul mercato dell’antiquariato, la compravendita di oggetti del passato. In occasione di un suo viaggio in Germania, venne accusato di essere una spia e incarcerato. In seguito a questa traumatica esperienza e al fallimento delle sue aspirazioni artistiche, Duranti mostrò segni di squilibrio psichico e un’intima irrequietudine, che faceva confluire nel disegno, come forma di liberazione. Il pittore nel 1840 tornò definitivamente a Montefortino, dove morì nel 1863.

Duranti decise quindi di donare al Comune del luogo natio tutti i suoi averi, compresi dipinti, stampe, disegni e oggetti di grande pregio. Grazie ad una simile generosità, la comunità di Montefortino si trovò, in anticipo sui tempi, nella condizione di possedere virtualmente la prima Pinacoteca pubblica delle Marche. Quello che era virtuale divenne reale e la Pinacoteca Civica, intitolata all’artista, venne inaugurata il 31 maggio 1997 nella sede di Palazzo Leopardi. Il patrimonio acquisito permise a Montefortino di varcare i confini regionali e nazionali. L’artista non ha donato solo la sua arte al paese d’origine, ma tutta la sua anima.

 

Abbiamo intervistato il prof Enrico Giannini, artista ed ex docente dell’ Omnicomprensivo di Amandola. Chi ha scoperto la grandezza di Duranti? «Alla morte, i concittadini non conoscevano quasi nulla del suo lavoro, essendo vissuto all’estero molti anni. Cercarono informazioni sul suo conto e sul suo passato da collezionista. Duranti realizzò poche tele, ma innumerevoli disegni, che sono sparsi in tutto il mondo. Nei primi anni del ‘900 Roberto Longhi, storico e critico d’arte, si recò a Fermo per autenticare una Pala attribuita al Rubens, allora conservata nella Biblioteca dei Conti Maggioni e all’interno di alcuni volumi, trovò dei disegni di Duranti. Da qui iniziò la rivalutazione dell’artista montefortinese. Senza l’intervento di Longhi, probabilmente, Duranti sarebbe un illustre sconosciuto».

Quanto è cambiata la pittura di Duranti negli anni? «Duranti passa da uno stile accademico, religioso ad uno progressivamente più romantico e visionario. Nel famoso ‘Autoritratto’ si ritrae come un artista romantico, con alle spalle uno scenario notturno e nebuloso.

Le pennellate sono rapide, volitive. Dagli occhi si intravede una vena di follia e i capelli bianchi fanno trasparire l’età avanzata dell’artista. Quello della notte è un tema caro al romanticismo, il momento più riflessivo della vita dell’uomo».

Cosa rappresenta la Pinacoteca ‘Fortunato Duranti’ per il turismo di Montefortino e quando verrà riaperta al pubblico? «Dato il valore inestimabile delle opere contenute, la stampa ha definito la Pinacoteca ‘il piccolo Louvre dei Sibillini’; nel corso del tempo, ha richiamato molti visitatori, esperti d’arte e turisti. A causa del terremoto, da diversi anni, è chiusa al pubblico ma sono in corso i lavori di restauro. Il mio augurio è che la riapertura sia prossima».

 

Montefortino è uno dei borghi più suggestivi dei Sibillini. Il suo centro storico di origine medievale fa respirare un’atmosfera all’insegna del passato, della tradizione e della magia. Un passato costellato di gente dedita alla lavorazione della lana e dell’artigianato. All’orizzonte si stagliano irti monti, cristalline sorgenti e lussureggianti boschi; racchiudere questo magnifico scenario in un’unica parola sarebbe riduttivo, ma una ce ne viene in mente: fortuna. La nostra fortuna di essere nati in questo posto meraviglioso, ricco di storia e incanto. Un luogo in cui un uomo, artista geniale, ha deciso di donare la sua arte e se stesso ai suoi concittadini e alla sua terra natia. Comprendiamo come, a distanza di tantissimi anni, l’arte continui ad affascinare intere generazioni, che vedono nei quadri e nelle opere la natura umana, con tutte le sue grandezze e anche tutte le sue contraddizioni. Ci torna in mente un’affermazione della scrittrice Joanne Harris: ‘un paese non è semplicemente un paese. Le case non sono solo luoghi in cui si vive. Tutto appartiene a tutti.

Tutti appartengono a tutti gli altri. Anche una sola persona può fare la differenza’. Quella persona è stata Fortunato Duranti.

LA REDAZIONEI cronisti della classe II C della scuola media di Montefortino, coordinati dalla prof Laura Villa. Classe II C: Claudio Ciaffaroni, Michele Cruciani, Eleonora Ferraresi, Sveva Montuori, Aurora Orazi, Nicole Sciamanna, Marco Scoccia e Mariachiara Tizi. Gli studenti hanno dedicato gli articoli alla valorizzazione del loro paese di nascita e residenza, che è Montefortino, a partire dall’orgoglio condiviso nel ricordare il concittadino artista Fortunato Duranti, vissuto tra il XVIII e XIX secolo. Gli studenti hanno riportato alla luce il valore della sua vita, della sua arte e la sua intitolazione della Pinacoteca civica. Sullo stesso tema, hanno riportato un’intervista al prof Enrico Giannini e il suo auspicio all’imminente riapertura della Pinacoteca, ancora chiusa a causa del terremoto.

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