ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Fagnani di Senigallia  (AN) - 2D - 2F

Il coraggio e le paure di Falcone

L’insegnamento del magistrato ai giovani: bisogna sempre avere la forza di fare la cosa giusta

A 30 anni dalla morte del giudice Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia nel 1992 nell’attentato di Capaci, uno spettacolo della Compagnia Teatro dell’Orsa, ha portato in scena al teatro la Fenice di Senigallia, lo scorso 15 marzo, la vita e i sentimenti più intimi dell’uomo Falcone.

Gli attori Bernardino Bonzani a Monica Morini hanno presentato agli studenti delle scuole medie di Senigallia lo spettacolo intitolato «Giovanni Falcone, Un Uomo», in programma nella 39ma Stagione teatrale di ATGTP.

La narrazione intensa, profonda ha portato alla luce l’aspetto più umano e nascosto del giudice: il suo estremo coraggio, ma anche le sue paure, la sua solitudine, e il suo grande amore per la moglie Francesca, amore vissuto «sotto scorta». «Mafia», «Cosa Nostra», «il carciofo»: sono queste le espressioni utilizzate per definire l’organizzazione criminale che il giudice ha combattuto per tutta la sua vita, con grande determinazione e forte senso delle istituzioni, tra sconfitte e vittorie, tra soddisfazioni (il maxiprocesso) e le bugie che hanno infangato il suo nome e il suo lavoro fino ad ucciderlo.

La mafia, «una parola dal suono dolce quasi come mamma», co-me sottolinea in un passaggio Monica Morini, ma crudele e spietata, ha tolto all’uomo Falcone tanti cari amici e colleghi che lo hanno accompagnato nella ricerca della giustizia, come Pio La Torre e altre persone attorno a lui, infliggendogli grande sofferenza, senza mai allontanarlo però, dalle sue convinzioni e dalla ricerca della verità. Falcone ci ha insegnato, infatti, che bisogna sempre avere il coraggio di fare la cosa giusta e di ribellarsi di fronte alle ingiustizie e per rendere il mondo un luogo più onesto e civile. «Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini».

Questo è il grande insegnamento che Falcone ci ha lasciato e il motivo per il quale la forza delle sue idee continua ad essere trasmessa a tutti noi, anche con spettacoli come questo, dall’atmosfera molto intensa. Ad accompagnare la forza di questa narrazione, la musica al pianoforte di Cavalleria Rusticana di Mascagni e brani di Astor Piazzolla, suonati da Gaetano Nenna.

Uno spettacolo che offre un punto di vista molto personale di Falcone uomo, non sempre facile da cogliere in tutti i suoi aspetti da un pubblico molto giovane come lo siamo stati noi, ragazzi e ragazze di seconda e terza media, ma diverso dal solito, e per questo, stimola a riflettere e a ricercare ogni dettaglio della vita del giudice e della storia del nostro paese.

Alice Garattoni IIF

 

Si sono conclusi anche per quest’anno gli incontri online con il dottore Cesare Tassinari. Ai ragazzi delle classi 2A e 2F della scuola «Giulio Fagnani» di Senigallia è stata proposta una lezione sull’Economia-mondo nel 1600, definito «il secolo olandese» e del declino spagnolo ma anche dell’ascesa francese e della consolidazione britannica in un mondo, per così dire, «globalizzato» ante litteram.

Dalla fine del Cinquecento le rotte commerciali percorrono tre oceani: le scoperte geografiche e la rivoluzione del commercio marittimo in Europa sono alla base della nascita di potenze mondiali e della valorizzazione di merci e prodotti che fanno la loro fortuna. In Europa arrivano le spezie dall’Indonesia e l’oro e l’argento dall’America. L’Olanda poté sfruttare la propria collocazione strategica quando i commerci si spostarono dal mar Mediterraneo all’Oceano Atlantico: le due Compagnie delle Indie fondate nel ‘600 importavano zucchero, pellicce, caffè e spezie.

Dal 1590 al 1650 la Repubblica delle Sette Province Unite divenne un impero mondiale. Il professor Tassinari inoltre ha spiegato alle classi come anche i coloranti fossero una merce rara. L’Olanda dominava il commercio del blu indaco, ad esempio, colorante vegetale per eccellenza che derivava dall’India e si usava all’epoca soprattutto nel settore tessile, dell’inchiostro di China, detto anche inchiostro cinese, usato per la scrittura, il disegno e la pittura proveniente dall’Oriente (Cina e India), della cocciniglia proveniente dal Messico, ricavato dall’omonimo in-setto. L’importazione dei coloranti diede un forte impulso all’arte olandese tanto da essere definita «pittura del secolo d’oro».

Lo storico ha ricordato a questo proposito la celebre «Ragazza con l’orecchino di perla» di Vermeer che utilizzò quattro diversi blu (Blu Guado, Indaco, Blu di Sassonia e Blu lapislazzuli) per realizzarne il turbante.

Con l’incontro del dottor Tassinari si è concluso il percorso didattico interdisciplinare che ha visto coinvolte le docenti di Lettere, Scienze, Arte e Lingue straniere. Il lavoro, anche se impegnativo, è stato molto interessante perché ci ha permesso di affrontare in maniere molto approfondita il concetto di «Economia-mondo» delineato dallo storico francese Fernand Braudel.

Emma Petrini e Pietro Barbaresi IIF

 

Nello scorso mese le classi seconde della scuola «Fagnani» sono andate a Pesaro per visitare la Sonosfera.

Collocata nei Musei Civici della città, la Sonosfera è un’istallazione mobile unica al mondo, tanto da meritare la tutela Unesco.

È una stanza a forma di sfera, dotata di 45 altoparlanti equidistanti dal centro. Le sedute sono disposte ad anfiteatro. Una volta seduti ecco che arriva la sorpresa: vengono spente tutte le luci e isolati tutti i rumori esterni, per creare un’atmosfera di calma e quiete interiore. Solo così, infatti, si possono godere pienamente i suoni della natura, che sono stati registrati nelle foreste più antiche della Terra, come quella amazzonica. Ma molte di queste voci fantastiche rischiamo seriamente di non sentirle più, perché appartengono a specie in via d’estinzione. La visita alla Sonosfera, dunque, è anche un modo per metterci davanti alle prove del cambiamento climatico, facendo riflettere sugli effetti dell’inquinamento che inizia dalle piccole cose: una gomma da masticare, una bottiglia di plastica possono fare più danni all’ambiente di quanto si possa pensare. Alla fine sugli schermi compare un conto alla rovescia che ha molto colpito gli studenti: ci sono poco più di sette anni ancora per poter intervenire sul cambiamento climatico e contenere il riscaldamento globale entro limiti ancora accettabili, tali cioè da non accelerare l’estinzione di così tante forme di vita.

Federico Bartoloni, Mattia Moschini e Davide Terzetti IID

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