ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Berti di Prignano (MO) - 2A - 2B - 3A

A scuola fuori dalle aule: non ci ferma Nettuno

L’importanza delle gite. Sosta a Bologna a causa della ferrovia verso Napoli bloccata, ma abbiamo imparato una lezione: mai arrendersi

Tutti lo sappiamo: durante l’anno scolastico, i momenti più attesi dagli studenti sono quelli delle gite.

Che si tratti di uscita didattica o viaggio d’istruzione, di uno o più giorni, rimangono sempre gli eventi più attesi e che non scorderemo mai.

Sono un modo diverso per imparare e per stimolare la nostra curiosità. La storia, l’arte e le altre discipline si imparano molto di più vivendole che studiandole solo sui libri.

Apprendere concretizzando la cultura è bello.

L’aspetto più significativo delle gite però, per noi, è quello della socialità. La gita è il momento perfetto, ideale, per rafforzare amicizie o scoprirne e crearne di nuove.

Per noi ragazzi poi, che non sempre abbiamo la possibilità di viaggiare insieme, è anche un modo per imparare a vivere nel mondo senza i nostri genitori e ad adattarci a diverse situazioni, talvolta anche impreviste.

E, parlando di imprevisti… Il 20 aprile siamo partiti presto, da Prignano, con un bus diretto alla stazione ferroviaria di Bologna, per una gita a Napoli. Non immaginavamo cosa ci stesse attendendo.

Arrivati abbiamo scoperto che un treno merci, deragliato a Firenze, bloccava il passaggio agli altri treni, compreso il nostro. Ok, PANICO! Pensavamo di tornare tutti a casa, invece i prof. hanno saputo gestire la situazione con calma e positività, impartendoci un’importantissima lezione, dal vivo, sul momento: anche se qualcosa va storto, non bisogna arrendersi e lasciarsi abbattere! Così alcuni docenti si sono letteralmente attaccati allo sportello delle informazioni fino a quando non hanno trovato un altro treno che ci scariolasse a Napoli, gli altri ci hanno portati in giro per Bologna, una città bellissima da visitare. Alle 13:20, in men che non si dica, siamo riusciti a partire! Appena scesi dal treno già si respirava aria di mare, purtroppo causa il ritardo non siamo riusciti a vedere del tutto Pompei.

Il giorno seguente ci aspettava il centro di Napoli.

Striscioni e addobbi bianco celesti ci hanno accompagnati durante la camminata attraverso il Chiostro di Santa Chiara, la piazza del Plebiscito, la reggia di Napoli, i quartieri Spagnoli, con il caratteristico murales di Maradona, e altrove. Il tutto condito con una squisita pizza fritta da Zia Esterina Sorbillo e una sfogliatina da Scaturchio, un micro bar zeppo di ghiottonerie indicibili. Rientrati in hotel, abbiamo trascorso la nostra ultima notte in terra Campana. La mattina seguente ci siamo rifatti gli oc-chi con la Reggia di Caserta.

La nostra permanenza a Napoli, a questo punto, era terminata e siamo rientrati senza alcun imprevisto a casa, arricchiti da un sacco di risate, di bei momenti e di una nuova consapevolezza: a noi, non ci ferma Nettuno!!!

Classi IIA, IIB, IIIA IC Berti di Prignano

 

Il 27 aprile, siamo andati al Caseificio San Lorenzo di Prignano. Una struttura, ampliata, ammodernata e inaugurata il 14 maggio 2022, all’avanguardia per l’attenzione al risparmio energetico e per il contributo occupazionale. Una casara ci ha mostrato come si fanno il Parmigiano e la ricotta. Durante il percorso abbiamo avuto l’opportunità di intervistare una forma di Parmigiano Reggiano. E’ vero che contieni latte, sale e caglio, senza conservanti?  «Certo, sono un prodotto sano e commercializzato in tutto il mondo. Fra un mese sarò a Tokyo per un banchetto con l’Imperatore».

Quanto tempo passi nel caseificio? Come ti trattano? «Dipende, dai 12 ai 36 mesi. Mi trattano benissimo, ogni tanto mi danno dei colpetti per vedere se ho digerito, mi ascoltano finché non faccio il ruttino, poi mi lavano, mi parlano, sto sempre in compagnia! Ieri ho conosciuto una ricotta molto Bio.

Qui sì che si va sulla qualità!».

Sai che sarai mangiato… 

«Spero sia così per tutti, è il ciclo naturale. Poi lo sai che noi siamo quello che mangiamo, quindi io sarò sempre parte di te e tu, forse, di un bruco!»

.Classi IIA e IIB

 

Il fallimento delle economie tradizionali è un dato ormai certo, basti vedere la quantità di rifiuti prodotti, l’incapacità umana di gestirli e quanto in pochi siano sempre più ricchi mentre in molti diventino sempre più poveri e sempre di più. Le economie lineari non hanno più ragione di esistere, faticano a resistere. Ora con l’invenzione dell’obsolescenza programmata potranno crescere ancora un po’, ma quanto? E fino a quando? Occorre una rivoluzione dolce, un’alternativa al sistema dei valori della crescita illimitata, un vivere meglio consumando meno, una decrescita economica volta a sviluppare innovazioni e sistemi economici che diminuiscano il consumo di risorse, l’inquinamento e i rifiuti prodotti. Occorre una nuova visione, un’economia circolare che riduca i rifiuti e che li trasformi in beni. Occorre ridurre, riusare, recuperare, riciclare e infine ma non per ultimo rigenerare, anzi tutto, il nostro pianeta.

Classi IIA e IIB

 

Giovedì 23 marzo noi classi 2B e 2A siamo andate allo Stadio Braglia per fare un incontro con i calciatori del Modena FC.

Dopo esserci seduti abbiamo intervistato un Centrocampista, Fabio Gerli, col quale ci siamo fatti delle foto e che ci ha firmato autografi. Poi ci hanno fatto fare un giro per mostrarci le targhe accanto agli ingressi. Una racconta a chi è dedicato lo stadio di Modena che, come ha spiegato la nostra ’guida’, non è stato dedicato ad un calciatore, come molti pensano, ma alla memoria del ginnasta Alberto Braglia. Poi abbiamo visto l’inizio degli allenamenti. È stata un’esperienza unica.

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