ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Ezio Comparoni di Bagnolo (RE) - 3C - 2E

Emergenza idrica: fenomeno con cui convivere

Ridurre i consumi, usando lavatrici e lavastovigli a pieno carico o misurando il rubinetto, è diventato quantoma fondamentale

Mi trovo a scrivere un testo sull’emergenza idrica oggi, nel 2023. La domanda che mi pongo è: come è possibile? L’acqua è l’elemento più importante per l’uomo, una risorsa fondamentale per la vita e oggi siamo in una situazione di grave carenza. La maggior parte della superficie terrestre è formata da 70 per cento di acqua, ma solo il 3 per cento è costituito da acqua dolce. La mancanza di acqua porta alla siccità, che è un problema sempre più diffuso, non solo in varie zone del mondo, ma anche in Italia. Un fenomeno che si sta aggravando sempre di più a causa dei cambiamenti climatici.

Se pensiamo al nostro Paese possiamo osservare come il Po sia sempre più secco, e questo preoccupa tutta l’Italia. Nel2022 ha raggiunto i livelli minimi storici e si dice che quest’anno la situazione sarà sicuramente peggiore: piove poco, non piove abbastanza. Ma di tutto questo disagio dobbiamo tenere bene a mente che i colpevoli siamo noi.

Il pianeta Terra soffre, il nostro Paese pure ma noi non ce ne preoccupiamo, abituati al troppo benessere. Continuiamo a essere indifferenti, anche se questo influirà sulle generazioni future. Senza acqua non c’è vita, ma allora perché non lo capiamo? Perché pensiamo solo a quello che è comodo per noi? Noi siamo fortunati, perché abbiamo l’acqua potabile, riusciamo a bere senza avere la paura di contrarre malattie, anzi riusciamo addirittura a sprecarla.

La disponibilità di acqua, purtroppo, non è infinita, ma limitata. L’acqua è una risorsa importante: molti non ci fanno nemmeno caso, ma per tantissime persone l’acqua è un lusso. Siamo davvero così egoisti da non dare un’adeguata importanza ad una questione così grande? La risposta è sì. Io penso che potremmo fare molto di più, riducendo i nostri consumi, ad esempio chiudere il rubinetto quando non è necessario, facendo la lavatrice o la lavastoviglie solo a pieno carico, preferendo la doccia al bagno nella vasca e soprattutto non rimanendo troppo tempo sotto il getto d’ acqua.

Nell’obiettivo 6 dell’Agenda 2030 – «Acqua pulita e igiene» si dice appunto che l’acqua pulita deve essere accessibile a tutti. È molto importante questo documento fornito dalle Nazioni Unite, anche se io penso che tale passo sia molto importante ma utopistico. In conclusione, posso affermare che l’accesso all’acqua non è importante solo per le azioni quotidiane di ogni giorno, ma è indispensabile per l’esistenza umana. Dovremmo pensare già nel nostro piccolo ad adottare le strategie più adatte se non per risolvere del tutto, almeno per arginare il problema e per salvaguardare il più possibile questo bene così prezioso.

Serena Lombardo III C

 

In classe stiamo approfondendo un percorso di educazione alimentare che riguarda le abitudini di una sana alimentazione e la sostenibilità delle nostre scelte. Abbiamo letto vari articoli sulla dieta che fa crescere sani e che nello stesso tempo aiuta a salvare il Pianeta. Oggi sono ormai ricorrenti i concetti di impronta ecologica, cibi a km zero e piramide alimentare. Il menù antiobesità è quello a minor impatto ambientale. La formula ideale prevede una dieta basata su vegetali, meno carne e condimenti e pochi dolci. Carboidrati, frutta, latte e verdure andrebbero consumati ogni giorno, carni, legumi e formaggi due volte alla settimana, mentre il pesce anche tre volte, uova una volta sola. Questi cibi vengono mangiati nei cinque pasti della giornata, distribuendo l’apporto calorico nelle giuste proporzioni: la colazione vale il 30 per cento, la merenda il 5, il pranzo 35, 10 la seconda merenda e la cena il 20. È stata definita una doppia piramide che comprende sia quella alimentare sia quella ambientale. Quest’ultima considera cibi dall’alto impatto ambientale proprio quelli che fanno più male alla salute dell’uomo, come la carne rossa, mentre in basso si trovano frutta e verdure, che quindi risultano avere un basso impatto ambientale. Un pasto a base di carne ‘costa’ all’ecosistema tre volte di più di uno vegetariano. Oltre il 31 per cento della nostra impronta ecologica deriva dai consumi a tavola. Ecco perché esistono cibi a chilometro zero, che vengono dallo stesso luogo in cui si consumano; in questo modo arrivano sulle nostre tavole senza aver compiuto lunghi viaggi e il ciclo produttivo è più breve. Crediamo che per una dieta sana che aiuti a salvare il Pianeta, alla base ci debba essere anche lo sport: fare movimento aiuta a tutte le età. Bisognerebbe iniziare a mangiare più cereali e prodotti freschi, incentivare ancora di più un’agricoltura sostenibile e pensiamo che, oltre che ad agire per la propria salute, sia molto importante proteggere l’ambiente, perché abbiamo una sola Terra e abbiamo il dovere di prendercene cura.

Aurora Caliendo e Sofia Mongelluzzo IIE, disegno di Riccardo Vanore IIE

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