ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Malpighi di Castel San Pietro Terme (BO) - Redazione 1MA, 2MB, 3MB

Gli studenti incontrano il sindaco Fausto Tinti

Un gruppo della redazione ha intervistato il primo cittadino, facendosi anche raccontare come si amministra una città

Il 10 Gennaio un piccolo gruppo della nostra redazione ha incontrato il sindaco del Comune di Castel San Pietro Terme, Fausto Tinti. Come mai proprio adesso, vi chiederete? Forse non lo sapete, ma tra pochi mesi finirà il suo secondo mandato. Il sindaco ci ha quindi accolto e gli abbiamo fatto dieci domande a cui ha risposto con grande entusiasmo.

Sindaco Tinti, Da bambino pensava già di fare il sindaco? «No, da bambino non avevo assolutamente l’idea di fare il sindaco. Volevo fare il ricercatore e il professore di Scienze ambientali. E in effetti è ciò che sono».

Se dovesse spiegarci in poche parole cosa fa e quali aspetti gestisce un sindaco, cosa ci direbbe? «Allora, fare il sindaco non è proprio come fare un lavoro, ma è più come offrire un servizio per la città. Inoltre io, come sindaco, non percepisco uno stipendio, ma un’indennità, una sorta di rimborso del tempo che dedico al mio ruolo. Il sindaco è un interprete del punto finale di un lavoro di squadra e sintetizza le scelte politiche per la città. Ho diversi compiti e gestisco gli aspetti di amministrazione del territorio: per esempio, decido quali strade vanno asfaltate, ma non posso assolutamente scegliere la ditta che si occuperà dei lavori, perché sarebbe corruzione».

Quando e perché ha deciso di diventare sindaco di Castello, mettendosi al servizio della città? «Ho deciso di diventare sindaco nel 2014, un po’ perché me lo chiedevano in tanti e un po’ perché desideravo spendere un po’ del mio tempo per la comunità. Insomma, volevo aiutare la città e i castellani».

Che giudizio dà di questi anni? Come sono stati i due mandati? «Eh, ci sono stati sicuramente due momenti “bui” per me… Il primo proprio all’inizio del mandato, quando ho perso un amico e collaboratore con il quale avevamo messo in campo tanti progetti per la città. L’altro, invece, è stato all’inizio del Covid: anche se solo per alcune ore, ho avuto paura di essere inutile e di non riuscire ad aiutare i castellani. Ho però superato questi momenti difficili con la collaborazione di tutti quanti. Ma ci sono stati anche tantissimi momenti belli! I migliori sono stati quando ho parlato con le persone, che rivolgendosi a me riconoscevano il mio ruolo di persona al loro servizio. Purtroppo, però, ci sono molte persone disinteressate del bene pubblico e della politica e da loro purtroppo non arrivano mai degli scambi, né positivi né negativi».

Qual è stata la sua più grande soddisfazione nel fare questo “lavoro”? «La mia più grande soddisfazione è stata quella di costruire grandi opere pubbliche, con una prospettiva anche più lunga dei miei mandati».

Daniel Garelli, 1ªMA Maria Giulien Gatti, 2ªMB Samuel Rigatieri, 3ªMB Fotografie di Stella Buriani,1ªMA

 

L’intervista al sindaco Tinti continua e ci siamo concentrati sulle opere pubbliche create. «Per affrontare il problema dell’inverno demografico, cioè del fatto che la popolazione è tendenzialmente vecchia, abbiamo cercato di creare un progetto per allargare la città e la possibilità di aumentare quindi anche la popolazione giovane garantendo proprio ai giovani, che sono il futuro, alcune sicurezze come casa e lavoro – ha spiegato il sindaco –. Abbiamo perciò portato nuove aziende nella zona industriale e fra alcuni anni ci saranno molte nuove abitazioni per le giovani coppie e le famiglie della città». Tinti riavvolge il nastro e pensa anche alle cose che non è riuscito a fare. Tra queste, «sicuramente avrei voluto riaccendere l’interesse dei giovani per la vita pubblica – ha raccontato –. Inoltre non siamo riusciti a completare o fare alcune cose che mi avevano spinto ad entrare in politica». Un esempio è «la realizzazione di un nuovo edificio per le elementari Serotti di Osteria Grande – ci ha detto –.

Ma la vita è fatta anche di insuccessi e non dobbiamo abbatterci appena ne incontriamo uno».

Tra poco terminerà il secondo mandato. «Ho paura di perdere l’utilità che ho sentito di avere durante questi ultimi dieci anni e di fare cose di ‘poco valore’ ha spiegato –. Mi dispiace che il mio mandato si concluda, ma secondo me, lavorare per più di dieci anni in un ruolo come quello di sindaco è troppo perché non si garantirebbe la giusta democrazia». Abbiamo chiesto al sindaco cosa farà quando andrà in ’pensione’ dall’incarico: «Tornerò a fare il mio lavoro: professore e ricercatore di Scienze ambientali e biologia marina per l’Università, a Ravenna».

 

Per concludere l’intervista, abbiamo chiesto cosa al sindaco cosa augura ai Castellani. «di essere felici, oltre che ricchi e generosi come sono già – ha raccontato Tinti –. E, secondo me, i Castellani sono felici quando si dicono le cose. Quindi devono imparare a dare un giudizio, se positivo o negativo non importa, sul servizio del Comune».

Poi, per concludere, abbiamo rivolto un’ultima domanda al nostro sindaco, chiedendogli se gli piacesse leggere: «Mi piace molto leggere – ci ha risposto Tinti –. Oltre alla letteratura legata al mio lavoro (articoli e libri scientifici), leggo molto volentieri le storie raccontate, i bei romanzi tipo quelli delle avventure di Sandokan, perché entro nella storia e mi diverto».

Da questa risposta, consideriamo il sindaco un nostro abbonato: per questo gli abbiamo lasciato il nostro primo numero del Malpighi Press di quest’anno. E sicuramente gli porteremo anche il prossimo.

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