ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Malpighi di Castel San Pietro Terme (BO) - 1MA, 1MB

Buchi neri, la scoperta di quattro scienziati

Gli alunni si confrontano con un affascinante argomento scientifico. E cosa succederebbe se la Terra si avvicinasse a uno di questi?

Oggi vogliamo presentare, ai lettori e alle lettrici del Carlino, brevemente un argomento che a noi, studenti di prima media, interessa molto. Stiamo parlando dei misteriosi buchi neri. L’argomento è da sempre al centro delle grandi discussioni tra gli astronomi di tutto il mondo. E noi, che ci consideriamo degli astronomi agli esordi, ne siamo affascinati: non vediamo l’ora di affrontare questo argomento durante le ore di scienze con i nostri professori, anche se ci vorrà ancora un po’ prima di arrivare a poterne parlare in classe.

Voi cosa ne sapete, lettori? Forse poco o forse niente. Adesso vi diamo noi alcune informazioni. Siete pronti? I buchi neri nascono dall’esplosione di una supernova, una stella gigantesca che esplode. Gli strati più superficiali della stella si espandono nello spazio mentre il nucleo rimasto, se ha una massa superiore di 3,8 volte rispetto a quella del sole, collassa su se stesso fino a compattarsi talmente tanto da diventare un densissimo corpo celeste: appunto un buco nero.

I buchi neri sono dei corpi celesti con una densità elevatissima che “aspirano” tutto quello che trovano; in poche parole dei veri e propri “mostri galattici”. Chi vide per la prima volta nascere un buco nero? Brian Boyle. Egli, con un gruppo di ricerca in Australia, studiò la nascita dei buchi neri grazie ai raggi gamma, che sono una delle tante radiazioni emesse dai corpi celesti.

Perchè i buchi neri sono neri? I buchi neri sono neri perché la loro gravità è talmente elevata da non lasciare uscire nemmeno la luce, ma solamente dei piccoli fasci di luce chiamati radiazioni di Hawking riescono a sfuggire.

Come si rintracciano i buchi neri? Ci sono diversi modi per rintracciare un buco nero, ma noi ne elencheremo quattro con riferimento agli scienziati che li hanno studiati, partendo da Janna Levin. La cacciatrice di buchi neri riesce a localizzarli grazie ai danni che provocano al loro passaggio. Poi, Brian Boyle, mediante l’osservazione dei raggi gamma che emettono. C’è anche Tim Axelrod, attraverso il microlensing gravitazionale, ovvero quando l’elevata gravità del buco nero devia la luce di una stella. Per ultima, Andrea Ghez, con il telescopio Keck situato alle Hawaii – e quindi con un’osservazione diretta – è riuscita a rintracciare un enorme buco nero al centro della nostra galassia, con una massa di circa 2 milioni di volte quella del sole.

Ma cosa succederebbe se la Terra venisse inghiottita da un buco nero? Insomma, andiamo sul tragico… La forte attrazione gravitazionale del buco nero manderebbe in tilt le maree e deformerebbe il nostro pianeta, dando così origine a terremoti ed eruzioni vulcaniche. Tutto il pianeta, insomma, comincerebbe ad allungarsi in un processo noto come “spaghettificazione”.

Vi lasciamo una curiosità. Alcuni astrofisici pensano che ci sia almeno un buco nero al centro di ogni galassia.

Alessandro Gherardi, 1ªMB Tobias Volpe, 1ªMB Grafico: Michele Cosentino,1ªMA

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