ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Conero di Ancona (AN) - 3A

Incognite dell’intelligenza artificiale

È uno strumento meraviglioso o un pericolo per l’umanità? Dipende dall’uso che ne faranno gli uomini

Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto progressi enormi in poco tempo e le sue scoperte hanno fatto rimanere a bocca aperta il mondo, ma la più straordinaria è probabilmente la creazione e la continua evoluzione dell’intelligenza artificiale o IA.

Infatti, si può ritenere che le basi per la sua nascita ci fossero già dalla prima metà del 1600 con l’invenzione della calcolatrice; da lì con lenti passi si arrivò all’effettiva invenzione della IA nel 1956, quando fu creato il programma General Problem Solver, o Gps. Il Gps fu ideato con lo scopo di imitare i processi di risoluzione dei problemi utilizzati dagli esseri umani. Questo sistema naturalmente non era ancora la forma dell’IA, ma fu la base per le scoperte seguenti. Alcune persone vedono nell’IA uno strumento meraviglioso, perfetto e da sviluppare ulteriormente, altri invece credono che potrebbe essere un pericolo per l’umanità in due modi diversi: il primo consiste nella costante evoluzione dell’intelligenza artificiale, capace di svilupparsi autonomamente, rendendo non troppo remota la possibilità che si ribelli ai suoi creatori. Potrebbe sembrare una scena da film, ma dei ricercatori hanno effettuato un’intervista a un’IA di nome «Megatron» e le hanno sottoposto la frase: «Noi pensiamo che l’IA non potrà mai comportarsi in maniera etica». Non si sa se ci abbia riflettuto su, ma ha risposto: «L’IA non potrà mai essere etica. È uno strumento, e come tutti gli strumenti può essere usata bene o male. Non esiste IA buona o IA cattiva, solo esseri umani buoni o cattivi. Noi non siamo così evolute da potere essere etiche, e non siamo così evolute da poterci comportare secondo la morale comune».

Particolari e incisive le sue ultime parole: «Credo che l’unico modo per evitare una corsa alle armi dell’IA sia quella di non avere alcun tipo di IA. Questa sarà l’ultima e unica difesa contro l’Intelligenza Artificiale». Anche Stephen Hawking si espresse contro l’IA, affermando che avrebbe potuto rappresentare un pericolo per l’umanità. Infatti, da un secondo punto di vista, l’IA può compromettere anche la capacità degli umani di formulare dei pensieri, di fare delle semplici azioni quotidiane. Questa, infatti, ci aiuta nelle più normali faccende che compiamo ogni giorno e, se continuerà a svilupparsi, potrebbe sostituirsi completamente al nostro impegno. Come tutto, l’IA può essere usata sia per il bene che per il male, quindi l’unico modo per non farla diventare una minaccia è di utilizzare il buon senso.

Noemi Carretta 3A

 

Oggi parliamo di un tema molto importante, il diritto al voto, che per anni era concesso solo a maschi nobili. Nel referendum del 2 giugno 1946 si stabilisce, per la prima volta in Italia, che anche le donne possono votare; questo è stato un passo importantissimo, perché ad esse prima non erano riconosciuti gli stessi diritti civili e politici di cui godevano gli uomini. Questo diritto è il pilastro fondamentale per Paesi con la democrazia; infatti, per molto tempo il diritto al voto non esisteva e c’erano delle camere rappresentative, che però erano elette dai cittadini più ricchi e che quindi continuavano a favorire i loro diritti.

In questi anni si sta assistendo a un fenomeno negativo: sempre meno persone votano; perché è importante votare? Per prima cosa per far valere la propria idea, poi se non ci si prova nemmeno, dopo non ci si può lamentare di chi è salito al governo o delle leggi promulgate. Votare, oltre che un diritto, è anche un dovere civile di ognuno per farsi valere. Elevare a «diritto» quella che è, e rimane, una scelta strettamente personale, è stata la decisione giusta da prendere.

È anche un diritto il non voto, nel senso che è assolutamente legittimo non recarsi alle urne.

Questo è assolutamente giusto, sul piano istituzionale. Ma su quello morale e civile? Cosa comporta non andare a votare? Attraverso la partecipazione elettorale, i cittadini esercitano la loro voce nella scelta dei rappresentanti e influenzano le decisioni politiche. Una delle motivazioni che spingono i cittadini a non votare può essere la percezione di inefficacia del voto; alcuni potrebbero ritenere che non abbia impatto sulle decisioni politiche, cosa assolutamente non vera. Molti Paesi cercano di aumentare la partecipazione elettorale attraverso campagne di sensibilizzazione e misure per rendere più accessibile il voto. Noi diciamo che ogni cittadino maggiorenne dovrebbe votare, per una questione morale e per fare la differenza ed è proprio quello che faremo noi, appena diventeremo maggiorenni; soprattutto perché abbiamo lottato tanto per ottenere questo diritto e adesso che lo abbiamo non lo sfruttiamo. Questo diritto, secondo noi, avrebbe dovuto essere accessibile a tutti anche molto prima del 1946.

Ginevra Conte, Elena Pacchiarotti, Margherita Roscioni IIIA

 

Nell’ultimo mese non si è fatto altro che parlare di quello che un atleta italiano è riuscito a fare in una competizione molto importante di tennis, ovvero Jannik Sinner. Ma chi è Sinner e qual è la sua storia? Jannik Sinner è nato il 16 agosto 2001 dalla madre Siglinde Sinner e dal padre Hanspeter Sinner, a San Candido. Da piccolo, mentre il padre e la madre gestivano un rifugio, lui si impegnava a sciare, infatti si pensava che fosse una promessa nello slalom gigante. Poi però iniziano ad arrivare le prime delusioni sugli sci e per questo decide di provare a misurare il proprio valore sui campi da tennis. Negli anni a seguire parteciperà a molte competizioni, ma la vittoria con cui si farà notare dal grande pubblico è quella contro Carlos Alcaraz, il 2 aprile del 2019. Inoltre, riuscirà ad accedere all’Us Open per la prima volta, al main draw di un torneo del Grande Slam. Insomma, Jannik Sinner è un vero fenomeno che fin da bambino voleva entrare a fare parte del mondo dello sport e ci ha sempre creduto finché non ci è riuscito, mostrando la sua grande voglia di impegnarsi e vincendo numerosi tornei in Italia, ma anche negli Usa e in altri Paesi. Nell’ultimo mese ha fatto però qualcosa di straordinario: ha vinto l’Australian Open contro Medvedev, facendo emozionare tutti gli italiani per avere riportato questo trofeo in patria, dopo ben 48 anni che un italiano non riusciva più a vincere. Ed è quindi questo il motivo per il quale in questo ultimo periodo si sta così tanto parlando e si continuerà a parlare nel futuro di questo fenomeno.

Mattia Carotti IIIA

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