ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Da Vinci di Rocca San Casciano (FC) - 2A, 2B, 2C

Pregiudizi e razzismo: oggi come ieri

La nostra civiltà in questi ultimi tempi si è evoluta molto velocemente ma le discriminazioni sono rimaste

La nostra civiltà in questi ultimi tempi si è evoluta molto velocemente eppure dai tempi dei conquistadores, la forma del razzismo non è per nulla diminuita.

Parlando del razzismo non si può non far presente il caso di Barack Obama, il primo presidente afro-americano. La sua elezione ha un valore simbolico, con un impatto fortissimo per la comunità afroamericana del Paese. La popolazione ha vissuto un periodo terribile della segregazione razziale che l’ha obbligata a vivere in condizioni di netta inferiorità rispetto ai bianchi. La storia della famiglia di Barack va ben oltre le sue origini africane. E’ nato alle Hawaii, ma a soli sei anni si è trasferito in Indonesia con la madre. E’ tornato negli Stati Uniti quattro anni dopo, per poi essere cresciuto dai nonni materni. La sua identità ‘mista’, in campagna elettorale, gli ha permesso di catalizzare intorno a sé l’interesse di persone molto diverse tra loro. Abbiamo scelto l’esempio di Barack Obama perché ha smentito i pregiudizi di chi sosteneva che un nero non può aspirare alla Casa Bianca. E’ stato rieletto una seconda volta nel 2012, per poi concludere il suo mandato nell’autunno 2016.

La notte in cui Barack Obama è diventato presidente ha generato aspettative altissime. Poteva un presidente afroamericano cambiare la mentalità di un intero Paese? La presidenza di Obama ha avuto effetti positivi, ha dato alla comunità afroamericana una nuova consapevolezza, portandola a denunciare le disuguaglianze di cui è vittima. Secondo uno studio del Pew Research Center il reddito medio dei bianchi è più alto di quello degli afroamericani e c’è ancora una fetta della società che guarda gli afroamericani con l’atteggiamento di chi si sente superiore, barricandosi dietro una serie di pregiudizi. Un pregiudizio è ‘un giudizio anticipato’.

Tutte le volte che ci facciamo un opinione su qualcosa senza informarci o senza metterci nei panni dell’altro stiamo sviluppando un pregiudizio, che può avere effetti concreti per la vita di qualcuno. Capita ad esempio che nei posti di lavoro ci sia la preferenza ad assumere bianchi invece delle persone di colore.

Per fortuna la scuola, insieme a tante famiglie aperte e sensibili, sostenute o ispirate da diverse situazioni, associazioni ed eventi culturali, stanno offrendo ai giovani occasioni di confronto su certe tematiche, aiutandoci a cogliere la ricchezza e le opportunità che nascono dalle reciproche origini e diversità.

Classi II A, II B e II C

 

Studiando le civiltà precolombiane e l’età dei conquistadores ci rendiamo conto che il razzismo è sempre esistito ed è difficile da estirpare. Troppe volte è invisibile e inconscio e, sia le vittime, che gli autori possono non essere consapevoli del suo funzionamento. Il razzismo invisibile, nel caso della discriminazione razziale parte dal presupposto culturale che i bianchi debbano essere privilegiati rispetto a tutti gli altri e che quindi sia normale che chi non è bianco possa o debba subire trattamenti ingiusti o vivere in condizioni svantaggiate. Battute e barzellette razziste, attraversare la strada per evitare contatti con persone provenienti da altri gruppi etnici, decidere di non uscire con un nero/a, sono tutti esempi di razzismo invisibile.

Questi comportamenti portano all’esclusione e influenzano il benessere psicofisico delle persone. I pregiudizi, lo sappiamo, sono più difficili da sradicare dal cuore, crescono là, fermi, come erbacce tra le rocce e difficilmente riusciamo ad estirparli. Le micro aggressioni, per definizioni, sono piccoli atti quasi inconsci che compiamo o subiamo ogni giorno noi giovani e ai quali non diamo molta importanza, ma l’azione constante e continua finisce per avere un impatto negativo sulla persona aggredita. Si manifestano sotto forma di atti o commenti sprezzanti che sono generalmente accettati, ma che promuovono forti stereotipi. Non sedersi accanto a qualcuno sul pulmino a causa del suo aspetto, interrompere le compagne quando parlano pensando che non abbiano nulla di interessante da dire, pensare che qualcuno sia meno intelligente perché ha un’origine etnica diversa, credere che un coetaneo appartenente ad una classe sociale più svantaggiata sia un cittadino di seconda classe, sono alcuni esempi di microaggressioni. Sta a noi combatterle e creare una vita più inclusiva.

Classi II A, II B e II C

 

Includere significa accettare gli altri senza pretendere che cambino carattere o immagine per essere accettati. Accettare la diversità significa apprezzare le persone con caratteristiche diverse dalle nostre, mantenendo il proprio aspetto e personalità senza cambiare per essere inclusi. Nella nostra classe proviamo ad accettare tutti anche se a volte risulta molto difficile. E’ più facile seguire la massa che esprimere la propria opinione e mettersi contro ‘i più forti’, che sono i più deboli. Accettare l’altro non è semplice all’interno di un paese, figurarsi quando arri-vano in classe ragazzi di nazionalità diverse. A causa della guerra in Ucraina, nella nostra scuola abbiamo accolto molti nuovi studenti. Oltre a questi ci sono anche ragazzi greci, russi, cinesi, albanesi e magrebini, tanto che potremmo definire la nostra scuola multiculturale. da qui abbiamo compreso che per lottare contro il razzismo ed il pregiudizio, bisogna imparare a conoscersi, condividere idee e momenti belli e brutti. Questa potrebbe essere la pozione magica per annientare il razzismo.

Nella nostra classe, ci sono ragazzi che hanno un diverso colore di pelle e parlano diverse lingue e noi sappiamo di avere molto da imparare da loro. Dopo un percorso no facile siamo riusciti ad avvicinarci soddisfatti dei nostri risultati sperando di poter migliorare nel tempo. Auspichiamo che ciò avvenga a livello globale.

Classi II A, II B e II C

 

Ecco i cronisti classi II A, II B e II C della scuola ‘Leonardo Da Vinci’ di Pedaso coordinati dalle docenti Daniela Mircoli e Jenny Chiappini. Gli studenti hanno dedicato la pagina del campionato di giornalismo al tema del pregiudizio da cui scaturisce il razzismo. Hanno ripercorso la storia di questo fenomeno partendo dalle origini che ne hanno fatto una tendenza psicologica e politica fuse nella presunta superiorità di una razza sull’altra. Da qui la reale difficoltà dell’abbattimento del fenomeno socio culturale, a fronte di passaggi storici importanti verso il concetto della cultura di inclusione, legati all’impatto mondiale di Barack Obama, il primo presidente afro-americano. Gli studenti concludono le proprie riflessioni, raccontando l’esperienza vissuta in prima persona tra i banchi di una scuola multietnica, dove per costruire integrazione e inclusione, hanno praticato semplicemente ascolto e condivisione.

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