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Scuola Secondaria di I grado Enrico Mattei di Castel di Lama (AP) - Redazione

La banda tra storia e tradizione

Il corpo ’Città di Castel di Lama’ è diretto da Leonardo De Carolis: «Siamo fonte di aggregazione»

Le bande musicali costituiscono un’istituzione le cui radici affondano direttamente nella cultura e nell’identità del nostro Paese. Tale tradizione tuttavia, nei tempi più recenti, si sta perdendo perché non è semplice avvicinare i giovani a questo mondo. Ci sono però delle bande che sono molto attive sul territorio e offrono anche l’opportunità ai ragazzi di coltivare l’amore per la musica. Abbiamo così deciso di intervistare il Maestro Leonardo de Carolis che dal 1988 dirige il «Corpo bandistico Città di Castel di Lama».

Quale funzione sociale e culturale ha una banda a livello locale? «La funzione sociale delle bande è quella di essere fonte di aggregazione; esse inoltre hanno un valore culturale perché farne parte significa acquisire una formazione musicale grazie alla frequenza di corsi specifici sugli strumenti in uso, come ottoni e percussioni».

Che importanza ha la banda nella formazione musicale dei giovani? «Essere parte di un corpo bandistico consente di studiare la musica in generale e aiuta i ragazzi a fare gruppo e a stare insieme.

Nella mia esperienza ho capito che questo è molto importante per la maturazione dei giovani anche perché la banda offre loro anche la possibilità di confrontarsi. Solitamente loro si avvicinano a strumenti più «facili» o «blasonati», come la chitarra e il pianoforte; uno strumento a fiato richiede invece costanza ed impegno, ma regala un’enorme gratificazione a chi vi si cimenta». Il corpo bandistico «Città di Castel di Lama» quale attività svolge? «Noi svolgiamo tante attività sul territorio, cercando di essere presenti a tutte le festività civili e religiose».

In genere le attività bandistiche sono supportate dalle Amministrazioni Comunali? «L’attività bandistica è supportata dall’Amministrazione tramite la predisposizione di corsi di orientamento musicale. L’Amministrazione individua il personale che li gestisce e mette a disposizione una struttura dove svolgerli. A Castel di Lama si tengono da sempre simili attività supportate dal Comune».

Nel corso della sua esperienza la banda di Castel di Lama ha ottenuto riconoscimenti significativi? «Sì, siamo stati anche premiati a livello regionale in quanto la nostra banda è un’associazione di rilevanza storica». Cosa le ha dato questa lunga esperienza nella direzione della banda locale? «Nella vita la musica mi ha regalato molto; nella mia carriera credo che le cose più belle siano il rapporto con i ragazzi e la sensazione di averli indirizzati verso degli obiettivi poi di fatto raggiunti».

 

Ogni giorno leggiamo fatti di cronaca molto duri, in cui donne e bambini sono oggetto di violenza, spesso da parte di familiari o amici. Questi soprusi vengono commessi anche in contesti apparentemente tranquilli, da persone insospettabili, in paesi come i nostri. Per capire la situazione abbiamo intervistato la dottoressa Chiara Buondi, 33 anni, responsabile dei servizi sociali dell’Unione dei Co-muni Vallata del Tronto.

Quali sono le problematiche che affronta nello svolgimento del suo lavoro? «Mi occupo di minori, anziani, disabili, adulti che presentano disagi economici e sociali, e migranti».

State trattando casi di violenza relativi a donne o minori? «In questo momento stiamo aiutando 7 donne con bambini. Potrebbe sembrare un numero basso, ma non lo è assolutamente. Molte denunce sono state ricevute tra fine 2023 e inizio 2024; questo significa che le persone stanno avendo una maggiore fiducia rispetto a prima nei confronti del lavoro dei servizi sociali».

Come segnalano le violenze? «Le donne possono denunciare presso la stazione dei Carabinieri o presso il centro antiviolenza che si trova a Pagliare. Nel caso delle donne, possiamo procedere all’allontanamento solo se c’è una denuncia formale ma, purtroppo, a volte le vittime di violenza hanno paura di esporsi perché temono ripercussioni.

Noi cerchiamo comunque di supportarle psicologicamente e di aiutarle. Se sono coinvolti minori, invece, l’allontanamento può avvenire, in casi gravi e provati, tramite il sindaco o su indicazione della Procura presso il Tribunale dei Minorenni».

 

Il beatboxing, o più semplicemente beatbox, consiste nella capacità di riprodurre tutti i suoni degli strumenti musicali, attraverso l’utilizzo della bocca e della voce; si tratta di un fenomeno in continua crescita che appassiona milioni di ragazzi in tutto il mondo. «Meelky» è una Beatbox Crew, cioè un collettivo, composto da tre elementi: Adsur Silvestri, 20 anni di Castel di Lama in arte Amtd, Misaele Saldari, 21 anni di Ascoli, in arte Misa, e Lorenzo Pignoloni, 20 anni, sempre di Ascoli, in arte Feel. Il gruppo ha conquistato il titolo di campione italiano nel 2022 a Bologna e il 9 e il 10 marzo dovranno difenderlo a Venezia, dove si terrà la nuova competizione nazionale. Il primo dei tre ad approcciare al mondo del beatbox è stato Misa, che circa 10 anni fa cominciò a imparare i primi suoni grazie a video dimostrativi su Youtube. Mentre frequentavano le scuole superiori, prima Feel e poi Amtd, vedendo e ascoltando Misa fare beatbox, si sono interessati a questa disciplina musicale e hanno iniziato a praticarla. Successivamente, grazie ad un evento organizzato dalla loro scuola, si sono esibiti per la prima volta, con il nome di «Meelky».

La pagina dei Campionati di Giornalismo di oggi è stata realizzata dagli alunni delle classi prime, seconde e terze della scuola media ’Mattei’ di Castel di Lama che frequentano il laboratorio pomeridiano di giornalismo, curato dai professori Gianluca Re e Floriana Martoni. Paolo Allevi e Francesco Fiori hanno ripercorso la storia della banda di Castel di Lama, mentre l’intervista a Chiara Buondi per approfondire il tema della violenza sulle donne è a firma di Elena Zannoni. 

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