ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Istituto Salesiano Beata Vergine di San Luca di Bologna (BO) - 3B

Baby gang, un’emergenza ormai diffusa

Il fenomeno sta prendendo piede velocemente, per contrastarlo serve più attenzione verso i giovani e i loro problemi

Tutti ormai, almeno una volta nella vita, hanno subito o sono stati testimoni di atti vandalici e, nei casi più gravi, a delle vere e proprie violenze: questo fenomeno, diffuso in tutt’Italia, si chiama criminalità. La criminalità è l’insieme delle violenze, fisiche e psicologiche, degli atti vandalici, delle violazioni di regole e leggi, che caratterizza da tempo ogni singolo stato e paese del mondo, dal più piccolo al più grande che sia. In particolare, parliamo soprattutto di criminalità minorile, o meglio conosciuta come microcriminalità: ossia ragazzi e giovani adulti che compiono crimini per divertimento e noia, scatenando le polemiche tra i più anziani e adulti della società.

Questo fenomeno si sta diffondendo, soprattutto all’interno delle scuole, dove i ragazzi si contagiano a vicenda, svolgendo azioni criminali che da soli non compierebbero, per paura delle conseguenze, della legge e della reazione di parenti e genitori.

Nell’ultimo periodo, nelle città dove la criminalità tende ad essere molto diffusa, sono avvenuti diversi atti, dai più aggressivi ai più banali, superficiali, soprattutto da parte di baby gang. Alcuni di questi crimini sono riportati da giornali e telegiornali del paese, più nello specifico, a Bologna, riportano così: Pianoro, una baby gang rapina e minaccia un adolescente: un arresto poco dopo l’accaduto. Bologna, una baby gang picchia un adolescente sedicenne: portato in ospedale con i denti rotti.

Gran Reno di Casalecchio: rissa e caos da parte di un quindicenne (e non solo) che salta poi sull’auto dei carabinieri. Queste sono solo alcune delle notizie e degli avvenimenti che sono diventati ormai parte della quotidianità per la nostra società moderna.

Il Resto del Carlino riporta anche opinioni e consigli per il pubblico esterno, oramai preoccupato per la grave situazione.

La maggior parte delle persone pensano che la microcriminalità sia frutto di una cattiva educazione, a livello scolastico e familiare, un esagerato senso di violenza appreso in parte da videogiochi, film o video poco educativi e praticati a livelli estremi, la diffusione del telefono e di social noti a livello mondiale. Una coscienza ferrea capace di differenziare il bene dal male, un’educazione severa dalla tenera età e un’attenzione particolare ai giovani, sono tutte condizioni ottimali per evitare la diffusione del fenomeno della criminalità minorile.

Rimediamo agli errori della società, prima che sia troppo tardi: uniamo le forze per un futuro migliore in una città sicura.

In redazione le studentesse egli studenti dell’Istituto Salesiano Della Beata Vergine Di S. Luca, classe 3B

 

Noi studenti della scuola media Salesiana di Bologna abbiamo intervistato i passanti vicino al teatro Testoni per capire cosa pensassero riguardo le baby gang e la criminalità a Bologna.

Molte persone sostengono che le principali cause della diffusione della criminalità tra i giovani siano molte, come l’influenza della tecnologia e il cattivo controllo dei genitori verso i figli. Al-tri sostengono che il problema sia nell’istruzione dei giovani che è diversa in base allo stato economico delle famiglie. Un’istruzione sbagliata li porta a compiere atti criminali. Per questo si radunano in baby gang commettendo reati per ’rendersi fighi’ o per noia.

Per evitare che si verifichino crimini ci sono varie soluzioni, fra le quali un controllo maggiore delle città da parte della polizia.

Una maggiore sicurezza dovrebbe sempre esserci, ovunque, rendendo il territorio urbano un posto più tranquillo in cui vivere. Se ciò non aiutasse, allora bisognerebbe ricorrere a leggi più solide che possano essere d’aiuto nel prevenire i reati. Tra le persone ci sono degli ottimisti, che ripongono la loro fiducia in un cambiamento; i pessimisti invece ritengono che si possa arrivare a vivere in una città dominata dal crimine.

Ebbene sì, le interviste sono terminate: c’è chi pensa che non sia un problema immediato, chi invece non si fida neanche ad uscire da sola, qualcuno pensa persino di dover stangare i ragazzi con una mazza da baseball per educarli meglio, ma è il modo corretto? Ed entro il 2050 dove finiremo?

 

A Bologna, la criminalità è un fenomeno complesso influenzato da vari fattori socio-economici. Pur essendo generalmente considerata sicura rispetto ad altre città italiane, affronta sfide legate alla criminalità organizzata e a reati contro il patrimonio.

I quartieri centrali sono più sicuri, mentre alcune periferie registrano una maggiore incidenza di reati, quartieri come il Pilastro che in passato è stato protagonista di efferati crimini. Ecco alcuni dati statistici: nonostante un calo del 15,3% dei reati complessivi nel 2021 rispetto al 2018, Bologna rimane ai vertici delle classifiche nazionali per alcuni reati specifici: con 104,4 reati ogni 100mila abitanti, la città svetta al primo posto in Italia per violenze sessuali. Un dato che evidenzia la necessità di interventi mirati a tutela delle fasce più deboli. In tutte le classifiche sulla criminalità si posiziona in alto. In sintesi, la città è relativamente sicura, ma richiede impegno continuo da parte delle autorità e della comunità per garantire un ambiente urbano sicuro e inclusivo.

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