ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Franchini di Santarcangelo di Romagna  (RN) - 2C, 2F, 3A

Il dialetto è un patrimonio da tutelare

Utilizzato da scrittori e poeti, tra i quali spicca Tonino Guerra. Annalisa Teodorani l’ha imparato da bambina

Il dialetto emiliano-romagnolo è parlato in Emilia-Romagna, nella Repubblica di San Marino, in una piccola parte delle Marche confinante con la Romagna e in alcuni comuni della Toscana; si crede che sia stato portato dai Franchi o dai Longobardi nel Medioevo. Il dialetto ha un’origine neolatina, infatti il 90% del suo lessico deriva dalla lingua degli antichi romani. Si divide in due macro regioni, emiliana e romagnola, in cui accenti, pronunce e persino parole risultano diverse. Ogni città ha inoltre delle proprie caratteristiche, con vocaboli e modi di parlare completamente differenti.

Il romagnolo è anche famoso per le sue poesie e i suoi autori e anche in questo caso il modo di scrivere varia da scrittore a scrittore e ciò lo rende una lingua viva, che riflette l’originalità di ciascun territorio. Tra tanti ricordiamo Antonino Guerra, detto Tonino, nato a Santarcangelo di Romagna il 16 marzo del 1920, grande scrittore e poeta romagnolo, che ha utilizzato il dialetto santarcangiolese imparato da bambino. Nel 1944 Tonino venne deportato in un campo di concentramento in Germania e lì scrisse alcune poesie in dialetto ad altri romagnoli che incontrò, anche loro imprigionati perché antifascisti, esattamente come lui.

Una poesia molto conosciuta dedicata alla propria liberazione dal campo di concentramento è ‘La farfàla’, in cui parla della sua prima sensazione appena liberato, la ‘cuntentéza’. Guerra è stato anche definito ‘l’Omero romagnolo’, grazie alla riscrittura e illustrazione della sua Odiséa, un viaggio intenso e vivace in compagnia di Ulisse. Questo grande intellettuale è morto a 92 anni, il 21 marzo 2012 sempre a Santarcangelo, nel giorno in cui l’Unesco ha istituito la giornata dedicata alla poesia. In romagnolo sono state tradotte anche alcune opere letterarie molto famose, come la Bibbia, la Divina Commedia e addirittura ‘Il piccolo principe’, intitolato ‘E’ prinzipì’. Siamo inoltre riusciti ad intervistare Annalisa Teodorani, autrice di poesie in dialetto santarcangiolese, che ci ha raccontato la sua esperienza: ci ha colpito la sua testimonianza di aver imparato il proprio dialetto da bambina, cosa che non succedeva in altre famiglie perché si credeva fosse una cosa da contadini. «Quando scrivo in dialetto le mie parole hanno più forza»: questo è quanto ci ha risposto alla domanda sul perché scriva nella sua ‘lingua madre’, come la scrittrice definisce il proprio dialetto. Concludiamo con la frase di una poesia di Guerra dipinta sul muro della nostra scuola, che ogni mattina ci ricorda un bellissimo consiglio rivolto a tutti, giovani in particolare: ‘Sta drétt che la belèzza la n pàisa’.

Federico Timpanaro, Zakaria Ghezali, Karim Mejri, Luca Mengozzi classe 2 C

 

In Italia il femminicidio, cioè l’omicidio volontario che prevede individui di sesso femminile come vittime, sta crescendo sempre più di numero. Nel 2023 ci sono stati 118 casi di femminicidio. Quest’anno, nel nostro paese, viene uccisa una donna ogni due giorni e già nei primi mesi i dati sono allarmanti. Uno degli esempi di femminicidio che più ha scosso noi giovani è stato il caso di Giulia Cecchettin, una ragazza di 22 anni uccisa l’11 novembre 2023, cinque giorni prima della sua laurea, dal suo ex fidanzato Filippo Turetta. In Italia anche i ragazzi e le ragazze sono consapevoli del fenomeno. Ma cosa possono fare gli adolescenti come noi? Nella nostra scuola, Teresa Franchini, durante la giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, abbiamo portato a scuola dei nastri rossi, colore simbolo contro la violenza sulle donne, che abbiamo legato al cancello. Noi alunni a scuola dovremmo affrontare maggiori lezioni riguardanti questo argomento per poter capire a chi ci si può rivolgere in caso di bisogno o quando si deve chiedere aiuto, in modo tale da poter prevenire questi fatti così gravi, intervenendo in tempo.

Emma Tassinari, Zengo Vildan, Davide Angelilli, Alice Buzzone, Ivan Pironi, classe 3 A

 

La discriminazione di genere consiste nel fare differenze in base al genere sessuale, ovvero trattare in modo discriminante una persona di sesso femminile o maschile. È per lo più nei confronti delle donne. Il sentimento di superiorità del maschio è rimasto nella società di oggi. La discriminazione di genere può essere diretta o indiretta. Quella diretta si basa sulla discriminazione del sesso, ad esempio la mancata promozione di una lavoratrice perché donna, invece quella indiretta avviene quando c’è una prassi o un criterio, apparentemente neutro, che però crea uno svantaggio per la donna. Noi ragazze a scuola abbiamo subito alcuni episodi spiacevoli. Ad esempio ci è stato detto che siamo meno brave a calcio, senza nemmeno averci visto giocare, solo perché siamo ragazze e quello è uno sport ‘da maschi’, oppure ci è stata fatta la solita battutina: ‘Donna, zitta e lava’. Succede che i ragazzi credono di essere migliori di noi in qualcosa solo perché loro sono maschi e noi femmine.

Rispetto al passato sono stati compiuti passi avanti, però per raggiungere la parità di genere rimane ancora tanto lavoro da fare.

Emma Di Sarra, Maya Guerrieri, Alis Rughi, Elisa Benedettini e Niccolò Mancini, classe 3 A

 

Jannik Sinner, o ‘Fox’ per gli amici, ha scelto come logo una volpe stilizzata: le iniziali del suo nome, le montagne dove ha iniziato a sciare e le linee del campo da tennis. A soli 13 anni segue i suoi sogni e, pur di raggiungere i suoi obiettivi, si allena con impegno e costanza. È la sua perseveranza che riporta la coppa Davis in Italia dopo 47 anni. Semplice, umile, mantiene un profilo basso. Grato ai genitori e al team che lo sostiene, non perde occasione per ricordarci che non per forza dobbiamo essere sempre campioni, ma partecipare e divertirci. È un esempio per tutti noi.

Classe 2 F 

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