ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Annibal Caro di Montegranaro (FM) - 2A, 2E

Pia dei Tolomei e il primo femminicidio

Le parole di Dante e la loro incredibile modernità: nel Canto V del Purgatorio il delitto compiuto dal marito della donna

«Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura ché la diritta via era smarrita» – Canto I (Inferno).

Queste sono le parole con cui Dante inizia il suo percorso verso la salvezza nella Divina Commedia, opera che rimarrà al centro della cultura sociale per generazioni e generazioni. «Ed elli a me: Questo misero modo tegnon l’anime triste di coloro che visser sanza ’nfamia e sanza lodo»– Canto III (Inferno). Citazione rappresentante degli ignavi, coloro che nel corso della loro vita non hanno distinto il bene dal male. Nell’attualità questo problema è ancora presente nella nostra società; e per risolverlo bisognerebbe esserne più consapevoli. «Cade in la selva, e non l’è parte scelta; ma là dove fortuna la balestra, quivi germoglia come gran di spelta» – Canto XIII (Inferno). Ci troviamo nella foresta dei suicidi dove giacciono le anime che si sono uccise come Pier delle Vigne. Altra figura che ritroveremo nell’Antipurgatorio sarà Catone che si è tolto la vita per la libertà. Molti giovani, ancora oggi si suicidano per l’incapacità di accettare i propri demoni interiori, per evitarlo si deve avere il coraggio di parlare. «Ricorditi dime, che son la Pia: Siena mi fé, disfecemi Maremma: salsi colui che ‘nnanellata pria disposando m’avea con la sua gemma» Canto V (Purgatorio). Parliamo di Pia dei Tolomei, uccisa dal marito e chiede a Dante di riportare all’uomo la fede. Questo è il primo esempio di femminicidio documentato, e nel periodo con-temporaneo, tragicamente, ne avvengono ancora. «Rispuose a me: «Là dentro si martira Ulisse e Diomede, e così insieme a la vendetta vanno come a l’ira» – Canto XXVI (Inferno). Questo ci insegna che è necessario ragionare prima di prendere una decisione e che non si può fare tutto quello che si vuole. «I’ fui nel mondo vergine sorella; e se la mente tua ben sé riguarda, non mi ti celerà l’esser più bella» – Canto III (Paradiso). Siamo nel cielo della Luna dove si trovano le anime che hanno rinunciato ad una loro scelta come Piccarda degli Onesti. Questo ci aiuta a capire i consigli da seguire.

Classe II A

 

Il bullismo si può definire come una forma di violenza, verbale, fisica e psicologica, ripetuta nel tempo e perpetuata in modo intenzionale da una o più persone (bulli) nei confronti di una o più vittime al fine di provocare un danno. Le spiegazioni di tale comportamento a volte includono differenze di classe sociale come razza, religione, genere, orientamento sessuale. Il bullismo è un fenomeno normalmente associato all’infanzia e all’adolescenza, ma non affligge solo queste fasce di età. In età adulta caratterizza gli ambienti quotidiani, come il lavoro dove il bullismo si manifesta nel mobbing (aggressione psicologica e morale). Tra i ragazzi, la forma più diffusa di bullismo si manifesta nelle scuole. L’atteggiamento dei ‘bulli’ spesso dipende da una mancanza di controllo degli impulsi e da problemi di gestione della rabbia.

L’introduzione della figura dello psicologo a scuola contribuisce alla promozione delle potenzialità dei ragazzi in una fase delicata come quella dello sviluppo e a una maggiore sensibilità e consapevolezza verso questi temi. L’argomento ci tocca da vicino in quanto non è difficile venire a conoscenza di eventi spiacevoli legati al bullismo. Molto spesso, grazie all’intervento tempestivo di adulti ed insegnanti, il cui ruolo appare ai nostri occhi fondamentale, alcune situazioni possono essere meglio comprese e talvolta arginate. Alla luce di ciò possiamo concludere con una citazione di Michelle Obama: «Quando qualcuno è crudele o si comporta come un prepotente, non ci si abbassi al suo livello. Il nostro motto è quando loro scendono in basso, tu vai in alto». Questo è l’augurio rivolto ai lettori. «Il bullismo non è mai divertente, è una cosa crudele da fare a qualcuno, se sei vittima di bullismo non è colpa tua. Nessuno merita di esserne vittima».

Classe II E

 

Il sogno di un ragazzo si infrange in un pomeriggio di primavera di fronte ad una sconfitta subita: il padre lo demoralizza ritenendolo un fallito. Daniel Zaccaro nasce nei quartieri di Milano a Quarto Oggiaro. Amicizie sbagliate, furti e rapine. A scuola peggiora, anche se appassionato di letteratura. L’ ultima rapina va a buon fine, ma determina il suo arresto. Il 2 marzo del 2010 lo portano al Beccaria. All’interno del carcere però, Daniel conoscerà don Claudio Burgio, l’uomo che gli cambierà la vita mettendolo di fronte alle sue scelte. Don Claudio ci lascia alcune citazioni: «Quando si parla di persone non esiste il fallimento». La caduta è un punto di ripartenza e ti dà la spinta per ripartire. «Ricordati sempre che nella vita non esiste un copione già scritto, fino all’ultimo puoi decidere di cambiare il finale». Le parole sono gocce di speranza. Daniel si è laureato in Scienze dell’Educazione all’Università Cattolica di Milano affiancato dalle persone che lo hanno sostenuto: don Claudio e il pubblico ministero Annamaria Fiorillo che lo condannò a 4 anni. Oggi Daniel lavora nella comunità di Kayros.

Classe II A

Ecco gli studenti cronisti di oggi, coordinati dalle docenti Sara Di Chiara e Susanna Stizza. Classe II A: Carole Andrea Bartolini, Anastasia Campetella, Carlo Ercolani, Arwa Essakali, Filippo Mancini, Luca Marcotulli, Lorenzo Pagliaricci, Emma Papiri, Luigi Sabatino, Lorenzo Scoppa, Amelia Strappa, Stanislau Tiburzi, Mirko Tirabasso, Giulia Torresi, M.Stanislav Torresi, Filippo Trobbiani, Dorotea Vecchi, Alice Vitali, M. Ali Warsi, Daiam Zafar, Chloe Zagaglia e Cesare Zampetti. Classe II E: Danny Bracaloni, Lorenzo Caffarelli, Elena Caminonni, Francesco Catinari, Ginevra Elia, Giacomo Forti, Elena Giuli, Lorenzo Ignazi, Riccardo Massaro, Giorgia Maulo e Giorgia Morelli

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