ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Predappio di Predappio (FC) - 2B

La natura ci parla, impariamo ad ascoltarla

Gli alunni si interrogano sul fatto che, molto spesso, alcune tematiche importanti vengano pericolosamente sottovalutate

Alle volte capita di ascoltare notizie drammatiche in Tv, magari mentre i nostri genitori stanno guardando il telegiornale o magari ci capita di sentirle alla radio mentre, in auto, ci rechiamo a fare una passeggiata in famiglia oppure in comitiva. Bene! dobbiamo ammettere che la maggior parte delle volte prestiamo poca attenzione a quanto il Tg o il notiziario radio sta passando in cronaca, perché siamo distratti da altro, perchè stiamo chiacchierando e a tratti quella voce drammatica del cronista quasi ci dà fastidio, quasi disturba la nostra serenità. Ma, soprattutto, perché scatta quel meccanismo disgustoso per il quale, anche gli adulti, ma in particolare noi ragazzi pensiamo «sta capitando ad altri, sta capitando in un’altra nazione, non importa quanto questo paese sia distante o vicino al nostro, dunque, non ci tocca direttamente».

Allo stesso modo, con ingiustificata superficialità, ascoltiamo lezioni di educazione civica, dibattiti, leggiamo pagine di libri che ci invitano a rispettare la natura, i luoghi in cui abitiamo; ed altrettante volte, noi e voi, avremo ascoltato frasi del tipo «ad un certo punto la natura, se non rispettata, si ribella» oppure «la natura reclama i suoi spazi», e chissà quante volte abbiamo ignorato questi segnali, o, peggio ancora, abbiamo sorriso ironicamente all’ascolto di queste parole…di queste ‘frasi fatte’.

Si, ma poi? Bella domanda. Molto meno bella la risposta, anche perché ahinoi, troppo spesso ultimamente, a dare quella risposta dura ed inesorabile non siamo noi, ma proprio quegli eventi e quella natura tante volte ignorata e beffeggiata.

Potresti poi svegliarti una mattina affacciarti alla finestra e renderti conto che quei luoghi ad un tratto, spaventosamente, li devi addirittura ‘sopravvivere’, perché qualcosa nel meccanismo è andato storto, perchè non abbiamo, appunto, rispettato luoghi e spazi e, come minacciato, la natura, quegli spazi, è venuta a riprenderseli. Anche a noi è capitato di passare in brevissimo tempo da ‘ascoltatori disattenti’ a ‘protagonisti inascoltati’, protagonisti sì, ma di un film che non avremmo mai voluto vedere. Era il mese di maggio dello scorso anno e la pioggia era caduta abbondante per diversi giorni, caricando il terreno d’acqua e facendo salire il livello di molti fiumi oltre il limite di sicurezza, anche perché, molto spesso, i detriti accumulati e non rimossi dai corsi dei fiumi non facevano altro che peggiorare la situazione.

È accaduto l’irreparabile: Forlì, Cesena, Faenza ed altre decine e decine di comuni della nostra Provincia, hanno subìto degli allagamenti gravissimi, che hanno visto l’acqua dei fiumi, mista a fango, salire ad altezze che mai ci si sarebbe aspettato, spazzando via tutto ciò che trovava sulla sua strada.

Negozi distrutti, auto spazzate via come giocattoli, abitazioni allagate, campi sommersi, centinaia di frane nelle colline circostanti e, purtroppo, anche vittime umane. E tutto ciò non lo stavamo ascoltando distrattamente alla radio oppure alla tv, ma stava accadendo a pochi passi da noi e ci teneva isolati dal resto della Provincia, in molti casi senza acqua, senza luce e senza linea telefonica per poter contattare amici e parenti, per avere e dare notizie vitali.

Ci siamo resi conto sulla nostra pelle che quei cellulari che poco tempo prima ci distraevano dalle cose importanti e quella tv che a stento ascoltavamo ora non potevamo neanche utilizzarli per capire cosa stesse accadendo alla nostra amata terra.

Non vogliamo stare qui a raccontare la cronaca di quanto accaduto, quello lo hanno già fatto i giornalisti; nè vogliamo descrivere le cause di quanto accaduto, per quello ci sono i geologi e, comunque, non ne avremmo le competenze. Quello che stiamo facendo è una semplice riflessione da studenti di una scuola secondaria, che dall’intimo delle nostre aule, o dalla piazza e dalle panchine della nostra piccola Predappio, abbiamo la fortuna di poterne ancora discutere e soprattutto, alla prossima occasione, ascoltare certi consigli con maggior consapevolezza, in modo da non poter mai più dire: «Ho letto, ho sentito, ho ascoltato. Ma poi»?

Classe 2ªB

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