ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Cervia 2 di Cervia (RA) - 3A

Progetto Dada al comprensivo ‘Cervia 2’

Gli alunni della classe 3^ A raccontano l’innovazione della loro scuola: «Ci piace, ma in futuro si potrà migliorare»

Negli ultimi anni nelle scuole si sta diffondendo il sistema Dada, che ha modificato sia l’organizzazione degli spazi, sia il modo di insegnare. La Didattica per Ambienti di Apprendimento (appunto Dada) prevede che a spostarsi non siano i docenti, ma gli alunni, in aule che diventano laboratori. La Dada è arrivata anche nella nostra scuola e non tutti sono stati contenti; noi, invece, siamo soddisfatti e vi spiegheremo il perché. In primo luogo, cambiare aula permette di staccare, sgranchirsi le gambe e liberare la mente, per riprendere la concentrazione per le ore successive. Inoltre, spostandosi è possibile incontrare amici di altre classi, per salutarli ed avere un breve confronto sulla giornata scolastica.

In più ora la scuola ha laboratori attrezzati: nel laboratorio di musica vi sono gli strumenti musicali; in quello di arte colori, pennelli e cartoncini; nell’aula di scienze ci sono i modellini del corpo umano, il microscopio e strumenti per gli esperi-menti. In ogni aula è stato poi collocato un pannello tematico che riprende graficamente la disciplina insegnata; questo, insieme alla strumentazione, consente una full immersion nella lezione.

Questo sistema agevola anche i compiti pomeridiani; infatti ora abbiamo in media tre materie al giorno da preparare e non più sei. In questo modo è più semplice portarsi avanti nel weekend e in settimana si ha più tempo libero.

Infine, questa organizzazione rende gli alunni responsabili e indipendenti, perché ci dobbiamo spostare da soli senza fare caos; stiamo anche migliorando nella cura e la pulizia delle aule, perché sapendo che dopo di noi arriveranno altri, stiamo più attenti.

Molti si chiederanno cosa ne pensano gli alunni di prima. Per noi di terza, che conoscevamo già l’edificio, è stato facile imparare la collocazione delle aule, ma ci siamo chiesti quale fosse stato l’impatto per i ragazzi di prima. Li abbiamo intervistati ed è emerso che complessivamente anche loro apprezzano la dada per gli stessi motivi che abbiamo indicato noi e che quasi tutti hanno imparato ad orientarsi entro il primo mese.

C’è anche però chi preferisce il vecchio sistema, sostenendo che sia scomodo cambiare aula; in realtà gli spostamenti sono pochi (in media due al giorno) e veloci e gli zaini sono diventati molto più leggeri da quando le materie sono accorpate a blocchi di due ore. Molti pensano anche che due ore di lezione della stessa disciplina siano monotone e pesanti, invece offrono molti vantaggi: si fa tutto più con calma e la mattinata scolastica passa in fretta, grazie ai professori che modulano la lezione variando le attività proposte. La perplessità di alcuni riguarda poi il fatto che le classi non hanno un proprio spa-zio, ma per noi è più importante utilizzare i laboratori che avere un’aula fissa.

Nonostante la Dada ci piaccia, riconosciamo che ci sono aspetti che si possono, in futuro, migliorare. Per muoversi più liberamente all’interno dell’edificio, sarebbe ottimale installare gli armadietti, ma ciò finora non è stato possibile per motivi di sicurezza. Inoltre noi alunni potremmo essere ancora più bravi a rispettare le regole, diminuendo la confusione nei corridoi al cambio d’ora. Tuttavia, nel complesso questo sistema ci ha soddisfatti e anche se molti ragazzi e genitori continuano a preferire l’organizzazione tradizionale, noi di 3^A promuoviamo la DADA a pieni voti!

Classe 3^ A Scuola media ‘Cervia 2’ Professoressa Viola Tiozzi

 

Dirigente Barbara Calcagno, che cosa l’ha spinta ad avviare il metodo Dada? «Quando il Ministero ha stanziato i fondi del Piano Scuola 4.0 per la digitalizzazione e la didattica laboratoriale, poiché la scuola si era già dotata di una nuova strumentazione digitale, ho pensato di cambiare anche il modo di insegnare. La didattica laboratoriale ha effetti positivi sull’apprendimento: se si fa, si ricorda, mentre la sola teoria si dimentica facilmente».

Perché pensa che il sistema Dada sia migliore di quello tradizionale? «Non credo sia migliore, è diverso. La didattica tradizionale non può sparire, ma deve essere abbinata alla pratica«.

Quali sono state le maggiori difficoltà nell’organizzare la Dada? «La difficoltà è stata cercare di ottenere l’autorizzazione ad installare gli armadietti. Il diniego dell’ente proprietario dell’edificio scolastico ci ha costretti a modificare il progetto iniziale, ma è mia intenzione capire se ci sono i presupposti per rivedere la questione».

Cosa ne pensa del comportamento dei ragazzi da quando è stata avviata la Dada? «Penso che in generale il comportamento degli alunni non sia peggiorato; d’altra parte dando responsabilità ai ragazzi, essi si responsabilizzano».

Pensa che avranno effetti positivi nei risultati scolastici? «Sì, perché la didattica attiva consolida l’apprendimento. Mi aspetto che questo approccio faciliti anche il passaggio alla scuola superiore, perché la didattica per competenze fa davvero capire ai ragazzi ciò in cui sono bravi».

Quali sono gli aspetti da potenziare nei prossimi anni? «L’allestimento delle aule e la formazione dei docenti. Agli insegnanti serve il materiale, ma anche le competenze per fare didattica laboratoriale; per questo prevedo a breve una specifica formazione per i docenti».

A lei sarebbe piaciuto frequentare una scuola Dada? «Sì, da studentessa mi sarebbe piaciuto e da docente mi sarei divertita: è gratificante e stimolante insegnare la propria disciplina in un vero laboratorio».

C’è qualcosa che ancora non la soddisfa? «Direi di no, ci credo fino in fon-do. Tuttavia questo è un anno di sperimentazione e tutto va implementato; quando il progetto sarà realizzato in ogni sua parte, mi auguro che anche chi è estraneo al mondo della scuola e pertanto non l’ha del tutto compreso, apprezzi questo cambiamento».

È complessivamente soddisfatta della sua scelta? «Sì; anche se c’è ancora molto da fare, rifarei tutto».

Classe 3^ A Scuola media ‘Cervia 2’ Professoressa Viola Tiozzi

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