ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Sant'Angelo in Vado di Sant'Angelo in Vado (PU) - Redazione

Domus del “mito”: la storia e i simboli

La nostra visita alla dimora gentilizia del I secolo dopo Cristo ci ha svelato curiosità del nostro passato, tra cui l’origine della croce uncinata

Durante le nostre lezioni abbiamo spesso incontrato dei simboli che ci hanno stupito, perché ci hanno ricordato avvenimenti storici, ci hanno rimandato a significati profondi, hanno arricchito il senso delle nostre conoscenze. Guardandoci intorno abbiamo notato che nel nostro territorio sono presenti molti simboli legati alla cultura e alla storia del nostro passato, tra cui quelli legati alle pavimentazioni della “Domus del Mito” di Sant’Angelo In Vado, una grande domus gentilizia del I secolo dopo Cristo di circa 1000 metri quadrati. Durante una visita al sito archeologico, accompagnati dalle nostre docenti di Lettere Carla Corsini e Alessandra Ceccarini e di Arte e Immagine Norma Borsella, abbiamo notato che nel vestibolo della domus si trova il mosaico del “Trionfo di Nettuno”, dio del mare, che ha in mano un tridente, simbolo di forza e di potenza. Il carro trainato da ippocampi, presenta sott’acqua alcuni delfini, che simboleggiano l’intelligenza e la lungimiranza del padrone di casa. Nel ‘tablinum’ si può osservare al centro del pavimento il volto del dio Bacco con una corona di pampini e uva, simbolo di fecondità, festa e benessere del proprietario. Un altro simbolo importante, sempre del tablinum, è “il nodo di Salomone”, segno di evoluzione e unione fra spirituale e terreno, che abbiamo provato a ricostruire con un collage. Nel sontuoso mosaico del triclinio, è presente una scena di caccia e di lotta marina. In questo mosaico i simboli sono svariati: “Pegaso” il cavallo alato, che simboleggia la forza, la libertà e l’immortalità, il “Nodo di Salomone” e numerosi motivi a stella a più punte, con riferimento a luce, energia e speranza. La stanza di ”Medusa”, luogo d’incontri femminili, si presenta come un luogo elegante, ricco di spunti e con delle decorazioni raffinate. I simboli presenti sono: la croce uncinata, segno di vita ed infinito e alcune decorazioni a tema vegetale. La croce uncinata, antico emblema classico, ci ha molto colpiti e ci siamo chiesti il motivo per cui un elemento tristemente noto e purtroppo da alcuni anni legato al Nazismo, si trovasse in una nobile casa patrizia. Il suo significato originale infatti era positivo e di buon augurio, ma la cosa ancora più incredibile è stata comprendere come il potere abbia potuto cambiare definitivamente significati profondi, appartenenti a simboli precisi.

La visita alla “Domus del Mito” ci ha fatto capire l’importanza di andare a fondo, per cogliere il significato delle cose e per non fermarci all’apparenza. Questo forse aveva voluto il proprietario della Domus… Chissà che effetto avrà fatto ai suoi ospiti!

Nita Lorenzoni, Denise Brincivalli, Ettore Mencarini, Riccardo Aloigi, Francesca Wu Miao Jhing Cristhian Pierucci

 

Estendendo un po’ lo sguardo oltre al nostro paese e all’albo i “5 malfatti” arriviamo a qualcosa di più grande, un simbolo che rappresenta il territorio americano: la Statua della Libertà. E’ alta ben 92 metri di cui 47 di piedistallo. In origine era ricoperta di rame, ma con il passare del tempo si è ossidata. La statua contiene simboli nascosti come la corona con 7 punte, che rappresentano i 7 oceani e i 7 continenti da cui arrivano i migranti. Nella mano sinistra si trova un’Enciclopedia con scritta la data della dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti “4 Luglio 1776”. La torcia, simbolo che si trova nella mano destra, rappresenta la luce della libertà e la ragione.

Questi simboli sono abbastanza noti e sicuramente avrete visto delle immagini anche dei suoi piedi, ma probabilmente non da dietro, in particolare il piede destro. Si dice che questa statua cammini. Come abbiamo fatto tutti quanti a non accorgercene? Se questa statua è un simbolo di libertà che ha accolto milioni di immigrati negli Usa, come può stare ferma? La libertà non è una cosa che si ottiene o si dà standosene impalati come statue, richiede azione, coraggio e un rifiuto dell’immobilità. Dopotutto la Statua della Libertà si è spostata davvero, perché nell’anno 1884, Eiffel e Bartholdi, a Parigi, la costruirono per poi smontarla e portarla in 214 casse negli Usa, dove fu ricostruita. Tra tutti i significati nascosti ci ha colpito soprattutto il piede che si muove, segno del coraggio necessario a raggiungere la libertà.

Filippo Gentili, Martina Cecconi, Ismaele Matteucci, Othman Agouni, Giuliano Torcolacci, Nicole Granci

 

Erano 5. Cinque Cosi malfatti, non riuscivano a concludere niente nella vita, né avevano voglia di fare granché. Un giorno, da non si sa dove, arrivò un tipo straordinario… Questi 5 Cosi sono 5 simboli, simboli che non si trovano solo nell’arte ma nascosti anche in libri e racconti. In particolare questi simboli sono presenti in un albo che noi alunni abbiamo letto in classe: «I 5 Malfatti». Per capirci meglio immaginiamo la scena.

Ci troviamo in una grande casa sbilenca, che sarebbe potuta crollare da un momento all’altro, fuori dalla città. Dentro all’abitazione vivevano 5 cosi malfatti, ognuno con una caratteristica differente: il primo era bucato, 4 grossi buchi dove le idee passavano attraverso. Il secondo era piegato in due come una lettera da spedire, dove le idee tra queste pieghe si perdevano. Il terzo era molle, stanco e addormentato come le sue idee. Il quarto era capovolto, naso in giù e gambe in su, al contrario, come le sue idee. Il quinto era sbagliato dalla testa ai piedi e le sue idee ovviamente tutte errate. Un giorno arrivò a far visita ai Malfatti un tipo che si riteneva straordinario e che, vedendo la casa in lontananza, decise di andare a mettere le cose in ordine.

Al suo arrivo i 5 all’inizio si intimorirono di fronte alla perfezione, poi dopo essersi accorti che i difetti di ciascuno erano le caratteristiche che li rendono unici, se ne andarono lasciando il magnifico come un perfetto stupido. Questo albo dopo la lettura ci ha suscitato parecchie domande, alle quali prima abbiamo provato a rispondere da soli, poi abbiamo scritto all’autrice Beatrice Alemagna, nel tentativo di chiarire i dubbi. Beatrice non ha esitato a risponderci, spiegando che in realtà i difetti dei 5 Cosi sono sue caratteristiche, che ha imparato ad accettare per amarsi così com’è. Anche noi da Beatrice abbiamo imparato ad accettarci e auguriamo anche a voi di riuscirci!

Antonio Picone, Sonia Grassi, Angelica Brigandì, Meriem Maaloum, Nicoletta Rossi

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