ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Dante Arfelli di Cesenatico (FC) - 2I

«Soccorriamo migranti via terra e via mare»

L’associazione Mediterranea Saving Humans ha da poco terminato un viaggio in Ucraina per portare sostegno alla popolazione

Ci sono persone dal cuore d’oro, a cui piace salvare vite, aiutare persone e famiglie per essere consapevoli di aver cambiato la vita o anche solo la giornata a qualcuno. Questo è quello che fa Mediterranea Saving Humans, un’associazione che si occupa di soccorrere i migranti che tentano di arrivare in Europa via mare. Noi, classe 2I della scuola Dante Arfelli di Cesenatico, incuriositi, abbiamo intervistato l’attivista Giancarlo Morsello, di Mediterranea Saving Humans. Ci ha dato la possibilità di intervistarlo sulla sua missione in Ucraina, avvenuta a gennaio 2024, per portare un raggio di speranza nelle vite di coloro che lottano con le conseguenze dei conflitti. Questa associazione nasce nel 2018 con l’obiettivo di soccorrere i migranti che cercano di raggiungere l’Europa via mare. Oggi ci sono anche missioni via terra, come quelle in Ucraina.

Giancarlo Morsello qual è stata la sua prima missione? «Quella iniziata il primo gennaio 2024. Sono partito con altre 18 persone in Ucraina nella città di Leopoli e sono rimasto lì fino al 7 gennaio. Qui hanno trovato rifugio i profughi ucraini che non sono scappati in un altro stato. Questa è stata la 13ª missione di rifornimento che Mediterranea ha fatto nella città di Leopoli. La nostra associazione opera in due modi: da ogni città d’Italia una volta al mese parte una carovana di persone che va a consegnare degli aiuti, poi c’èil progetto sanitario. Ogni 15 giorni un gruppo di medici, infermieri e psicologi, che sono sempre nostri attivisti, va a Leopoli e fornisce l’assistenza base, cioè il medico di base».

Perchè voleva andare in Ucraina? «Sentivo la necessità di fare uno step successivo in questa mia esperienza da attivista».

Qual è stato lo scopo della missione in Ucraina? «In realtà erano due: il primo era consegnare gli aiuti umanitari. Ma abbiamo portato con noi anche un altro progetto umanitario che si chiama ’music and resilience, un progetto specializzato nel creare situazioni di musicoterapia nei campi profughi».

Come ha contribuito nella missione in Ucraina? «Un po’ come tutti, ci siamo alternati alla guida per portare tutti i vari aiuti a destinazione, poi io ho fatto parte della comunicazione in modo da poter raccontare bene la nostra attività quando tornavamo a casa».

Come è stato il viaggio di andata e ritorno nella missione in Ucraina? «L’andata molto tranquilla, perchè scegliendo di viaggiare in un giorno festivo non abbiamo trovato traffico. Ricordo che tra l’Ucraina e la Polonia c’è la frontiera, lì si percepisce cosa significhi confine. Abbiamo impiegato più di un’ora per i controlli.

Al ritorno c’era un ragazzo che ha chiesto un passaggio. Lui è di cittadinanza russa, ma con madre ucraina e ha vissuto tutta la vita in Ucraina, la moglie e i figli sono anch’essi ucraini. Lui li voleva raggiungere, perchè sono in Italia dall’inizio della guerra, ma l’Ue ha vietato l’ingresso a cittadini russi».

Classe 2 I scuola Dante Arfelli

 

Giancarlo Morsello, di Mediterranea Saving Human, come è stato stare in un paese dove tuttora c’è la guerra? «Noi siamo stati a Leopoli, una città lontana da dove ci sono i combattimenti, quindi non ci sono macerie e non ci sono allarmi bomba ogni 10 minuti. Tuttavia capita di notare persone in abiti militari in carrozzina o con le stampelle, perchè hanno avuto un infortunio al fronte». Ha avuto paura mentre era in viaggio? «Due giorni prima di partire quando la città di Leopoli è stata bombardata, ho avuto paura.

Così la mattina del primo giorno quando è scattato di nuovo l’allarme bomba».

Durante il viaggio in Ucraina era protetto? «Sopra i furgoni avevamo messo le croci rosse sul tetto per in-dicare che si trattava di mezzi umanitari».

Cosa ha provato ad essere in Ucraina? «Molta tristezza e molta ansia».

Quanto è durata la missione in ucraina? «Una settimana, pero ognuno di noi nelle nostre città ha fatto degli eventi per raccogliere i fondi per pagare il carburante o dei punti di raccolta dove le persone potevano portare beni come medicine, pannolini per bambini o per anziani. Attraverso il loro impegno, dimostrano che anche nelle situazioni più difficili è possibile fare la differenza, offrendo conforto e sostegno a chi ne ha più bisogno».

 

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