ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Bertola di Rimini (RN) - 1G, 2F, 3E, 3M

A canestro con Justin Johnson

Gli studenti hanno intervistato il giocatore di Rbr: «Nel basket e nella vita i risultati si raggiungono coi sacrifici»

La passione per il basket che coinvolge diversi compagni di classe ci ha spinti a cercare un incontro con Justin Johnson, campione statunitense della Rbr, il team che ha raggiunto i playoff nel campionato di basket di A2. Grazie alla disponibilità della società riminese, alcuni di noi hanno assistito a un allenamento della squadra al Flaminio e poi hanno avuto la possibilità di dialogare – in inglese – con il giocatore. L’emozione è stata così tanta che a fatica siamo riusciti a spiccicare parola, ma Justin è stato disponibile, ci ha regalato autografi e fatto una foto con noi, mettendo a segno diverse ‘triple’ nel nostro cuore.

Siamo usciti da questo incontro pieni di gioia.

Justin, come hai fatto ad arrivare a Rimini? «Ho iniziato coi Lakers in Usa, ma mi sono rotto la mano. Sono arrivato in Italia: Cagliari, Pistoia, Reggio Emilia, un anno in Germania e poi adesso a Rimini dove io e mia moglie ci troviamo benissimo. Abbiamo due figli, di 3 anni e mezzo e di 1 anno».

È molto diversa la vita in America rispetto all’Italia? «Io sono qui per lavoro e in America vado solo due mesi all’anno, più che altro per trovare gli amici, curare i miei interessi e giocare a golf. Ma qui c’è il mare, è molto bello».

Come sei diventato così bravo a basket? «Grazie a mio papà: era un bravissimo giocatore e ha iniziato ad allenarmi quando avevo quattro anni. Alla vostra età i miei genitori mi hanno messo su un aereo e mi hanno mandato in tutto il mondo a fare basketball camps. Mi sono allenato tutti i giorni ed è così che ho raggiunto i miei obiettivi».

Qual è il giocatore di basket che ti piaceva di più? «Dennis Rodman».

A scuola quale era la tua materia preferita? «Matematica».

Sei mai stato bocciato? «Mai».

All’Università? «Ho bruciato le tappe: in tre anni mi sono laureato e in due ho preso un master in Business Management che ho messo a frutto nel mercato immobiliare, nel quale sto preparando quello che verrà dopo il basket».

Che valore ha la scuola? «L’educazione è molto importante: per esempio anche se mia figlia ha solo tre anni e mezzo sta già frequentando la scuola internazionale di Rimini. Sta imparando italiano e tanto altro: quando la chiamo mi risponde ‘basta! basta!’».

Che cosa conta nella vita? «Essere rispettosi e una brava persona vale molto più di tante cose. Mio padre mi diceva sempre: ‘Oggi nel basket sei il migliore, ma un giorno finirà e dovrai essere una brava persona.

Nessuno si ricorderà che eri un giocatore, ma che eri una brava persona’».

Hai dei consigli per noi? «Qualsiasi sport, qualsiasi cosa facciate nella vita, cercate di essere sempre i migliori. Date sempre il 100% in tutto quello che fate».

Ivan Kulakov, Maxim Kukurudziak, Alessandro Di Marzo, Simone Mina 2 F

 

Davvero emozionante la visita, durante la nostra gita a Trieste, alla Risiera di San Sabba. Un’ esperienza che ci ha catapultato indietro nel tempo, a quell’orrore del nazismo che stiamo studiando sui libri di storia. Il complesso, infatti, costruito per la pilatura del riso, venne trasformato dai nazisti, durante l’occupazione tedesca della città, in campo di smistamento e di concentramento, l’unico lager in Italia dotato di forno crematorio.

All’ingresso un corridoio di altissimo cemento ci ha ammutoliti.

Nell’edificio centrale, il Museo della Resistenza: una viva testimonianza di quei giorni di ‘follia umana’. Nel cortile, poi, un sentiero d’acciaio leggermente incavato a ricordare la traccia del forno, il condotto del fumo e la base del camino, distrutti dai nazisti in fuga, nel tentativo di eliminare le prove dei loro crimini.

Con la visita alla Risiera è la prima volta che ci siamo trovati, dal vivo, di fronte alla memoria di quella ‘disumanità’ di cui l’umanità si è dimostrata capace. Ci hanno detto che questa visita serve a noi, nuove generazioni, per ‘non dimenticare’. Forse, però, visti gli attuali scenari di guerra nel mondo, i leader mondiali hanno già dimenticato…

Sofia Di Palma, Lucia Colaci, Melani Spano 3 M

 

Ho tredici anni e per un po’ di tempo sono stato un fan di Nicki Minaj, Ice Spice, Megan Thee Stallion perché mi piacevano i ritmi energici e veloci della loro musica, le coreografie durante le esibizioni, ma soprattutto mi piacevano come ragazze, i loro sorrisi dolci ed educati. Piccolo particolare: cantano in inglese e avevo sempre ascoltato distrattamente i versi della loro musica. Un pomeriggio di pioggia, assieme al mio babbo, ci siamo dilettati a tradurre tre testi: Her di Megan Thee Stallion, Think U The Shit (Fart) di Ice Spice, Super Freaky Girl di Ice Spice. I testi usano solo parole volgari (una infinità di parolacce), raccontano tutt’altro che storie di amore tra ragazzi, ma di rapporti violenti e sporchi. Non parlano certo di affetto, di amicizia, di serenità, di momenti felici tra adolescenti. Lì per lì è stata una grossa delusione: mi sono vergognato abbastanza di aver ascoltato le loro canzoni senza averne capito i testi. Da quel pomeriggio di traduzione ho preso le distanze da queste artiste. Mi piacerebbe consigliare a queste ragazze di esprimere le loro emozioni e raccontare le loro esperienze di vita con termini educati. Vorrei suggerire ai miei coetanei che seguono la musica rap di dedicare un po’ di tempo alla lettura dei brani con i propri genitori e confrontarsi assieme a loro: a me è stato utile.

Carlos David Braschi 3 E

 

Gli zaini pesanti sono causa di mal di schiena e postura scorretta, lo afferma il ministero della Salute.

Del resto, i dati parlano chiaro: lo zaino scolastico non deve superare il 10-15% del peso dell’alunno, ma la realtà è ben diversa e davanti alle scuole si vedono ogni giorno ragazzi in stile ‘gobbo di Notre Dame’! Soluzioni? Indossare lo zaino con entrambe le bretelle e regolare bene le fibbie, oppure fare uso di trolley; inoltre, si potrebbero consultare a scuola libri digitali, mentre a casa quelli cartacei… L’importante è studiare!

Cristian Ceci, Luca Mazzelli, Davide Perez, Marco Temperini Lorenzi 1 G

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