Il mondo visto con gli occhi di un cane
La nostra esperienza con Il progetto ‘Dog and students special friends’: dagli abbandoni all’incontro con le guardie zoofile
Il progetto Dog and students special friends ci sta accompagnando quest’anno con un preciso scopo: promuovere il rispetto degli animali per arrivare al rispetto di ogni essere vivente, uguale e diverso da noi. Il primo incontro con questo tema lo abbiamo avuto leggendo in classe Marley supercane, il racconto di un pastore tedesco cieco proveniente da un canile e adottato da una famiglia toscana. La storia ci fa vedere il mondo con gli occhi di un cane diversamente abile che grazie all’amore dei suoi umani, che lo hanno sempre considerato normale, è potuto diventare un supercane.
Poi a scuola, secondo un ricchissimo calendario di appuntamenti, abbiamo incontrato e incontreremo tante persone che lavorano con e per i cani: degli esperti dell’associazione Dog Time ci hanno illustrato la struttura fisica dei cani, quello che possono mangiare e che sono capaci o meno di fare e come con l’aiuto del gioco e del cibo sia possibile educarli a tante cose; dei veterinari ci hanno mostrato con delle immagini come curare o effettuare degli interventi chirurgici sui cani, raccontandoci le loro esperienze e non sempre a lieto fine; altri professioni-sti ci hanno coinvolto descrivendoci alcune razze di cani e ci hanno indicato, usando dei pupazzi, quali comportamenti avere per relazionarci con un cane che non ci conosce. Poi dei volontari dell’associazione Melampo di Fano, che si occupa di animali abbandonati, sono venuti ad elencarci i motivi degli abbandoni, ma anche quando è possibile adottare un animale e quali sono le procedure per farlo.
Poi l’incontro con le guardie zoofile, impressionante, perché abbiamo visto con dei video le condizioni terribili in cui alcuni animali sono costretti a vivere e abbiamo capito come sia prezioso il loro lavoro perché tutti questi vengano trattati con rispetto. Ora aspettiamo i prossimi appuntamenti: i cani poliziotto, i cani-guida dell’Unione ciechi di Pesaro, i rappresentanti dell’unità cinofila per il salvataggio in mare e perfino un cavatore di tartufi con il suo amico a quattro zampe. Avremo infine l’onore di conoscere on line Marley e la sua famiglia, per finire da dove abbiamo iniziato; ma già ci sentiamo più preparati grazie a questo progetto che ci sta aprendo gli occhi su tante cose.
2ªC
Il 29 febbraio si è celebrata la Giornata della Cura. Di questa parola oggi si sta perdendo la ricchezza dei suoi tanti significati, sembra voglia dire soltanto curarsi dalle malattie; invece avere cura vuol dire aiutare gli altri, consolarli, difenderli, amarli, vuol dire empatia, significa anche attenzione e difesa per la natura, rispetto per gli animali e innanzitutto prendersi cura di se stessi, perché questo è il primo passo da fare prima di occuparsi degli altri. Per approfondire il tema a scuola abbiamo invitato Catia, una volontaria dell’Avis che ci ha raccontato con entusiasmo la sua esperienza di donatrice di sangue e ci ha spiegato quali sono le condizioni e l’età per le donazioni. Abbiamo avuto anche il piacere di incontrare gli operatori di Villa Evelina che sono venuti a trovarci con alcuni dei loro ospiti. Villa Evelina è un luogo situato nei pressi del nostro istituto, che ospita persone speciali con abilità diverse ed è stato molto bello conoscere le tante attività che ospiti e operatori svolgono insieme dimostrando che avere cura gli uni per gli altri fa bene al cuore di tutti. Per raccogliere e raccontare tutti gli approfondimenti e le esperienze fatte intorno a questo tema e con l’intento di diffondere tra le classi di tutto il nostro istituto una nuova “idea della cura” abbiamo prodotto un e.book, un libro digitale composto di un logo creato da noi, di una nostra poesia sulla cura, di interviste fatte ai nostri professori, ai genitori e ad alcuni compagni per capire cosa sia per loro la cura, e poi riflessioni, disegni e infine ringraziamenti. Abbiamo imparato che prendersi cura dà vita e armonia.
2ªD
La scuola non insegna solo le materie dei libri ma ci fa conoscere anche la realtà, piena di ostacoli e imprevisti.
Infatti alcune classi della nostra scuola hanno partecipato a vari incontri con la dottoressa Erica Valsecchi sul bullismo.
L’argomento è molto serio ma lei è comunque riuscita a farcelo rendere un gioco, infatti ci ha fatto realizzare dei cartelloni e delle scene che spiegassero i vari tipi di bullismo e le emozioni che si provano. Abbiamo anche partecipato ad uno spettacolo dove alcuni ragazzi della compagnia teatrale “ET Eventi e Teatro” si sono immersi in personaggi che ogni giorno venivano presi in giro, ma la cosa particolare di questo incontro è che ogni tanto ci arrivavano alcuni bigliettini con su scritti insulti o parolacce rivolte ai personaggi in scena e ci chiedevano di farli girare a tutti quelli presenti. Questo non era un modo per farci distrarre dallo spettacolo, ma un modo per farci capire che quando c’è una presa in giro, spesso se ne fa parola con tutti, anche se quella è un insulto rivolto al proprio compagno di classe. Grazie a ciò abbiamo imparato che se vediamo qualcuno fare o parlare di cose ingiuste rivolte ad altri dobbiamo subito dirle ad un adulto e non diventare complici!
Francesca, 2ªB