ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Franchini di Santarcangelo di Romagna  (RN) - 2C, 3A, 3F

Il Bhutan è un esempio da seguire

È il Paese più felice al mondo: non contano i beni materiali, ma i sentimenti e il rapporto con l’ambiente

Il Bhutan è il paese più felice al mondo secondo la Fil, ma cos’è la Fil? E perché questa nazione viene considerata così felice? Il Bhutan è un piccolo stato, immerso nei monti dell’Himalaya, con ben venti cime che superano i 7.000 metri ed è situato tra India e Cina. La sua storia, conosciuta da pochi, è particolarmente affascinante: nel 1972 il futuro re, Jigme Singye Wangchuck, decise di differenziare il futuro del Bhutan da quello delle altre nazioni; infatti questo re si accorse che tutti i Paesi puntavano sempre di più alla ricchezza e allo sviluppo economico, ma questi aspetti si realizzavano solo per una parte della popolazione e molte persone rimanevano in condizioni di miseria.

Così il sovrano decise di introdurre la Fil, ovvero la Felicità interna lorda, che mirava alla felicità, senza tenere conto dei beni materiali o del denaro, ma considerando altri principi e cercando di portare tutti gli abitanti allo stesso livello di benessere. Secondo questo criterio, l’economia, così come la vita di tutti i giorni, deve essere rispettosa nei confronti dell’ambiente. Infatti i bhutanesi hanno applicato una filosofia per la quale cercano di stare in armonia con la natura; ad esempio, ogni volta che tagliano un albero, ne piantano subito un altro. Per raggiungere tale scopo seguono le regole del buddhismo, che accompagna il popolo fin dal VII secolo e che ha aiutato ad unificare i bhutanesi. La Fil è nata anche per tutelare la cultura buddista e in particolare i templi, come il National Memorial Chorten, situato nella capitale Thimphu, ricchissima di siti culturali.

Per dimostrare lo spirito pacifico del Bhutan, possiamo prendere come esempio questa città, che non ha neanche un semaforo.

Questo, per noi studenti, potrebbe essere un modello al quale ispirarsi nel futuro, per poter capire che il vero valore non sta nei beni materiali, ma nei sentimenti e nel rapporto con l’ambiente. Sarebbe bello se i principi del Bhutan si potessero applicare anche in Italia, in Europa e in tutto il mondo, ma questo ci sembra un’utopia irrealizzabile, infatti pensiamo che i Paesi più avanzati non rinunceranno mai al loro modello di sviluppo basato sul valore dei soldi e sul danneggiamento dell’ambiente. Questo è dimostrabile dal fatto che gli stati europei hanno creato un loro indicatore di felicità, ovvero il world happiness report, che è distinguibile dalla Fil per il semplice fatto che tra i suoi criteri compare anche il pil pro capite. Voi che ne dite, pensate che sarebbe bello realizzare un modello di sviluppo come quello del Bhutan?

Andrea Esposito, Luca Gambetti, Perla Guglielmi, Kejsi Lika, Beatrice Marchi 3 A

 

Dall’estate del 1944 alla primavera del 1945 il fronte si arrestò sulla Linea Gotica. Fu lì che la vita dei civili fu segnata in modo indelebile. Nonna Anna aveva 11 anni. Il peggio arrivò dopo l’armistizio, quando i raid aerei rasero al suolo Rimini. Nonna era in un campo sotto casa mentre bombardavano. Si era riparata sotto una cappella colpita da una bomba. Ricorda le urla della madre e i colpi di mitragliatrice che uccidevano una donna in un campo. La sua casa fu presa dai tedeschi e lei e i suoi si trasferirono con altri sfollati nelle grotte del paese. Vissero lì per settimane a lume di candela, in pessime condizioni, con poco cibo, dormendo sulla paglia. Il 21 settembre ‘44 Rimini fu liberata. I Gurkha provarono a liberare Montebello, ma furono decimati. Il giorno dopo gli alleati bombardarono il paese, ma i tedeschi scapparono. Allora le notizie circolavano con il passaparola, pochi avevano le radio. Oggi nonna ha 91 anni, non ricorda molto degli ebrei, ma non ha dimenticato la paura dei bombardamenti. In quegli anni era solo una bambina. La guerra le ha tolto le gioie dell’infanzia e la possibilità di andare a scuola, che per lei era molto importante.

Virgilio Montironi 3 F

 

Ci sono giornate che non si dimenticano mai, come quella passata con i Maestri del lavoro Maurizio ed Enzo. Abbiamo imparato che il lavoro ci deve piacere e soddisfare, ma ci dobbiamo anche saper adattare in base alle richieste del momento e sfruttare i nostri talenti al meglio. Il lavoro a volte è una scelta personale e realizza un proprio sogno, altre volte nasce da esigenze diverse, ma non c’è un lavoro più importante tra tutti: lo spazzino e il dottore hanno entrambi un grande valore e pari dignità come ben ci ricorda l’articolo 4 della nostra Costituzione. Il lavoro è anche un dovere: serve a procurare il sostentamento per sé e per la propria famiglia e contribuisce al miglioramento della società. Per essere soddisfatti nel lavoro bisogna avere autostima, determinazione e tenacia, valori da coltivare fin da piccoli. Spesso capita di sentirsi poco apprezzati e pensare che non si possa raggiungere l’obiettivo posto, perdendo così l’opportunità di realizzarsi. Sbagliare si può, ma occorre stare in guardia a non sprecare occasioni importanti perchè l’apparenza inganna. Ringraziamo i Maestri per averci spiegato tutto questo.

Maria Giulia Baschetti e Serena Tosi 2 C

 

Roller è uno sport in cui hai sempre qualcosa di nuovo da imparare: velocità e stile. Sono più le volte in cui sbagli che le volte in cui fai bene, ma è bello guadagnare risultati nel tempo. È uno sport che richiede passione, pazienza e perseveranza. In Italia ci sono tanti atleti campioni nel mondo: Lorenzo Guslandi, Valerio degli Agostini nello Style Classic di coppia, Lorenzo Demuru, campione nei mondiali di Battle Slalom, Francesca Conzi, Matilde Arosio e Elisa Paoli nel Cross femminile nei mondiali 2023. Insomma, l’Italia anche nel roller ha molti atleti che si fanno sentire.

Lucia Molari 3 F

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso