ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Conero di Ancona (AN) - 3C

La moda è sempre più ecosostenibile

Si cerca di rispettare l’ambiente nelle varie fasi produttive, ma c’è ancora molto da fare contro l’inquinamento

Nella moda di oggi, c’è un nuovo filone che sta diventando sempre più importante: l’ecosostenibilità. È come un nuovo inizio, dove ogni capo d’abbigliamento racconta una storia di rispetto per l’ambiente e per le persone. Ma come facciamo a vestirci più sostenibili? Sono molti i brand che si stanno impegnando per creare capi sempre più sostenibili, come Stella McCartney che, con la sua ultima collezione Primavera Estate, ha raggiunto il 95% di materiali consapevoli, o come Adidas con la sua linea di abbigliamento realizzata con plastica oceanica riciclata. Sfortunatamente, la moda è ancora uno dei settori più inquinanti al mondo.

Ogni anno utilizza 93 miliardi di metri cubi d’acqua ed è responsabile di una quota significativa di gas serra, stimate tra l’8 e il 10 % del totale a livello mondiale. Alla base delle cause dell’eccessivo inquinamento è il «fast fashion» ovvero un modello di produzione e consumo che si basa sulla produzione di capi d’abbigliamento economici e alla moda, spesso realizzati con materiali di bassa qualità e con cicli di produzione accelerati.

Questo approccio ha un impatto devastante sull’ambiente, generando enormi quantità di rifiuti tessili e consumando risorse naturali in modo eccessivo.

Inoltre, promuove un’idea di moda «usa e getta». Oltre all’elevato inquinamento, sono gravi anche le condizioni precarie alla quale vengono sottoposti i lavoratori, con salari bassi, lunghe ore di servizio e mancanza di sicurezza sul posto di lavoro.

Sicuramente, la moda sostenibile si presenta come un’alternativa imprescindibile al dilagare del fast fashion, che impone un pesante tributo all’ambiente e alla società. Per abbracciare la moda sostenibile, è necessario un cambiamento radicale nelle pratiche di produzione, consumo e valutazione dei vestiti.

Ognuno di noi, dai designer ai consumatori, ha un ruolo da svolgere in questo cambiamento. È fondamentale che i consumatori diventino più consapevoli delle pratiche delle aziende e scelgano di supportare quelle che adottano metodi sostenibili. Solo così possiamo creare un futuro in cui la moda non solo rifletta il nostro stile personale, ma anche i nostri valori di responsabilità ambientale e sociale. La moda sostenibile non è solo una tendenza, ma un imperativo morale e sociale che ci offre l’opportunità di costruire un mondo migliore, dove il rispetto per l’ambiente e per le persone è al centro delle nostre scelte di moda. E di vita.

Caterina Testa IIIC

 

Giocare online è una delle attività preferite di noi giovani. In qualunque modo la si pensi, non si può negare che tantissimi ragazzi occupano una parte del loro tempo libero a sfidarsi con i loro amici con videogame di vario genere. Ma i videogiochi sono solo ed esclusivamente dei nemici? Questa è una domanda che, se fosse posta ad individui con età diverse, otterrebbe risposte altrettanto differenti. La maggior parte degli adulti (soprattutto genitori) risponderebbe con un secco «sì», elencando una serie di disturbi correlati all’uso prolungato dei videogiochi: «fanno perdere il contatto con la realtà», «provocano depressione» e «dipendenza». È innegabile che giocare, soprattutto online, per un tempo eccessivo, comporta problematiche legate alla salute e alla socializzazione dei ragazzi. Tuttavia, se lo stesso quesito venisse rivolto a degli adolescenti, le risposte metterebbero in risalto un punto di vista opposto. La comunità scientifica ha deciso di provare a dare una risposta a tale questione, con studi e ricerche specifiche.

L’Università della California, attraverso il lavoro condotto dal Dipartimento di Neurobiologia e Comportamento, ha analizzato la situazione e ha mostrato come alcuni videogiochi, se utilizzati per un tempo definito, possono essere considerati come un allenamento intensivo di diverse abilità e possono portare anche a miglioramenti strutturali a livello cerebrale. Sembrerebbe, ad esempio, che giocare per almeno trenta minuti al giorno, per un paio di mesi, possa portare a un incremento neuronale; una delle tante altre capacità che i videogiochi allenano è il «problem  solving», cioè la competenza di risolvere più velocemente e in modo migliore un problema. La ricerca ha precisato che anche i riflessi possono migliorare, attraverso un allenamento, ad esempio, nei videogame e nei giochi molto movimentati.

Un’altra capacità che verrebbe stimolata sarebbe la creatività, stimolata molto dai giochi «sandbox» che, con un po’ di fantasia, riescono a far creare delle vere opere d’arte. In conclusione, bisogna però sempre ricordare che ogni cosa, se usata nella maniera sbagliata e troppo prolungata, nel tempo ha degli effetti collaterali da considerare seriamente. Va bene, dunque, giocare, ma con moderazione e intelligenza.

Mattia Cascavilla IIIC

 

Ogni anno l’11 aprile in Italia si celebra la Giornata del Mare per sollevare l’attenzione sulla bellezza, l’importanza e la fragile salute dei nostri mari e oceani. E’ un richiamo all’azione per la conservazione e la sostenibilità marina. Eventi educativi e di sensibilizzazione si svolgono lungo le coste e nelle comunità costiere. Agenzie governative, organizzazioni non profit e individui collaborano per promuovere la protezione degli ecosistemi marini e la riduzione dell’inquinamento. I mari forniscono cibo a milioni di persone, regolano il clima e sono un habitat cruciale per una straordinaria varietà di vita. Tuttavia, il loro equilibrio è minacciato dall’uomo; l’inquinamento da plastica è una delle sfide più urgenti. Milioni di tonnellate di rifiuti plastici finiscono nei mari ogni anno, mettendo a rischio la vita marina ed entrando nella catena alimentare.

Anche il surriscaldamento globale minaccia la salute degli ecosistemi marini.

La protezione delle aree marine, la pesca sostenibile e la riduzione delle emissioni di gas serra sono passaggi essenziali per preservare i mari. Ma la Giornata del Mare è anche un’occasione per celebrare la bellezza e la diversità dei nostri mari. Molti progetti di conservazione stanno ottenendo successi, grazie all’impegno delle comunità locali e degli attivisti. La Giornata del Mare ci ricorda che tutti abbiamo un ruolo da svolgere: con consumi più consapevoli o con pulizia delle spiagge, ciascuno può far sì che i nostri mari rimangano un tesoro per le generazioni future.

Mario Yehia IIIC 

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