ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Giovanni Paolo II di Osimo (AN) - 3AOS

Basta con la mentalità patriarcale

E’ un passaggio fondamentale per arrivare alla parità di genere dall’istruzione fino al mondo del lavoro

L’Agenda 2030 è un programma d’azione globale, finalizzato a sradicare la povertà, proteggere il pianeta e garantire la prosperità e la pace. E’ stato adottato da 193 Paesi membri delle Nazioni Unite. E’ suddivisa in 17 obiettivi i quali tengono conto in maniera equilibrata delle 3 dimensioni dello sviluppo sostenibile, cioè economia, sociale ed ecologia. L’obiettivo 5 mira a ottenere la parità di opportunità tra donne e uomini nello sviluppo economico, l’eliminazione di tutte le forme di violenza nei confronti di donne e ragazze e l’uguaglianza di diritti a tutti i livelli di partecipazione. Donne e ragazze continuano a subire discriminazioni e violenze in ogni parte del mondo.

La parità di genere, oltre a essere un diritto umano fondamentale, è anche, la condizione necessaria per un mondo migliore sotto tutti i punti di vista. E’ importante che le donne abbiano parità di accesso all’istruzione, a un lavoro dignitoso e alle cure mediche, così come poter partecipare ai processi decisionali politici ed economici. Per raggiungerel’obiettivodell’agenda2030, bisogna quindi eliminare la mentalità patriarcale, dove si ritiene che l’uomo abbia potere politico, economico e domestico e che la donna debba esclusivamente occuparsi della casa e dei figli. L’uomo crede di avere possesso sulla donna, ‘oggetto’ di sua proprietà. Gli uomini sono privilegiati nei contesti scolastici, lavorativi e culturali. Nella mentalità patriarcale, l’uomo è all’apice della piramide sociale ed è il capo della famiglia: lui prende le decisioni e gli altri membri si sentono obbligati ad obbedire.

Questo pensiero è emerso soprattutto negli ultimi tempi, in cui le donne si sono rifiutate di sottostare al dominio maschile e hanno protestato per dar voce a tutte quelle che hanno subito violenze perché si sono ribellate. Per porre fine a questa mentalità sbagliata si deve affrontare il tema in casa e nelle scuole.

Fin da piccole, alle bambine vengono imposti numerosi divieti e vengono persuase di essere inferiori ai maschi. Questo le accompagnerà per il resto della vita, in ambito lavorativo e sociale. Ai bambini spesso non viene insegnato il modo di comportarsi e relazionarsi con le persone.

Alla base di questo, c’è una errata educazione da parte dei genitori. In modo specifico, si devono insegnare a tutti i bambini e ragazzi il rispetto, il concetto della famiglia, l’importanza del consenso e del rifiuto, perché sono i più piccoli che in futuro potranno fare la differenza.

Emma Forti e Martina Sperti IIIAOS

 

Lo sport italiano ha un ruolo molto importante a livello sociale ed economico. E’ un diritto della cittadinanza, soprattutto perché migliora la qualità della vita. Le istituzioni, pertanto, devono garantirlo promuovendo un’offerta sportiva qualificata e completa. Nell’ultimo periodo, in particolare, lo sport ha raggiunto, in Italia, livelli di eccellenza, anche grazie agli straordinari successi di alcune atlete, ma purtroppo i dati dimostrano che c’è ancora troppa disparità tra i settori maschili e femminili.

Solo il 28% dei tesserati alle Federazioni sportive nazionali sono donne, e in 100 anni di storia del Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) nessuna donna è mai stata presidente.

Non solo, in generale, su 48 Federazioni Sportive, solo due di esse sono guidate da una donna. I successi sportivi ottenuti dagli atleti italiani sono dovuti principalmente alle opportunità offerte dai Gruppi Sportivi Militari, che garantiscono loro una stabilità economica, tuttavia la parità di genere è ancora ben lontana soprattutto per quanto riguarda la parità di retribuzione per uno stesso lavoro nell’ambito degli sport professionistici e per gli investimenti economici nelle discipline femminili, con una conseguente minore visibilità di quest’ultime.

Nel 2020 la Commissione europea ha pubblicato la propria strategia per la parità di genere includendo anche l’ambito sportivo e invitando gli Stati membri a far si che la percentuale di donne in posizioni dirigenziali nello sport aumenti, a promuovere una copertura mediatica più ampia per le competizioni sportive femminili e a prevenire molestie e violenze.

Come ricorda Assist (Associazione Nazionale Atlete), in Italia, grazie alla Riforma dello Sport sono state vietate le clausole anti-maternità nei contratti sportivi e sono state adottate delle linee guida per contrastare la violenza sulle donne nelle Federazioni. Anche nei settori privati, il tema della parità di genere in ambito sportivo è particolarmente sentito. Gli sviluppatori del gioco per console FC24, hanno inserito una nuova modalità di gioco in cui è possibile formare squadre miste e in copertina c’è una delle calciatrici più forti Sam Keer, dando la possibilità a tutti di conoscere e apprezzare le giocatrici donne.

Mattia Giannini e Adam Stefanini IIIAOS

 

Nelle grandi città, ma anche nei piccoli paesi, molte ragazze non si sentono al sicuro neanche di uscire di casa. Sono costrette a essere accompagnate perché impaurite che succeda loro qualcosa. Nella maggior parte delle volte vengono scortate dagli uomini, che sentono il dovere di proteggere le creature cosiddette «deboli». Proprio gli stessi uomini che invece le costringono a non uscire da sole, quindi che tolgono loro ogni libertà. Ad esempio, in molte fiabe famose, come «Raperonzolo», in cui una ragazza imprigionata in una torre viene salvata da un giovane, la principessa viene messa in salvo dal coraggioso principe, sebbene lei sia in grado di salvarsi anche da sola. Ma se nelle favole il cattivo è solo uno, nella realtà potrebbe essere chiunque. Questo rende le ragazze più diffidenti e le mette in condizioni difficili per fare amicizie. Vivere sempre con il dubbio o la possibilità che qualcuno ti possa fare del male è indescrivibile e insopportabile.

Soprattutto, il solo pensiero che altri riescano a toglierti la libertà e la indipendenza è inaccettabile e inconcepibile. Quindi si chiede a tutti gli uomini di fare un esame di coscienza e di immedesimarsi nelle donne. Come si sentirebbero al nostro posto? Riscontrano delle differenze? Ci sarebbero altre mille domande da fare. Fin dall’antichità, è loro compito farci fare quello che volevano, ma ora le cose sono cambiate, e non ci facciamo più sottomettere da chi dubita della nostra intelligenza.

Martina Sperti IIIAOS 

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