ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I Grado Viale della Resistenza di Cesena (FC) - 3D

Alluvione, un anno fa l’inferno d’acqua

Il sindaco Enzo Lattuca ricorda quei drammatici momenti e fa il punto su quanto è stato fatto e ciò che manca da fare

Era il 16 Maggio 2023, quando Cesena piombò in un incubo di acqua e fango. Nel giro di appena 36 ore si abbatterono sul territorio romagnolo 120 millimetri di pioggia. «Praticamente la pioggia di tre mesi condensata in un giorno e mezzo» ha rilevato 3B Meteo. Interi quartieri sono rimasti sommersi sotto un metro d’acqua, sono più di 4.400 le persone che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni devastate, oltre alle attività commerciali. Un vero inferno da cui Cesena e il suo territorio non si sono ancora risollevati del tutto a distanza di un anno. In quei giorni, in prima linea, c’era il sindaco Enzo Lattuca che in un’intervista ha ripercorso quei tragici momenti.

Sindaco, come ha vissuto quella tragedia e cosa ricorda di quei giorni così particolari? «Sicuramente sono stati giorni di estrema difficoltà, per i cittadini che hanno perso tutto. Abbiamo pianto tre cittadini, Marinella Maraldi e suo marito Sauro Manuzzi, travolti dall’ondata dell’acqua e Riccardo Soldati, schiacciato da una frana nel giardino di casa. La ferita maggiore che non si può rimarginare, ovviamente è la perdita dei nostri tre cittadini. Si sommano a queste perdite anche il dolore di quanti hanno, da un momento all’altro, perso tutto. Infatti è a loro che ci siamo ispirati, quindi abbiamo allestito un centro di prima accoglienza presso la palestra Don Milani. Il fenomeno era catastrofico ma non ci siamo fermati neppure un momento». Il sindaco ha sottolineato come siano stati effettuati 17 interventi di massima urgenza, per una spesa di oltre 13 milioni di euro, e che il Comune si è subito concentrato sulla ricostruzione degli argini del fiume Savio, creando al suo interno muri di cemento armato per evitare che potesse nuovamente esondare. A suo avviso come ha reagito la popolazione? «Ha dato una grande prova di generosità e di coraggio. In momenti come questi può capitare di sentirsi smarriti, privi di forze e completamente soli. Ma questo a Cesena non è successo.

Sì, è vero avremmo potuto usare i campanili per avvertire la popolazione, ma nessuno, me compreso, ci aveva pensato. Ha funzionato tutto ciò che era previsto dal nostro Piano di Protezione Civile, ma non è stato sufficiente. Gli interventi più urgenti sono stati conclusi. Altri sono in fase di avvio. Questa catastrofe mi ha insegnato che il cambiamento climatico non è un capriccio o un tema di moda, ma una delle principali sfide che dobbiamo affrontare».

L’alluvione in Emilia-Romagna è stata solo una delle catastrofi che si verificano ogni anno in Italia e nelle sue regioni. La responsabilità è attribuibile all’uomo e al cambiamento climatico, per cui questi eventi, purtroppo, sono sempre più frequenti e sempre più drammatici.

Sì è vero, i giovani stanno sempre davanti al cellulare a guardare i social media. Spesso sono ‘disconnessi’ dal mondo esterno. È vero anche che quando vengono posti di fronte alle sfide, quando capiscono che la loro presenza può fare la differenza, quando percepiscono che c’è bisogno di fornire il proprio aiuto sono i primi a farsi avanti.

L’alluvione ha messo in luce proprio questo cuore grande dei giovani, capaci di grande forza ed energia, capaci di assistere, incoraggiare, faticare, cantare per risollevare la loro città e interi quartieri coperti di fango. Ancora ad un anno dall’alluvione ci sono tanti lavori da concludere o iniziare per completare la ricostruzione. Ci sono ancora strade inagibili, soprattutto nelle colline e sono da terminare i lavori di messa in sicurezza dei terreni per evitare smottamenti e frane. Il comune di Cesena ha effettuato una spesa di 13 milioni di euro per ricostruire le strade collinari come la sp101 e sp75 per garanzia e tutela dei cittadini, tuttavia è ancora aperto il capitolo dei rimborsi ai privati cittadini che hanno dovuto sostenere pesanti opere di ristrutturazione e di rifacimento di abitazioni e attività commerciali. Molte, purtroppo, hanno chiuso i battenti non riuscendo a fronteggiare le ingenti spese per riavviare l’attività.

Luca Migliori, Giacomo Palmieri e Roberto Baioni Classe 3D

 

Il cambiamento climatico è dovuto alle emissioni di gas serra nell’atmosfera. L’effetto serra è un processo che si verifica nell’atmosfera quando sono presenti troppi gas inquinanti che determinano l’innalzamento delle temperature e, di conseguenza, l’evaporazione dell’acqua: il vapore acqueo genera le nuvole che a loro volta producono la pioggia. Quando piove molto e in poco tempo, avviene lo straripamento dei fiumi le cui acque invadono i territori circostanti con vere e proprie alluvioni come quella avvenuta nella nostra regione. Se non si prendono immediati provvedimenti, questi fenomeni non faranno che aggravare la già preoccupante situazione nel mondo.

«Bisogna avere maggiore cura del territorio e cambiare i nostri comportamenti – ha dichiarato a CesenaToday Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche, Irrigazioni e Miglioramento Fondiario (ANBI) – Non possiamo più permetterci il lusso di costruire ovunque, è necessario smettere di urbanizzare soprattutto sui terreni che invece dovrebbero servire per assorbire l’acqua.

L’Italia ha un territorio molto particolare, zone in cui la distanza dalla montagna al mare è molto ridotta, aumentando la velocità di discesa dell’acqua in caso di alluvione».

Luca Migliori, Giacomo Palmieri e Roberto Baioni Classe 3D scuola media Viale della Resistenza

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