ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I Grado Viale della Resistenza di Cesena (FC) - 3D

Il razzismo? È figlio di pregiudizi e stereotipi

Il valore della diversità che arricchisce e non divide. Qualche mese fa è arrivato un nuovo alunno che ha compiuto il viaggio della speranza

Qualche mese fa è arrivato nella nostra scuola un nuovo alunno che ha compiuto ’il viaggio’ partendo dall’Africa. La sua storia ci ha spinti a capire come gli stranieri minorenni vengono aiutati ad inserirsi nel Paese che li accoglie. Abbiamo così intervistato la responsabile della comunità ’Anemos’, Ludovica Filoia che da anni lavora in questa realtà.

Chi ospita la comunità? «La struttura ospita minori che vivono situazioni carenti sul piano educativo, minori italiani, stranieri e Mnsa (minori stranieri non accompagnati) per lo più tunisini, egiziani e marocchini, e una piccola minoranza di pakistani, albanesi e alcuni ragazzi provenienti dall’Africa Subsahariana.» Come opera la comunità? «Gli educatori si impegnano a stimolare la volontà e la motivazione dei ragazzi, a incrementare le loro potenzialità, per aiutarli a superare le difficoltà relazionali e scolastiche collaborando con i servizi territoriali».

Il punto di forza della comunità sono l’entusiasmo e la professionalità con cui gli operatori ogni giorno si relazionano con i ragazzi. 

«E’ un mettersi in gioco con loro per instaurare un rapporto di fiducia ed una relazione affettiva significativa, che permetta di vivere la comunità come una ’casa’ ha spiegato la responsabile della comunità» Quali sono i numeri dell’ immigrazione oggi nel nostro Paese? «Oltre 5 milioni. Questo è il tota-le degli stranieri presenti oggi in Italia, l’8,6% della popolazione. In Emilia-Romagna, secondo i dati Istat, gli stranieri sono oltre 500.000, il 12,8% della popolazione regionale e, da uno studio realizzato dall’Università di Bologna, risulta la prima per incidenza di stranieri, seguita dalla Lombardia. Il fenomeno migratorio è sempre più presente anche nella provincia di Forlì Cesena. Oggi i residenti stranieri sono circa 44.000, (l’11,0% della popolazione) ogni anno in aumento, con una provenienza dall’Europa centro-orientale: al primo posto c’è la Romania, seguita da Albania, Marocco e Cina. Stereotipi e pregiudizi sono sempre in agguato. Nonostante l’immigrazione non sia un fenomeno attuale, ancora gli italiani faticano a combattere gli stereotipi e i pregiudizi».

Che cos’è un pregiudizio? «E’ un giudicare prima di conoscere ed è quello che spesso molti fanno quando si trovano a convivere con gli stranieri. Il rapporto Istat 2022 conferma la presenza sul territorio dei migranti arrivati in precedenza e un cambiamento dei nuovi flussi in arrivo: gli ingressi per motivi di lavoro infatti si sono notevolmente ridotti, mentre sono rimasti stabili i numeri degli ingressi per il ricongiungimento familiare e sono aumentati quelli dei migranti in cerca di protezione internazionale, di cui i profughi ucraini sono il più recente esempio. L’Italia, già da diversi anni, è un paese di immigrazione con un saldo migratorio positivo. Tutto ciò ha causato una serie di preoccupazioni nel corso del tempo. Da molti politici e non solo, il fenomeno migratorio è stato definito ’invasione di stranieri’ e da anni il rapporto tra stranieri e tasso di criminalità è uno dei grandi temi di cui si parla. Tuttavia non si è registrato un aumento della criminalità in Italia. Secondo alcune ricerche siamo proprio noi italiani a manifestare la maggiore distorsione tra la percezione dei migranti ed il dato effettivo».

Ma quindi, perché si crede che gli stranieri commettano più reati rispetto agli italiani? «La parola ’straniero’ deriva da ’estraneo’ e questo è ciò che percepiamo di loro. Li sentiamo ’altri’ rispetto a noi, abbiamo un atteggiamento di paura e sospetto nei loro confronti, ci sentiamo minacciati perché sono diversi da noi e tutto ciò che è diverso fa paura. Temiamo che ci rubino il lavoro quando sono proprio loro molto spesso a svolgere quelle professioni che gli italiani rifiutano. Studi recenti indicano che nel 2018 il 39% degli africani si è sentito discriminato, la maggior parte (29%) sul lavoro, altrettanti (23%) per la difficoltà di trovare un alloggio e il restante (12%) a scuola».

Elisabetta Valdifiori, Zoe Gardini, Giulia Balzoni Bianca Ruiz Granados 3D

 

Il libro di Giuseppe Catozzella ’Non dirmi che hai paura’ narra la storia di Samia Yusuf Omar, un’atleta olimpica somala partita per raggiungere l’Italia con un gommone via mare, con l’obiettivo di raggiungere Londra per gareggiare alle Olimpiadi. Ma in Italia non ci arrivò mai, infatti morì annegata il 2 Aprile 2012 nel Mar Mediterraneo, al largo di Lampedusa, mentre cercava di raggiungere le coste italiane. «Mi sentivo responsabile per la morte di questa giovane ragazza e avevo deciso di raccontarla nel mio paese quasi come un risarcimento», dice Giuseppe Catozzella, l’autore del libro, che ha ricostruito la storia di Samia intervistando la sorella maggiore, Odan.

Noi italiani spesso siamo razzisti e nutriamo pregiudizi verso gli stranieri, ma non dobbiamo dimenticare ciò che è stato alla fine del 1800 quando i migranti eravamo noi. L’emigrazione italiana della fine Ottocento interessò più di 5 milioni di persone e le principali mete erano l’Oceania ma soprattutto l’America, il continente delle grandi opportunità. L’80% degli emigranti proveniva dal sud Italia, ancora arretrato e molti erano contadini che emigravano a causa della disoccupazione e della povertà.

Elisabetta Valdifiori, Zoe Gardini, Giulia Balzoni Bianca Ruiz Granados 3D

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