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IC Don Chendi di Tresigallo (FE) - 3F

Il gioco d’azzardo, piaga da sconfiggere

Un grave fenomeno per la società, l’inchiesta dei cronisti della classe 3ª F di Jolanda di Savoia. Questa settimana termina il campionato

Il gioco d’azzardo raccontato dai cronisti della classe 3ª F di Jolanda di Savoia, scuola che fa parte dell’istituto Comprensivo Don Chendi di Tresigallo. Sono stati seguiti dal professor Michele Govoni IL GIOCO D’AZZARDO Secondo i dati raccolti nel 2023, nell’ambito di Young Factor Monitor, l’Osservatorio di Nomisma che consente di monitorare, conoscere e comprendere gli stili di vita, abitudini e valori degli adolescenti, il 37% dei giovani tra 14 e 19 anni gioca d’azzardo. Nonostante il dato sia in diminuzione (nel 2014 si attestava al 56%, nel 2021 al 42%) rimane comunque preoccupante, se si considera che il gioco d’azzardo è considerato tra le principali dipendenze nel nostro Paese e che, a fronte di una diminuzione in valore assoluto, aumentano i giocatori assidui (cioè quelli che giocano da una a più volte la settimana). L’idea di occuparci di gioco d’azzardo ci è venuta dopo aver assistito allo spettacolo “L’azzardo del giocoliere” con l’attore e insegnante Federico Benuzzi. Al centro dello spettacolo, che si presenta come una classica esibizione di giocoleria, Benuzzi pone le tecniche statistiche per dimostrare l’assurdità e l’impossibilità di vittoria nel gioco d’azzardo, al contrario dello sport o della giocoleria stessa nei quali più tempo si dedica all’esercizio e più ci si migliora. A partire da questo, ci siamo interessati a svolgere una ricerca a tal proposito, i cui esiti sono stati presentati in classe durante un’ora di Educazione Civica. È interessante notare come sempre più persone siano coinvolte nel gioco d’azzardo compulsivo, con conseguenti dipendenze, problemi economici, il ricorso agli usurai, la perdita del lavoro e della dignità e spesso il dissolvimento delle certezze, comprese quelle familiari.

Non sono da escludere anche l’insorgenza di fenomeni depressivi e la totale perdita di ogni riferimento di vita, compreso il rischio di cadere in altre dipendenze (droga, alcool). Nel nostro percorso di ricerca attraverso la scoperta del gioco d’azzardo, ci siamo resi conto di come possa essere pericoloso per la vita di tutti i giorni il sottovalutare i rischi che si corrono. Anche in questo la dipendenza da gioco d’azzardo (che nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali viene etichettato come GAP) si avvicina alle altre dipendenze, anche a quelle di “ultima generazione” come quella da Internet, Social Network e videogiochi. Vero è che in Italia un gran numero di società autorizzate dallo Stato promuovono e lanciano sul mercato nuovi giochi e nuove scommesse alimentando così un circolo vizioso che rovina ogni anno migliaia di famiglie. A differenza del passato in cui il gioco d’azzardo era visto come un “semplice vizio”, da alcuni decenni esso ha assunto le dimensioni di un vero e proprio dramma sociale raccontato anche da alcuni cortometraggi reperibili in rete e da trasmissioni televisive di approfondimento.

Classe 3^F – Jolanda di Savoia

 

IL GIOCO D’AZZARDO Andiamo a leggere la seconda puntata dell’inchiesta redatta dalla Classe 3ª F Jolanda di Savoia.

Il gioco d’azzardo non è tanto lontano da noi e dalle nostre abitudini quotidiane, alcuni giovani hanno sperimentato direttamente o indirettamente questo tipo di dipendenza.

Da un sondaggio fatto da noi ragazzi è emerso che il 27% dai giovani gioca d’azzardo almeno una volta a settimana sia offline che online.

Fermo restando che il 95% di coloro che giocano d’azzardo nel campione di giovani esaminato lo fa insieme ad un adulto della famiglia, risulta preoccupante il dato sulla conoscenza di persone che hanno avuto problemi economici e di salute a causa del gioco d’azzardo. Ben il 37% ha avuto contatti o conoscenze con persone che hanno subìto gravi conseguenze a causa della dipendenza dal gioco d’azzardo.

Le nostre considerazioni non si sono limitate al solo gioco, ma si sono allargate a prendere in esame anche la dipendenza da videogiochi.

Nel 12,5% dei casi esaminati del campione studiato infatti, la dipendenza da videogiochi è stata considerata al pari di quella da gioco d’azzardo, così come il 56% ha valutato questo tipo di dipendenza al pari delle altre dipendenze.

 

Pensiamo che i dati da noi raccolti siano piuttosto preoccupanti. Ci chiediamo quindi perché ci si avvicini al gioco d’azzardo già in giovane età; da un confronto è emerso che molti si lasciano trascinare dalla speranza di una vincita cospicua che possa cambiare loro la vita. Anche la noia gioca un ruolo fondamentale, così come il desiderio di passare il tempo. Crediamo che una prevenzione al gioco possa nascere nelle scuole, educando e informando noi ragazzi (adulti di domani) sui rischi che corriamo quando ci avviciniamo al mondo delle scommesse e del gioco.

 

LA REDAZIONE I cronisti della classe 3ª F di Jolanda di Savoia Enrico Abati, Emily Bergo, Noemi Biolcati, Riccardo Boschetti, Luca Casotti, Thomas Curti, Sabrina Curzola, Pierpaolo Farinelli, Matteo Grassi, Riccardo Malagutti, Gioia Negri, Riccardo Pezzolato, Andrea Russotto, Matteo Trombin, Dalin Mihai Ungureanu, Leonardo Vecchiattini 

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