ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Maroncelli di Forlì  (FC) - 2B

Basta guerra, impariamo dai nostri errori

I ragazzi hanno riflettuto sui conflitti che affliggono molti popoli nel mondo e sull’urgenza di costruire un futuro migliore

La guerra la vediamo come un’ombra armata di spada, pronta a far fuori chiunque incontri sulla sua strada. La nostra adolescenza è stata già fortemente condizionata, e oseremmo dire anche rovinata, prima dalla pandemia e per noi qui in Romagna da un’alluvione di proporzioni inaudite e adesso che forse ci stavamo avvicinando alla fine di questo buio tunnel, tutte le nostre vite sono nuovamente in bilico. L’uomo non ha ancora imparato dai vecchi errori e continua a sbagliare. Abbiamo sentito il bisogno di parlare di questo argomento perché non riusciamo a capire come mai il male continui a perpetuarsi e con la nostra professoressa di storia abbiamo ripreso l’articolo 11 della nostra Costituzione che comincia così: ‘L’Italia ripudia la guerra…’. Ripudia. Verbo forte, più incisivo di ‘odia’, ‘rinuncia’, ‘vieta’. Tantissime sono state le nostre riflessioni.

Ecco l’opinione di un nostro compagno ucraino: «La guerra per me è dolore talmente pro-fondo che non ho mai sentito prima, mi sono sentito così da quando è iniziata la guerra in Ucraina, da quel malefico 24 febbraio 2022 il mio cuore è andato in pezzi quando la mattina la mamma mi ha detto che è cominciata la guerra nel nostro Paese. Quindi alla domanda cosa penso della guerra ho solo una risposta: «Ho paura, non solo per la mia vita ma anche perla mia famiglia, per l’Ucraina e per tutta la gente nel mondo. La guerra distrugge tutto, case, fabbriche, strade, intere città».

Dove è passata la guerra non c’è più la vita, solo dolore, lacrime e persone morte… Qualcuno aspetta il ritorno di un padre che non tornerà mai, un figlio che non tornerà mai, sogni e speranze andati in frantumi da qualcosa fuori dal nostro controllo. Indipendentemente da quello che viene detto, la guerra non cambia mai e il popolo continua a morire. Ma in fondo anche nei tempi più bui non possiamo dimenticare quello che ci rende umani, avere speranza e combattere per un futuro migliore è quello che ci dà sicurezza. «Il mio sogno è quello di avere la possibilità di tornare da mia nonna dove ci sono tutti i miei amici come ho sempre fatto, io spero che la guerra finisca presto così il mio sogno potrà diventare realtà». I dibattiti in classe sono costruttivi, perché avere un confronto con i coetanei e con i docenti non è scontato.

Ognuno è libero di esprimere i propri pensieri senza che nessuno possa giudicarlo o contraddirlo. Per fortuna noi, i nostri compagni, i docenti, la scuola e chiunque abbia un cuore sappiamo che la pace è sempre la scelta migliore. I docenti provano a parlarci di ciò che succede nel mondo e noi alunni siamo tutti sempre molto interessati. Di qualunque tipo di guerra si tratti si assiste allo stesso scenario.

Odio, sopraffazione, desiderio di potere. Un altro nostro compagno che ha sofferto molto dopo l’alluvione così ci ha detto: «L’anno scorso la mia casa è stata colpita dall’alluvione e ci siamo trovati a riflettere: perché è capitato a noi e non a qualcun altro? Credo che sia la stessa cosa che pensa ogni uomo, donna o bambino in un luogo di guerra. Perché mi sta capitando questo? Finché la guerra non ti tocca, sei fortunato, ma se capitasse anche a te cosa faresti? Nel nostro piccolo è bastato che si rompesse un argine di un fiume per avere solo una pallida idea di cosa possa provare qualcuno in guerra».

Quanti popoli nel mondo, in questo momento, stanno vivendo situazioni di guerra. Non ci sono solo i conflitti di cui parlano i nostri giornali o telegiornali. Ci sono mille piccole guerre in ogni angolo del mondo e sembra che tutto questo non sia sufficiente. Ogni politico annuncia solo aumenti di spese militari e la volontà di mandare soldati al fronte. E di guerra si canta nella musica della nostra generazione. ‘Come fate a dire che qui è tutto normale, per tracciare un confine con linee immaginarie bombardate un ospedale, per un pezzo di terra o per un pezzo di pane…’, così canta Ghali nella sua ultima canzone a Sanremo.

Vi lasciamo con una frase che ci è rimasta impressa ma che è di insegnamento per tutti. Il rapper Dargen D’Amico dice: ‘C’è una guerra di cuscini ma cuscini un po’ pesanti, se la guerra è dei bambini la colpa è di tutti quanti…’

Classe 2ªB

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