ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado A. Brancati di Pesaro (PU) - 3B, 3C

Sapevate che… ? Passeggiata storica in città

Piazza Emanuele III, le porte all’ingresso del centro e tanti altri aneddoti scoperti grazie a una guida speciale: la presidentessa Anpi

Sapevate che la famosa “piazza del Popolo” una volta si chiamava “Piazza Emanuele III”? E che in “piazzale Matteotti” c’era una stele con un fascio littorio per commemorare i caduti in guerra? Noi ragazzi delle classi terze, grazie a Matilde Della Fornace, presidentessa dell’Anpi, abbiamo scoperto come si presentava Pesaro nell’età fascista passeggiando per le vie della città.

In un primo momento abbiamo esaminato foto e video di monumenti e luoghi, presenti a Pesaro, durante il governo di Benito Mussolini, utilizzati per esaltare la dittatura fascista. La maggior parte dei luoghi non era riconoscibile, visto che molti edifici sono stati distrutti quando è caduto il fascismo o sono stati riadattati secondo le esigenze del dopoguerra. Pesaro fu un luogo molto colpito dalla seconda guerra mondiale, anche se questo non si trova scritto nei manuali di storia. Le trasformazioni urbanistiche subìte dalla nostra città possono essere verificate attraverso foto, testimonianze, video, documenti di persone che hanno voluto custodire la memoria di questi eventi; abbiamo anche scoperto che i vari edifici a cui passiamo davanti ogni giorno racchiudono storie che noi non ci saremmo mai immaginati.

Dopo il primo incontro ogni classe si è divisa in gruppi corrispondenti a un luogo della città: piazzale Matteotti, piazza del Popolo, piazzale Primo Maggio, piazzale Innocenti, piazzale Collenuccio, piazzale Lazzarini, Parco della Rimembranza e la sta-zione ferroviaria. Il compito di ogni gruppo era fotografare il luogo attuale e confrontarlo con le foto dello stesso posto scattate durante il periodo fascista per analizzare le differenze architettoniche e funzionali ed esporle ai compagni durante la nostra “passeggiata storica”.

Abbiamo scoperto che alcuni edifici non ci sono più, altri se ne sono aggiunti, altri ancora hanno cambiato funzione, è cambiato il nome di alcune vie.

Inoltre abbiamo appreso molte altre informazioni sulla storia della nostra città, per esempio Pesaro una volta aveva quattro porte: Porta Sale, Porta Rimini, Porta Collina e Porta Fano. Questo progetto è stato utile per conoscere meglio la nostra storia locale, ma soprattutto per capire, grazie ad una semplice passeggiata, cosa significa il concetto di “libertà”, cioè avere la fortuna di poter esprimere senza paura la propria opinione, diritto non rispettato in periodi di dittatura.

Matilde Angelini, Giorgia Brusa, Sofia Fabrizi Classe 3ª C

 

Il poeta portoghese Ferdinando Pessoa ha scritto: «Non apprezza la libertà chi non ha mai conosciuto la costrizione» ed io sono molto d’accordo con questa affermazione. La libertà non deve essere data per scontata, è un diritto fondamentale e non può essere tolta per motivi ingiusti. Come è successo a tutti i reclusi nei gulag in Russia e a tutti i deportati nei campi di concentramento dai nazisti, non solo ebrei ma anche Rom, disabili, omosessuali.  Persone recluse solo perché considerate diverse. In questo momento storico purtroppo stiamo assistendo ancora a forme di privazioni della libertà. Questo succede dove ci sono dittature o guerre civili, posti dove non c’è neppure il diritto di espressione o di dissenso, ad esempio in Cina, Corea del Nord o in Russia. Qui i giornalisti che non dicono quello che vuole lo Stato oppure gli oppositori politici spesso muoiono in circostanze misteriose.

Per fortuna l’Italia è una democrazia e garantisce anche la libertà di espressione grazie all’articolo 21 della Costituzione che afferma che tutti possono liberamente manifestare la propria opinione. Noi giovani dobbiamo essere consapevoli che la libertà è un bene importantissimo, da tutelare e da sfruttare al meglio.

Filippo Magi, 3ª B

 

Ideare e progettare elaborati ricercando soluzioni originali, capire i vantaggi e l’utilizzo delle nuove tecnologie, contribuire alla realizzazione di una comunità sostenibile, sviluppare e sensibilizzare al rispetto dell’ambiente in linea con gli indirizzi dell’Agenda 2030: sono questi alcuni degli obiettivi del laboratorio pomeridiano «Stop motion» proposto a noi alunni di terza e tenuto dalle professoresse Prisca Gramolini e Francesca Amati di Arte e immagine. Stop motion è una tecnica di animazione cinematografica, che si basa sulla logica di realizzazione dei cartoni animati, interessa la fotografia, ogni fotogramma viene riprodotto in sequenza, la tecnica crea l’effetto di un oggetto che si muove.

Il laboratorio è suddiviso in varie fasi: all’inizio ognuno di noi ha dovuto ideare un soggetto, dei personaggi e scrivere uno storyboard. Successivamente abbiamo modellato i personaggi con la plastilina e abbiamo creato delle piccole scenografie. La terza fase prevede delle riprese con la tecnica della Stop Motion e poi il montaggio dei video. Io ad esempio sto realizzando la storia di un gatto un po’ particolare, che pulisce i mari dai rifiuti e dalle microplastiche; il mio amico Martin sta creando invece uno storyboard che ha come protagonista una famiglia di pinguini, messa in difficoltà dallo scioglimento di un iceberg, causato dal riscaldamento globale. Ci stiamo appassionando molto e qualcuno di noi già sta fantasticando sul diventare un regista famoso! Per rimanere in tema, se noi di terza abbiamo la possibilità di partecipare al laboratorio di Stop motion, gli alunni di prima e seconda il lunedì pomeriggio stanno frequentando il laboratorio di cinematografia, coordinato dagli esperti Lorenzo Piscopiello e Fabrizio Colonesi: si stanno cimentando nella recitazione, per la realizzazione di due cortometraggi. Evviva la libertà di espressione, in tutte le sue forme!

Federico Cecchini 3 B

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