ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Cappella di San Benedetto del Tronto (AP) - 2F

La mafia tutto è tranne che umana

La coraggiosa battaglia di Peppino Impastato e il sacrificio delle forze dell’ordine per sgominare le organizzazioni

«La mafia uccide, il silenzio pure». Questa celebre frase di Peppino Impastato ci fa ancora oggi ricordare la continua ed eterna lotta contro l’omertà e la mafia, il crimine organizzato conosciuto per i più tragici attentati avvenuti in Italia e nel mondo.

Questo celebre attivista è noto per la sua coraggiosa battaglia contro la violenza della mafia; ha amplificato la sua voce attraverso una stazione radio, Radio Aut e sfidato le cosche mafiose con il suo determinato attivismo politico e con l’umorismo, l’arma più forte contro la paura.

È morto il 09/05/78, con un attentato mafioso, su ordine di quel capomafia, che lui aveva cercato ostinatamente di «smontare». Il 21 marzo, pochi giorni fa, è stata commemorata la giornata contro le vittime di mafia, istituita nel 2017 con voto unanime dalla Camera dei Deputati, come «Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie». Ogni anno gran parte delle scuole di tutta Italia si riuniscono a Roma per ricordare le vittime di mafia, un corteo che commemora 1081 vittime innocenti, tra cui 134 donne e 115 bambini. Quest’anno è giunto alla sua 29° edizione: un periodo lungo, che ha reso protagonista la vasta rete di associazioni, scuole, realtà sociali, enti locali, in un grande percorso di cambiamento, nel segno di Libera, una delle tante associazioni che promuovono la lotta alle mafie. Tra le molte vittime di mafia ricordiamo anche le sorelle Nencioni, Caterina e Nadia. Quest’ultima ha scritto una poesia «Tramonto» a soli nove anni, poco prima di morire nella strage di Via dei Georgofili a Firenze, nei pressi della Galleria degli Uffizi, avvenuta nel 1993 e organizzata da Matteo Messina Denaro. «Il tramonto si avvicina, un momento stupendo, il sole sta andando via (a letto) è già sera tutto è finito». Nadia non c’è più, ma sopravvivono le parole di questi suoi versi, che sono ispirati dai tramonti di San Casciano, dove andava a trovare i nonni e dalla vista mozzafiato dell’aperta campagna. L’operazione, che porterà il 16/03/93 all’arresto del capomafia Messina Denaro, per 30 anni uno dei dieci latitanti più ricercati al mondo, si chiamerà proprio «Operazione Tramonto», in onore di questa commovente poesia. E per alimentare ulteriormente il ricordo fondamentale delle vittime di mafia e in particolare quello di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, altri simboli della lotta a Cosa Nostra, è stata istituita nel 1992 una Fondazione, con lo scopo di promuovere la legalità, la giustizia, la lotta alla criminalità. In conclusione, la mafia rappresenta unicamente la crudeltà di chi finge di chiamarsi «uomo» e di chi se ne è dimenticato, perché la mafia tutto è tranne che qualcosa di umano.

I colori dell’anima – Nel bosco mi nascondo e tra le foglie, / osservo la neve che si scioglie. / quel colore bianco e cangiante, / mi rende più raggiante (Mattia).

4 stagioni – Il color giallo mi trasmette allegria, /oppure come il sole che comunica armonia. / I prati di primavera verdi e pimpanti, / pieni di fiori sempre profumati. / Quando dagli alberi cadono le foglie arancioni, / dopo un po’ gli uccelli cambiano abitazioni. / Con il freddo gelo che sta arrivando, / i fiocchi di neve bianchi/stanno calando (Alice).

La grigia timidezza – Ed ecco, ecco che arriva il momento,/ma poi divento come il grigio cemento. / Provo, provo a farmi notare, /ma non riesco come le grigie nuvole/a volare. / ed ecco, ecco che ci riprovo, / ma il coraggio ancora non trovo. / Forse un giorno ci riuscirò, / e la timidezza in grigio vincerò (Nina). Rosa come l’ansia – All’improvviso senti qualcosa che ti sale, / come le spine delle rose che se le tocchi fanno male. / Mille pensieri nella testa, / dentro hai come una tempesta / preferirei una collana di rose sul mio collo / invece che sentirmi in piedi su questo piedistallo. / Osservata da tutti / penso di non essere abbastanza, /mi sento come rinchiusa dentro una stanza./Guardo fuori un tramonto rosa /soffocato da una pianta di mimosa /e allora penso…/ la vita non è tutta rose e fiori (Bianca).

 

Il 7 febbraio alcune classi, per la giornata nazionale contro il bullismo e cyberbullismo, hanno visto il cortometraggio «Se qualcosa è cambiato». Abbiamo così riflettuto sulla tematica del bullismo e ci siamo emozionati ad ascoltare il discorso finale del film «Il grande dittatore» di Chaplin, parte integrante del documentario. Il grande dittatore ci urla che non dobbiamo odiarci ed essere avidi, non dobbiamo essere macchine, trattate ‘come bestie’, sfruttate per il volere di qualcun altro, poiché siamo fatti di ‘polvere di stelle’ e quindi liberi di essere anima e di rendere questo mondo migliore. La polvere di stelle è, in piccole percentuali, materia di noi; animali come le tartarughe, come Chico (la tartaruga protagonista), grazie a questa caratteristica e al magnetismo della Terra, riescono sempre a ritrovare il posto che hanno scelto come casa; in contrapposizione a ciò, nel documentario viene mostrata anche una parte brutta del nostro essere umani, ossia gli atti di bullismo, simili al razzismo e alla violenza condannati nel discorso del Grande Dittatore. Diversi sono i messaggi che ci sono arrivati. Bisogna quindi fare  attenzione a quello che diciamo e facciamo.

 

La pagina di oggi è a cura della classe 2F del plesso Cappella dell’Isc Sud di San Benedetto, coordinata dalla professoressa Mara Cittadini. L’articolo di apertura sulla mafia è a firma di Sofia Capparè, Michelle Carlini, Giulia Falà, Sofia Pierantozzi, Viola Tenore e Sofia Vianello. Il pezzo sul bullismo è stato scritto da Christian Bianconi, Christian Ruben Bolzan, Emanuele Camaioni, Daniele Narcisi, Alessio Pignotti, Christian Santoro e Alessandro Toccacieli.

Infine, l’articolo sulla poesia è opera di Alice Benvenuto, Nina Calcinaro, Daniele De Angelis, Elena Ferrazzo, Mattia Mancini e Bianca Perrone. 

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