ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado Farini di Bologna (BO) - 1B

Tra razzismo e stereotipi: il dolore sulla pelle

Recitazione, costumi e dietro le quinte. Un progetto per esplorare i lati nascosti del cinema con Dry-Art e Black History Month Florence

Noi della 1^B, insieme ad altre classi della scuola Farini, abbiamo lavorato a un progetto sul razzismo promosso dalle associazioni Dry-Art e Black History Month Florence. Il percorso era articolato in più lezioni. Inizialmente un esperto ci ha spiegato il razzismo nel cinema. La cosa che ci ha colpito di più è stata la blackface: attori bianchi, gli unici ammessi sul set, che si coloravano la faccia di nero per interpretare personaggi di colore.

Questa pratica è molto umiliante ed è per questo che ci ha veramente impietositi. Poi è stato girato il primo film con un vero attore nero, «Il cantante jazz», che però era pieno di stereotipi razzisti, il che ci ha fatto arrabbiare.

Abbiamo inoltre scoperto come molti film italiani, anche recenti, abbiano sfruttato lo stereotipo dello straniero che deve ricoprire ruoli di secondo piano ed esprimersi con un accento storpiato. Tutte queste informazioni ci hanno davvero sconcertati. Nella seconda lezione abbiamo incontrato Kassim Yassin Saleh, un regista africano che ci ha fatto vedere il suo cortometraggio «Idriss». Questo film parla di un bambino africano che ha perso i genitori mentre attraversava il Mediterraneo. All’inizio gli altri bambini, ognuno coni propri problemi, non lo accettavano perché era di colore, ma poi lui è riuscito a dimostrare il suo vero potenziale e tutti lo hanno accolto formando un gruppo favoloso. Nella terza lezione il regista e lo sceneggiatore di Dry-Art ci hanno fatto fare lo storyboard per quello che sarebbe diventato il nostro video contro il razzismo.

Il corto parla di due ragazzi che si trasferiscono in una nuova scuola: lei viene da una situazione entusiasmante e lui da una scuola in cui veniva bullizzato.

La classe in cui sono inseriti è omologata, tutti si vestono in modo uguale e fanno le stesse cose come dei robot, mentre quelli diversi sono esclusi. Il ragazzo entra nel gruppo, adeguandosi, mentre Giada viene esclusa perché vuole rimanere se stessa. Alla fine la ragazza si ribella e fa capire a tutti, incluso Luca, che ognuno ha un proprio colore, un proprio valore e non bisogna nasconderlo. Le impressioni della classe su questo percorso sono molto positive: produrre il video è stato particolarmente divertente ma anche molto complicato e impegnativo, perché ha richiesto tanta concentrazione, ma questo ci ha stimolati ancora di più. Quando lo abbiamo visto alla presentazione è stato molto imbarazzante, ma alla fine c’è stata una bellissima standing ovation.

In redazione: Bergantino Antonio, Biagini Giulia, Capitò Filippo, Cuomo Matteo, Degli Angeli Greta, Drovandi Beatrice, Fagarazzi Alessandro, Giovannielli Andrea, Lamolinara Rosa, Lanzoni Martina, Locci Matteo, Madduma Bandarage Megha, Morselli Lucia, Nicolini Leonardo, Palacchino Ludovica, Pugliese Francesco, Slama Sabrina, Stefanelli Arianna, Streppone Sofia, Tabacchi Gabriel, Waseem Urwa, Yang Zhonghao. Docente tutor: Prof. Stefano Camasta

 

Rapper, poi educatore e scrittore. Da piccolo veniva insultato, soffriva e teneva tutto per sé, finché il rap l’ha aiutato a crescere, trasformando il dolore in energia positiva. Come educatore lavora nelle scuole, dove fa molti laboratori su questo tema.

Abbiamo incontrato Amir Issaa il 21 marzo scorso, durante un evento promosso dal Comune di Bologna in occasione della ’Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale’. Oggi lui è diventato famoso, ma nella sua infanzia ha avuto vari problemi. Nato e vissuto nella periferia di Roma, si sentiva diverso dagli altri per-ché sua madre era italiana e suo padre egiziano, un uomo che ha avuto anche problemi con la giustizia ed è stato in carcere. È cresciuto con la mamma che, per non farlo sentire un estraneo in classe, ha nascosto un po’ la sua vera identità e lo ha chiamato Massimo. Quando ha scoperto le rime e il potere del rap gli si è aperto un mondo: ha iniziato così a esprimersi meglio e a sfogare finalmente la sua sofferenza.

Il rap, che è nato come espressione delle minoranze, gli è servito soprattutto per affermare la ricchezza della diversità. Il suo messaggio è che ognuno deve essere se stesso, senza nascondere la sua identità, e che, a cominciare dalla scuola, nessuno si deve sentire discriminato.

Questo incontro è stato molto educativo, perché quello che Amir Issaa comunica dà forza alle ragazze e ai ragazzi che sono in situazioni simili e può ispirare molte altre persone.

 

Match di campionato di Serie A tra Udinese e Milan, 20 gennaio 2024. Mike Maignan, portiere rossonero, rimane vittima di insulti razzisti da parte di alcuni tifosi della squadra di casa, decidendo quindi coraggiosamente di abbandonare il campo per qualche minuto, seguito dai suoi compagni. Maignan aveva segnalato all’arbitro gli insulti già a inizio gara e dall’altoparlante del Bluenergy Stadium era stato diffuso un messaggio di avvertimento ai tifosi, ma inutilmente. Un gesto irrispettoso ai danni del giocatore, che ha poi ricevuto la solidarietà di tutti. In classe abbiamo riflettuto su questo fatto e siamo arrivati alla conclusione che in quel caso i tifosi hanno usato offese razziste nei confronti di un giocatore per cercare di fargli perdere la concentrazione e far scaturire in lui un’emozione negativa. Pensiamo che un’azione del genere sia inaccettabile e che tutti possiamo combattere contro il razzismo di ogni tipo, manifestando la nostra disapprovazione. Noi ci abbiamo provato con questi articoli. 

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