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IC Don Minzoni di Argenta (FE) - 5B

Don Minzoni: cent’anni dalla sua scomparsa

Tra storia e valori il reportage dei giovani cronisti della classe 5B. I reporter sono seguiti dalle docenti Lisa Marchi e Silvia Biancucci.

Don Minzoni: cent’anni dalla sua scomparsa. Un bel reportage tra storia e valori scritto dai giovani cronisti della classe 5B, scuola primaria dell’I.C. Don Minzoni di Argenta. I reporter sono seguiti dalle docenti Lisa Marchi e Silvia Biancucci.

Prima puntata L’uomo, il parroco impegnato, l’educatore, l’attivismo con giovani e lavoratori. Don Giovanni Minzoni è nato a Ravenna il 20 giugno 1885 in una tipica famiglia laica romagnola che gestiva una locanda in centro a Ravenna. Fin da bambino ha dimostrato di essere un bravo studente e grazie allo zio prete, riuscì a continuare gli studi in seminario, dove nacque la sua vocazione. Nel 1909 venne inviato, giovanissimo, alla parrocchia di Argenta dove trovò una realtà povera, costituita da “fittavoli”, mezzadri, vallaroli e braccianti.

La società argentana aveva ideali socialisti ben radicati; pochissimi erano i giovani che frequentavano la parrocchia, rispetto a quelli che frequentavano i circoli socialisti e le Camere del lavoro. Don Giovanni non si perse d’animo e fondò un doposcuola per “i più deboli”, trasformò l’orto della canonica in ricreatorio e attiguo a questo, con enormi sforzi, creò una “sala-teatro”, organizzando gruppi maschili e femminili di filodrammatica. Gli argentani lo sostennero con generosità. Nel 1916,con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, don Minzoni venne nominato cappellano militare, ma volle anche restare fedele alla sua vocazione di educatore a fianco dei più giovani e dei più poveri. Fu in prima linea sul Monte Zebio che domina Asiago: questa tre-menda esperienza segnerà don Giovanni per il resto della vita.

Dopo la Guerra riprese tutte le attività educative ad Argenta: il doposcuola, creando anche una “biblioteca circolante”, fondò due circoli di Azione Cattolica, uno dei primissimi gruppi scout in Italia, riattivò l’Opera Pia Liverani per l’educazione delle fanciulle, ampliò il teatro parrocchiale ed inaugurò la sala cinematografica, unica nella zona.

Iniziò a curare anche le attività sociali: affittò ,infatti, una vasta tenuta a Bando, una frazione del comune di Argenta, fondando un cooperativa di braccianti; organizzò anche un laboratorio di maglieria, facendo in modo che la proprietà delle macchine fosse delle lavoratrici. Nell’aprile del 1921 il nascente Partito Fascista con la violenza di oltre 400 camicie nere ,costrinse Sindaco e Giunta di Argenta a dimettersi; distrussero la Camera del Lavoro ed ogni simbolo socialista.

Il 7 maggio uccisero l’assessore Natale Gaiba ,uno dei pochi che non si era dimesso. L’unico a reagire fu Don Minzoni, denunciando pubblicamente l’accaduto con due manifesti: uno a firma della neonata sezione del Partito Popolare, l’altro del Circolo Giovanile. Per due anni don Giovanni continuò, tra mille difficoltà, il suo apostolato ed il suo attivismo, tentando in ogni modo di garantire i “diritti inviolabili” di uomini, donne e giovani a “livello sociale, politico, economico e solidaristico”, ma il 23 agosto 1923 venne ucciso barbaramente.

classe 5B, scuola primaria

 

I luoghi di Don Minzoni ad Argenta. Alla fine di maggio dell’anno scorso, ad Argenta, per commemorare il centenario della morte di Don Minzoni, è stato organizzato un itinerario guidato che ripercorreva i luoghi più significativi e a lui più cari, purtroppo oggi in gran parte non più esistenti. Le strade del paese, sono state arricchite da un allestimento che ricorda la vita e la figura del parroco ucciso dal fascismo 100 anni fa. Si è svolta una passeggiata animata, tra storia e realtà in cui il racconto della storia della città si è intrecciato con quello della vita del parroco ed è stato narrato proprio dai giovani ai quali il suo impegno civile era rivolto. I luoghi significativi sono: piazza San Francesco, in cui, nel complesso di San Francesco, don Minzoni si dedicò alla ricostruzione e all’ampliamento del Ricreatorio parrocchiale, dotandolo di un salone per le adunanze, per le recite teatrali, per il cinematografo e per le conferenze.

Nell’orto adiacente la chiesa “espropriato al sacrestano” don Minzoni attivò un campetto per far giocare i più giovani. Istituto Liverani, dove le suore gestivano un ricreatorio doposcuola, una scuola di musica, canto e recitazione, una scuola di cucito e ricamo, una cooperativa di donne per la confezione di maglie e ospitavano il Circolo giovanile di Azione cattolica femminile Sacro Cuore e una scuola elementare parificata.

Segue…

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