ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC del Tronto e Valfluvione di Rocca Fluvione (AP) - Classi Terze

I confini dell’intelligenza artificiale

Abbiamo intervistato un esperto del settore, l’ingegner Corradetti, che si è occupato di un progetto che riguarda l’infanzia

Attualmente uno degli argomenti sul quale si discute di più è l’intelligenza artificiale ed il suo utilizzo. Abbiamo così deciso di intervistare un esperto del settore, l’ingegnere Ivano Corradetti che, oltre ad aver fondato una start up molto conosciuta, si è occupato di un progetto che riguarda l’infanzia, con la creazione di un animatronico particolarmente adatto all’interazione con i bambini, ma anche con gli adulti.

La prima domanda che abbiamo posto all’ingegnere riguardava il fatto che lui, in un’altra intervista che avevamo trovato su internet, avesse preferito utilizzare il termine intelligenza aumentata al posto di intelligenza artificiale. L’ingegnere ci ha precisato che l’AI è nata quando è nato il primo computer e la definizione da lui usata pone l’attenzione sull’intelligenza umana e non sul prodotto finito. Siccome ha progettato degli animatronici e la cosa ci incuriosiva molto, abbiamo chiesto come fosse nato l’animatronico Johnny. In realtà l’idea era nata da un suo amico che aveva sviluppato un prodotto molto semplice, un pupazzo che poteva muoversi attraverso un telecomando e a parlare era il progettatore nascosto nelle vicinanze, quando il pupazzo interagiva con qualcuno. Johnny, dal 2020, è tuttora un «work in progress», data la sua complessità, poiché convivono in lui la parte robotica, meccanica, informatica. Poiché è stato progettato per interagire in campo medico – didattico coi bambini, la difficoltà maggiore è stata quella di renderlo «empatico». Sicuramente è stato un obiettivo raggiunto, visto che è stato utilizzato anche per le visite diagnostiche presso il famoso ospedale pediatrico «Bambin Gesù». Abbiamo proseguito la nostra intervista chiedendo all’esperto quali secondo lui potrebbero essere i campi più interessanti per lo sviluppo dell’AI. In particolare, bisogna distinguere tra i semplici algoritmi e quello che può fare l’AI generativa. Quest’ultima ha la capacità di produrre risposte sempre nuove alla stessa domanda. L’AI impara da ciò che gli viene offerto, come nell’apprendimento umano. L’AI non distingue tra bene e male, perciò gli inventori di Chat Gpt hanno fatto in modo che non possa essere dannosa per l’essere umano. Se non ci fossero dei filtri, persone malintenzionate potrebbero avere mano libera. La nostra ultima domanda è stata quella relativa al perché uno studente dovrebbe studiare l’intelligenza artificiale. Secondo l’ingegnere, chi all’università si specializza nelle nuove tecnologie e in particolare nell’AI, ha ampie possibilità di lavoro e di guadagno. Ma secondo lui è molto importante in questo campo la consapevolezza, cioè la capacità di saper porre le domande giuste.

 

Le fake news, conosciute anche come bufale, sono delle notizie false, appositamente confezionate con lo scopo di essere propagate sul web o su altri mezzi di informazione per manipolare la percezione della verità di chi legge, creando disinformazione. Questo fenomeno ha un’origine molto antica se pensiamo che la prima notizia falsa attestata nei libri di storia è la donazione di Costantino, risalente all’XI secolo. Il documento, creato da papa Leone IX per legittimare il primato della Chiesa cattolica Romana su tutte le altre Chiese e il controllo del territorio di Roma, fu riconosciuto come falso solo nel XV secolo dal filologo Lorenzo Valla. Ai giorni nostri la diffusione delle notizie false si è moltiplicata con la nascita dei social network, dei programmi automatizzati di creazione delle notizie «acchiappa-like» e della possibilità degli utenti di condividere informazioni eclatanti, spesso non accertate. Se è vero che non è sempre possibile riconoscere a prima vista una bufala ben architettata, è indispensabile per noi ragazzi essere capaci di sfruttare al meglio i mezzi digitali e imparare ad orientarci nella rete per diventare cittadini digitali. Dobbiamo pertanto imparare a distinguere, tra le molte informazioni presenti online, quelle veritiere.

 

Si parla molto in questi ultimi anni di intelligenza artificiale perché è entrata nella nostra vita senza che ce ne accorgessimo. Al momento, esistono molte IA specialistiche, limitate a uno scopo specifico e con una limitata libertà d’azione. Non esiste ancora, benché sia allo studio, l’Intelligenza Artificiale Generale che consentirà ai robot di fare qualsiasi cosa, esattamente come noi. La forma più evoluta di IA si chiama Chat GPT, un sito che ha la capacità di scrivere testi, comporre canzoni, creare playlist e molte altre cose. L’IA, come tutte le cose, ha dei vantaggi e degli svantaggi; uno dei vantaggi è la capacità di svolgere un lavoro in modo efficiente e rapido, e di conseguenza il miglioramento della qualità del lavoro in molti settori, come la medicina, la ricerca scientifica, l’agricoltura e la produzione industriale. Ma d’altro canto ci sono anche numerosi svantaggi, ad esempio il rischio di «mangiarsi» un numero indefinito di posti di lavoro.

L’IA può per esempio automatizzare compiti che in precedenza erano eseguiti da lavoratori umani, una preoccupazione nei settori in cui il lavoro manuale è ancora prevalente. La pagina dei Campionati di giornalismo di oggi è stata curata dagli alunni dell’Istituto Comprensivo del Tronto e Valfluvione.

L’intervista all’esperto di Intelligenza Artificiale è stata realizzata dalla classe III del plesso di Acquasanta Terme, coordinata dalla professoressa Cinzia Latini; l’articolo su potenzialità e rischi dell’IA è a firma della classe 3A della scuola media di Venarotta, mentre il pezzo sulle fake news è stato curato dalla classe III del plesso di Roccafluvione, con la supervisione della professoressa Alessandra Tiburzi. 

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