ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Aleotti di Argenta (FE) - 3E

Dipendenze, torna a vivere la speranza

Dall’alcolismo al fumo, dall’uso di sostanze stupefacenti all’ossessione per il gioco. Ecco l’inchiesta dei reporter della terza E

Ecco una bella prova dei reporter del Don Minzoni di Argenta, scuola secondaria di primo grado Aleotti. Gli articoli sono stati scritti dai cronisti della terza E guidati dalla prof Daniela Morgagni.

Spesso le persone tendono a sottovalutare il problema delle dipendenze, pensando che sia qualcosa che riguarda solo gli altri, ma la verità è che nessuno ne è immune. Dall’alcolismo al fumo, dall’uso di sostanze stupefacenti all’ossessione per il gioco o i social media, le dipendenze possono assumere diverse forme e comunque tutte hanno un impatto devastante.

Cos’è che spinge le persone a dipendere da certe pratiche? Ci possono essere vari fattori che influiscono come insicurezze, ansia, disagi, pressioni sociali e depressione con ricadute in ambito sociale come l’abbandono scolastico, una ridotta lucidità e incidenti. L’età media di chi si avvicina è diminuita e la generazione più a rischio è la Z, i primi nativi digitali, nati a cavallo del nuovo secolo. Ragazze e ragazzi sempre più vulnerabili in cerca di sicurezza, di senso di libertà, piacere e benessere, ne sono attratti per noia, curiosità o perché si lasciano trascinare da persone che ne sono già coinvolte.

Quali le dipendenze più frequenti fra i giovani? Da uno studio realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità su un campione di ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 17 anni risulta che i giovani sono più soli e pronti a riempire i vuoti con cibo, videogiochi e social. I ragazzi tra gli 11-13 anni con un rischio di “dipendenza dai social” dichiarano una difficoltà comunicativa con i genitori nel 75,9%, quelli che soffrono di “dipendenza dai videogiochi” nel 58,6%, quelli con un “disturbo alimentare” grave nel 68,5%. Quando la situazione diventa difficile questo problema viene chiamato “sindrome di Hikikomori”, termine giapponese che significa ‘sta-re in disparte’ porta a un fenomeno di isolamento sociale nel quale i ragazzi vivono rinchiusi nella loro stanze, su uno schermo H24. Il problema delle relazioni non riguarda solo il rapporto con i genitori ma anche quello tra pari. Un altro dato è quello osservato sull’uso di alcol: le ragazze fra i 15 e i 16 anni presentano un consumo uguale o superiore ai coetanei. Il 2022 è stato l’anno in cui si è registrato, per la prima volta, un sorpasso dei consumi femminili rispetto a quelli maschili.

C’è una soluzione alle dipendenze? Esistono vari modi per uscirne: ci sono varie terapie e terapeuti che sono specializzati per aiutare chi soffre di queste dipendenze. Ci sono centri di trattamento nei quali è possibile affrontare questi problemi, insieme a altre persone che soffrono della stessa condizione, come nella comunità di San Patrignano. Riteniamo che comprenderle richieda una visione completa e compassionevole. Solo attraverso la consapevolezza, l’educazione e il sostegno possiamo sperare di affrontare le dipendenze in modo efficace, offrendo a chi ne soffre una possibilità di rinascita e di una vita senza esse.

 

UNA VOLTA TOCCATO IL FONDO SI PUÒ SOLO RISALIRE Le dipendenze, la droga. C’è una comunità che si distingue non solo per essere la più grande d’Europa ma anche perché la persona non viene considerata affetta da una “malattia” e non le vengono dati trattamenti farmacologici, ci si concentra sul percorso psicologico. E’ San Patrignano, esiste da 40 anni, si trova in provincia di Rimini, e fornisce un aiuto a ragazze e ragazzi con problemi di dipendenza, che devono ritrovare un cammino fatto di autostima, dignità e fiducia in se stessi. San Patrignano offre loro una casa, la possibilità di studiare, di imparare un lavoro e avere un futuro. I ragazzi sono impegnati nei vari settori di lavoro come lavanderia, sartoria, grafica, meccanica, alimentare. La comunità è visitabile, noi ci siamo stati. Ci ha aiutato a capire l’importanza della vita e dei suoi valori grazie alle testimonianze di persone che affrontano la loro battaglia.

Boudebouch Fatima, Capriceana Isabela Elena, Chendi Giada, Chiariello Martina, Doko Mia, Elkhair Ayman, Frisardi Roberta, Gabada Maram, Guazzarini Alessia, Guerrini Lorenzo, Martelli Angelica, Mele Matteo Pio, Mihailova Anastasia, Musacchi Sara, Rocchi Filippo, Sajid Abdul Qayyum, Stella Alessandra, Tebaldi Camilla, Wodynska Karolina, Xella Andrea, Zappaterra Sara. Docenti: Morgagni Daniela.

Dirigente: Diego Nicola Pelliccia. 

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