ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Giovanni Paolo II di Osimo (AN) - 3BOS

La violenza negli stadi e il brutto del calcio

Dalle scorribande degli Hooligans inglesi ai disordini nelle curve italiane, le origini del fenomeno. Con episodi anche vicini a noi

Diciotto mesi di squalifica, poi ridotti a dodici, al campo di gioco e 5.000 euro di multa, circa due mesi di stop per i giocatori Andrea Bellucci e Riccardo Fermani e quattro giornate per Lorenzo Bambozzi. Ma a che cosa è dovuta questa sanzione? I maggiori danni sono stati provocati dai tifosi dell’Osimana durante e dopo la partita Atletico Bmg-Osimana degli ottavi di Coppa Italia dilettanti, che hanno insultato gli arbitri e li hanno colpiti con bicchieri pieni di urina, sputi, sassi, monete e fumogeni e alla fine della partita hanno anche aggredito due giocatori. Tutto questo perché, secondo i giocatori e i dirigenti dell’Osimana, la partita era a senso unico e gli arbitri favorivano nettamente gli avversari.

Una brutta pagina di sport, bruttissima. Anche perché accaduta a pochi passi da noi. La violenza negli stadi ha comunque origini lontane. Le più vistose ci portano in Inghilterra, agli ‘Hooligans’ che nel nostro Paese sono chiamati ultras. Chi è nato prima del 1985 di sicuro ricorderà l’annus horribilis, lo stesso in cui gli Hooligans hanno dato il peggio di sé, scatenando l’inferno non solo negli stadi, ma anche nelle città: un inferno totale. Alcuni studiosi hanno scoperto i principali motivi dei loro comportamenti: i tifosi, delusi dalle prestazioni dei giocatori della loro squadra, per sfogare l’ira li attaccavano in maniera pesante. Gli Hooligans sono così tanto conosciuti nel mondo a causa della strage dell’Heysel. Il 29 maggio1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool, i cosiddetti Hooligans, ovvero i tifosi inglesi più accesi e violenti, cominciarono a spingersi verso il settore Zeta a ondate, cercando il take and end «prendi la curva» e sfondando le reti divisorie prive di norme di sicurezza. I tifosi Juventini furono schiacciati e alcuni per uscire da quel «panino» si gettarono nel vuoto, altri cercarono di arrampicarsi sul muro che separava la sezione Zeta dai sostenitori del Liverpool; quel giorno ci furono ben 39 morti, dei quali 32 italiani, e oltre seicento feriti. Dopo quel giorno orribile il governo inglese, per far sì che non accadessero più episodi di violenza, decise di escludere tutte le squadre inglesi dai tornei internazionali Uefa, sperando che così i tifosi si sarebbero calmati. E finalmente, dopo venti anni, l’Inghilterra ha oggi i tifosi ritenuti i migliori al mondo, che hanno così capito come bisogna comportarsi negli stadi, e soprattutto in trasferta.

Alessandro Armenti e Giacomo Vaccaro, classe 3BOS

 

I dj in discoteca sono considerati i protagonisti degli eventi. Con le loro raffinate tecniche di mixaggio della compilation di brani riescono a catturare l’attenzione dei giovani che si lasciano trasportare in balli scatenati. Il primo dj della storia è stato l’americano David Mancuso, un «disc jockey». È considerato il pioniere della disco music, precursore della cultura underground e padre della musica da disco. Colui che ha permesso ai giovani di scatenarsi sulle note delle canzoni più amate. E sulle note di brani hip-hop, della musica house o Edm migliaia di giovani ballano.

Ma musica e danze non sono solo divertimento. In Iran nel 2023 è nato un nuovo tipo di rivolta, ballare la danza di Booghy.

Amu Booghy è un pescivendolo che ha iniziato a ballare davanti a tutti al mercato ittico della città di Rasht, con una musica hiphop di sottofondo. Il video è diventato virale, accumulando milioni di visualizzazioni. L’episodio è diventato il principale segno di rivolta in Iran. Secondo le autorità religiose, infatti, in Iran ballare in pubblico non è legale e così il pescivendolo è stato interrogato e la sua pagina Instagram oscurata. La storia di ha fatto molto scalpore, soprattutto grazie a Mohammad Agaptour, dj del posto con circa 400mila follower, e a un giovane calciatore iraniano, Salar Aghapour, che ha postato un remix del ballo che ha ricevuto 80milioni di visualizzazioni. E così la danza di Booghy è diventata popolare tanto da finire in un articolo del New York Times.

Federico Gagliardini e Emma Nardozi, classe 3BOS

 

Droga, alcol e risse in discoteche e locali notturni. Questi luoghi sono veramente adatti ai giovani? Ciò che accade nelle discoteche, soprattutto di recente, non è certo un fatto che deve lasciare indifferenti. Di fronte ai pericoli nessun genitore si può sentire tranquillo di lasciare andare il proprio figlio in luoghi in cui accadono certi episodi. I locali notturni consentono l’accesso a ragazzi dai sedici anni in su, ma bisogna chiedersi: ragazzi ancora così giovani hanno la maturità e la responsabilità necessaria per cavarsela? Non sono per niente rari purtroppo episodi di violenze sessuali su giovani ragazze, anche riprese con il cellulare e postate sui social. Altrettanto frequente è la droga nei drink. Mai abbandonare il bicchiere in giro, potresti trovarci sostanze stupefacenti. Per non parlare poi dello spray al peperoncino, un «vinci risse» molto comune e amato dai giovani, che è stato anche la causa della strage avvenuta nella discoteca di Corinaldo nel 2018. E Corinaldo, purtroppo, è solo uno dei molti casi di incidenti avvenuti nelle discoteche.

Un esempio è l’episodio del fiorentino Niccolò Ciatti, morto per percosse fuori da una discoteca durante una rissa nata per difendere la propria ragazza.

Oppure il giovane Willy Monteiro Duarte, 21 anni, massacrato con calci e pugni fino all’emorragia cerebrale. Per fare fronte a tali problemi si è pensato a delle discoteche solo per minorenni, senza vendita di alcol e che prevedono una chiusura a mezzanotte o all’una con serate dedicate ai più piccoli: l’età minima si abbasserebbe a 14 anni. Quest’ultime dovranno essere ancora più sicure, senza che vi sia la possibilità di correre alcun tipo di pericolo, facendo stare tranquilli i genitori. Dunque come si può fare per evitare 32 morti al mese in discoteca? Avvisare la sicurezza se ci si sente in pericolo, non fare commenti su altre persone per evitare risse; un altro consiglio è di non perdere mai di vista il drink e di tenerlo sempre in mano e se si vede qualcuno in pericolo, chiedere aiuto, potresti salvargli la vita.

Emma Bianconi e Bianca Marzioni, classe 3BOS 

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