ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Interprovinciale dei Sibillini di Comunanza (AP) - 3A, 3B

L’errore, così l’uomo è superiore alle macchine

Nuove tecnologie e Intelligenza Artificiale: mezzi da usare per migliorare la vita ma che vanno utilizzati con attenzione

La grande trasformazione informatica che stiamo vivendo, ci ha velocemente introdotti in una nuova era digitale: la tecnopocene, vera e propria rivoluzione, in cui le tecnologie sono in grado di interagire con noi. Interagire sì, ma potranno i dispositivi sostituire l’uomo? Qualcuno sostiene di sì, con ad esempio l’Intelligenza Artificiale. Lo sviluppo e la continua crescita delle potenzialità di questa nuova tecnologia ha portato grandi risultati: ottimizzare i tempi attraverso la possibilità sconfinata di memorizzazione e di calcolo, come anche le abilità di imitare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento e la pianificazione: ma potrà mai eguagliarle? Errori di percezione, giudizio e azione, derivanti dalle emozioni, propri degli esseri umani, infatti, la macchina non li ha. Per quanto essa possa riuscire a simulare le emozioni umane, il suo «cuore» rimarrà sempre un microprocessore progettato dall’uomo. Inoltre, come sostiene Chomsky, «gli uomini sbagliano, ma è ciò che li rende superiori alle macchine». Proprio perché creata dall’uomo la deficienza artificia-le sarà il futuro se questi smetterà di pensare e di amare. Infatti, a metà tra incoscienza e stupidità, ci ostiniamo a chiamare IA, allo stesso modo con cui iniziammo a qualificare come intelligenti le bombe. Il termine Intelligenza Artificiale, per la prima volta, fu utilizzato nel 1955 da John McCarthy, che proseguì gli studi di Alan Turing, padre dell’informatica. Turing negli anni 30’ studiò l’algoritmo e il calcolo mediante l’omonima macchina, inoltre esso fu un abile crittoanalista, durante la seconda guerra mondiale riuscì a decifrare i messaggi scambiati da diplomatici e militari delle Potenze dell’Asse, grazie ad una macchina elettromeccanica chiamata «Bomba», il primo calcolatore. Da allora il computer ne ha fatta di strada in molteplici campi come la medicina, il mercato azionario, la robotica, la ricerca scientifica, l’analisi dei dati, i giochi e perfino nello sviluppo di nuovi robot. Oggi dell’IA si sfruttano la sua potenza di velocità e di calcolo. Inoltre è molto utilizzata dai giovani a scopo ludico, ma anche nello studio. Ovviamente ci sono dei rischi, accade anche che la si utilizzi per mettere in cattiva luce qualcun altro. Nell’ultimo periodo si sta parlando di «deepfake»: la foto di una persona viene modificata e pubblicata al solo scopo di umiliarla. Se ne sta discutendo molto anche in politica, infatti in vista delle elezioni per il nuovo presidente degli USA, che si terranno questo novembre, sono state realizzate immagini che denigrano i due contendenti e che possono essere utilizzate per ingannare gli elettori. Alla luce di questa conquista fondamentale è necessario ridisegnare i rapporti fra umanità e tecnica per rimanere padroni, non schiavi della tecnologia.

Prevenzione e protezione: queste sono le parole chiave fondamentali che tutti gli adulti, immigrati digitali, dovrebbero trasmettere ai più piccoli quando entrano nel mondo del web. Infatti, un bambino non è ancora in grado di distinguere ciò che deve rimanere privato e ciò che si può condividere: contenuti innocenti, come balletti pubblicati per divertimento senza pensarci troppo, possono essere oggetto di cyberbullismo e creare situazioni spiacevoli. I gravi fatti di cronaca dovrebbero mettere in guardia l’adulto circa la pericolosità di alcune piattaforme social.

A seguito di episodi estremi le piattaforme stesse hanno emesso restrizioni che impongono limiti di età, tuttavia questi divieti possono essere facilmente aggirati.

Pertanto è responsabilità dell’adulto educare ad un uso responsabile dello smartphone: non è più possibile rimandare questa presa di coscienza.

Per questo motivo, il nostro istituto Interprovinciale dei Sibillini si sta facendo promotore, insieme agli altri plessi scolastici dell’Ambito territoriale 24, della sottoscrizione di diversi incontri online con esperti del settore, allo scopo di istruire in particolare la comunità educante.

L’unica soluzione vincente contro la leggerezza dilagante è quella di realizzare una rete di adulti competenti e capaci di trasmettere alle nuove generazioni gli strumenti necessari per difendersi dai rischi del world wide web.

 

Durante quest’anno scolastico, i nostri professori ci hanno proposto un progetto di una rete nazionale di scuole: Digital Highlights. Con questa iniziativa la scuola si pone come obiettivo lo sviluppo delle competenze in campo tecnologico e digitale dei ragazzi. Il Digital Highlights, in italiano «momenti salienti», consiste nella realizzazione di un video di 2 minuti, brevi pillole per mostrare come la tecnologia possa svolgere un ruolo fondamentale in ambito scolastico. Abbiamo scritto e prodotto un filmato in cui raccontiamo la storia di Harvir che, andato in India per motivi familiari, è riuscito a rimanere «connesso» con le attività della nostra classe grazie al supporto dei suoi compagni che, guidati dai professori, hanno creato contenuti didattici su piattaforme e app. Tornato a scuola, è riuscito a superare brillantemente l’esame. Il lavoro svolto ci ha permesso di mostrare che è possibile collaborare attraverso le tecnologie digitali e avviare processi per la co-costruzione e la co-creazione di dati, risorse. Il video prodotto sarà un esempio utile ad altre realtà scolastiche per un uso costruttivo delle tecnologie.

 

La pagina dei Campionati di giornalismo di oggi è stata realizzata dagli alunni e dalle alunne della 3A e 3B dell’Ic dei Sibillini. I giovani cronisti che si sono cimentati nella redazione degli articoli sono Veronica Cinti, Diego Corbelli, Aurora Fabi, Alessandro Laurenzi, Serena Leonardi, Lorenzo Moretti, Andrea Puglia, Greta Sestili, Mattia Tiburtini, Emma Vittori, Sofia Campugiani, Anna Taffetani e Linda Pagliaroni. Sono stati coordinati, nell’elaborazione dei testi, dalla professoressa Maria Laura Giannini.

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