ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Lama - Polinago di Lama Mocogno (MO) - 1A

«Pallavolo, la passione scende in campo»

L’intervista a Stefano Scaruffi, coach della ’Frignano Volley Project’. «L’obiettivo è invogliare i ragazzi a passare del tempo insieme»

Il nostro nome è Sofia Milani e Annalisa Ruggi e frequentiamo la classe 1^A della Scuola media di Lama Mocogno. Nel tempo libero ci dedichiamo alla pallavolo, attività che pratichiamo insieme nella squadra «Frignano Volley Project», di Pavullo nel Frignano. Il nostro allenatore si chiama Stefano Scaruffi e si è gentilmente prestato ad una nostra breve intervista.

Come si chiama la vostra squadra e in quante categorie si divide? «La nostra squadra si chiama ’Frignano Volley Project’ e racchiude tutte le squadre della montagna. È composta da circa 350 atleti per 12 squadre».

Cosa l’ha spinta ad intraprendere l’attività di allenatore? «La pallavolo è sempre stata la mia passione: ho iniziato a giocare da ragazzino e, già da allora, avevo voglia di trasmettere, ai ragazzi più giovani di me, quello che apprendevo. A 18/19 anni allenavo squadre giovanili, da allora sono passati molti anni e non ho mai smesso di allena-re, lo facevo e continuo a farlo perché mi piace stare con i ragazzi».

Cosa le trasmette questo sport e cosa vorrebbe trasmettere ai ragazzi che allena? «L’obiettivo è invogliare i ragazzi a praticare questo sport, ma soprattutto a stare insieme. In fondo, ognuno ha il suo sport e ognuno per il proprio sceglie di fare dei sacrifici, collaborando insieme agli altri».

Com’è organizzata la squadra in cui giocano Sofia e Annalisa? «La squadra è composta da 22 ragazze e si chiama Under12».

Quante volte a settimana le ragazze si allenano e quante partite vengono affrontate? «Le ragazze, nel periodo agonistico, che va da ottobre a giugno, si allenano tre o 4 volte a settimana e gli allenamenti durano due ore ciascuno. Agli allenamenti si aggiunge almeno una partita a settimana e, a volte, tornei o amichevoli, anche se non c’è una regola fissa che stabilisca il numero preciso di partite che si giocheranno a settimana».

Quale consiglio darebbe ai ragazzi che si accingono a praticare questo sport? «Non esiste un consiglio preciso, che possa essere valido per tutti. Sicuramente, ai ragazzi che scelgono di intraprendere questo sport, consiglio di farlo con passione, rispettando i principi e i valori che questo sport fa propri: la responsabilità nei confronti di sé stessi, delle compagne di squadre, della società».

Classe 1^Adella Scuola media di Lama Mocogno

(Sofia Milani e Annalisa Ruggi)

 

Noi ragazzi della classe 1^A della Scuola media di Lama Mocogno abbiamo deciso di aderire al Progetto «Un’anguilla per amica» insieme al nostro Prof. di Tecnologia, Gianluca Brandi. Il progetto si è rivelato prezioso perché ci ha permesso di capire che l’anguilla è una specie a rischio di estinzione, infatti, nel giro di 100 anni, circa il 95% di anguille si è estinto e la causa più frequente è il bracconaggio, ovvero la pesca illegale. Il progetto, inoltre, ci ha sensibilizzati sul tema, che ignoravamo, e speriamo che possa perseguire lo stesso scopo con i nostri lettori. L’anguilla viene classificata come pesce osseo e il suo nome comune è anguilla europea.

L’anguilla non vede benissimo, ma ha un olfatto molto sviluppato; le femmine sono lunghe fino a 150 cm e pesano più di 2kg, i maschi, invece, sono lunghi circa 50 cm e pesano quasi 200 gr. L’anguilla è una specie migratrice: le femmine depongono le uova nel Mar dei Sargassi che, dopo la schiusa, vengono trasportate in Europa dalle correnti marine. È importante capire che tutti insieme possiamo fare qualcosa, ad esempio salvaguardando i nostri mari e i fiumi, avendo cura di usare meno acqua, inquinando di meno.

Classe 1^A Emma Bonucchi, Angelica Bertugli, Sara Fiorentino (Disegno di Viola Gherardi e Elife Redjepi)

 

Durante il corso degli anni, nella lingua italiana, in particolare tra i giovani, sono state aggiunte nuove parole, tra cui inglesismi e vocaboli inventati dai ragazzi. Troviamo alcuni esempi: le nuove generazioni usano chiamarsi ’bro’, ’fra’, ’sis’, che sarebbero le abbreviazioni di alcuni termini inglesi come ’brother’, ’sister’ e ’fratello’. Questo nuovo linguaggio sta influenzando anche le persone più adulte: quando scrivono con i propri coetanei, utilizzano termini abbreviati come ’cmq’, ’pk’, ’nn’, ’vb’ al posto di ’comunque’, ’perchè’, ’non’, ’vabbè’.

Vi è mai capitato di uscire e andare al bar per bere un buon caffè? Avrete quasi sicuramente notato la scritta in francese (’toilette’) sulla porta del bagno, e questo non è un buon segno! Oltre ai nuovi vocaboli presenti nel linguaggio adolescenziale, sono frequenti molti errori ortografici come ripetizioni inutili, ad esempio: ’a me mi piace la pizza’. Dopo aver detto ’a me’, non bisogna dire ’mi’ perché hanno lo stesso significato. L’ultimo problema di questo linguaggio è la scomparsa di un tesoro culturale importantissimo del territorio italiano: stiamo parlando del dialetto. Questo antico linguaggio è stato trasmesso da generazione in generazione ed è un patrimonio culturale che va trasmesso e mantenuto. Noi pensiamo che sia giusto qualche sviluppo e che le lingue, con il tempo, abbiano i loro cambiamenti, anche se bisogna comunque essere accurati grammaticalmente e fare attenzione agli errori.

(Francesco, Simone, Vittoria, Greta)

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