ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado B. Croce di Forlì (FC) - 3H

Donne nello spazio, esempio di tenacia

I ragazzi hanno riflettuto sulla discriminazione di genere, studiando figure di rilievo che hanno sconfitto i pregiudizi in un campo difficile

Discriminazione di genere: questione molto dibattuta e all’ordine del giorno. In classe abbiamo affrontato in modo interdisciplinare l’argomento e ci siamo interessati particolarmente a questa tematica leggendo brani, visionando filmati, cercando sul web varie informazioni e discutendone poi tra noi e con i nostri docenti. Documentandoci abbiamo quindi rilevato, purtroppo, che in alcuni paesi ancora oggi le donne sono totalmente prive di diritti e che la discriminazione è molto evidente. Vorremmo sottolineare, però, la tenacia di alcune di esse che hanno infranto questa barriera di pregiudizi in un campo prettamente maschile, quello aerospaziale. Si potrebbero citare tanti nomi, ma vorremmo senz’altro partire da Valentina Tereskova, cosmonauta sovietica nonché prima donna ad andare nello spazio con il suo ’volo del gabbiano’. Decollò sul Vostok 6 senza errori e, in poche ore, comunicò con l’altro veicolo spaziale lanciato in orbita, il Vostok 5. Conil segnale radio ’Chaika’ (gabbiano), Tereshkova era diventata la prima donna nello spazio a soli 26 anni. Si potrebbe continuare con Sally Ride, la prima americana ad aver preso parte a una missione spaziale superando una selezione che coinvolse più di 8.000 persone, per arrivare alla nostra connazionale Samantha Cristoforetti, che ha conseguito il premio europeo femminile per la maggior permanenza nello spazio.

La figura che ci ha colpito di più è, però, la geniale afroamericana Katherine Johnson. A scuola abbiamo approfondito quindi la figura di questa persona straordinaria e abbiamo scoperto e trovato moltissime informazioni interessanti.

Nata in West Virginia il 26 agosto 1918, la studiosa dimostrò subito di avere una predisposizione naturale nelle discipline matematiche.

Essendo però di colore, non le era permesso l’accesso alle migliori scuole dello Stato. Nel 1938 riuscì, dopo anni di studio e fatica, a diventare la prima donna afroamericana a terminare il ciclo di studio presso la West Virginia University.

Proseguendo la sua carriera in ambito scientifico, Katherine entrò nella Nasa agli inizi degli anni ‘50, iniziando come colored computers, termine razzista per indicare le impiegate di colore, finendo per lavorare all’ambizioso progetto che poi portò l’uomo sulla Luna.

La talentuosa matematica vanne inoltre definita ’calcolatrice umana’, per le sue immani capacità: svolgeva ogni suo calcolo a mano diffidando dei computer dell’epoca, ancora rudimentali. Katherine lavorava assieme ad altre matematiche di colore in un ufficio diverso da quello delle colleghe bianche e, a loro volta, erano separate dai matematici e dagli ingegneri: ciò, però, non fermò il suo genio. Nel1961 calcolò la traiettoria del primo astronauta americano in orbita, Alan Shepard. Un anno dopo la Nasa mandò il primo astronauta americano, John Glenn, a fare il giro in orbita attorno alla Terra. Col passare degli anni, vennero inventati i calcolatori elettronici, ma Glenn non si fidava di essi, soggetti a frequenti errori e desiderò che fosse proprio Katherine a controllare il calcolo della traiettoria. Egli, infatti, affermò: «Se lei dice che i numeri vanno bene, sono pronto a partire». Katherine verificò la traiettoria e diede il via libera: il volo fu un successo e segnò sicuramente l’inizio di una nuova era. Katherine Johnson fu una delle tante donne che, poste davanti alle difficoltà della discriminazione di genere e di razza, non si fece intimidire e si impegnò al massimo per ottenere i suoi obiettivi e realizzare i sogni che, per l’epoca in cui viveva, parevano irraggiungibili. Abbiamo riflettuto a lungo su questa vicenda, sulla vita di questa donna, sulla sua grinta unita a una forza d’animo eccezionale e abbiamo tratto insegnamenti preziosi. La tenacia e l’impegno di queste e tante altre donne offrono dunque esempio valido anche alle generazioni future e ci ricordano sempre di lottare per i nostri desideri e passioni nonostante le convenzioni e i limiti imposti dalla società.

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