ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Primaria Rodari di Mezzano (RA) - 5C

Sulla Reale è nato Mezzano ma ora è il caos

Gli alunni della scuola primaria ‘Rodari’ raccontano la storia della strada, un tempo crocevia del commercio e oggi in balìa del traffico

La via Reale, il cui nome già appare in una carta del ‘500, ha una storia antica, oggi invisibile per il furioso transito di auto che senza sosta spezzano i paesi che essa attraversa. Eppure anticamente era un luogo di silenzio e pace: la Reale è nata su una duna sabbiosa che 6.000 anni fa segnava il naturale confine tra il mare e la terraferma. Da sentiero si è trasformata nel tempo in strada sterrata, in carraia: già nei secoli passati era una strada importante, sebbene non fosse ancora asfaltata. Le immagini, scattate nel 1922, catturano un Giro d’Italia in cui solo il primo dei ciclisti era al sicuro dalla nube di polvere che tutti gli altri erano costretti a respirare.

Il nostro paese di Mezzano nasce qui proprio perché la nostra Reale era importante via di comunicazione. Su di essa si trovavano diciassette negozi. Erano luoghi dove la gente si incontrava e chiacchierava, cosa che non succede nei supermercati.

Gli asini trainavano allora i carri, semplici o allegramente dipinti della Venturi; oggi purtroppo gli asini li ritroviamo a guidare auto che corrono veloci per il paese, incuranti di chi ci vive.

C’è stato un tempo in cui la strada era dei bambini. I nostri nonni ci raccontano che era una vita povera ma si stava meglio perché non c’era la preoccupazione del traffico, la strada era luogo di incontro e la sera era usanza degli anziani fare il “trebbo” sugli usci delle case. La strada veniva riempita dei giochi dei bambini: nascondino, campana, acchiapparella, biglie.

Nel 1956 ci fu una grande nevicata e i due bar che si trovavano sul ponte presero i cassetti di alcuni mobili e li usarono come slittini. Che emozione lanciarsi dalla rampa a grande velocità! Ma poi tutto è cambiato: il numero dei veicoli è aumentato, tutti vanno di fretta, i supermercati hanno sostituito le botteghe. La via Reale è diventata pericolosa: le immagini di uomini in tabarro e cappello che camminavano in mezzo alla strada, sono ricordi lontani.

Per noi bambini di Mezzano è quasi normale che la via Reale sia così e non ci stupiamo del rumore che sentiamo in casa o a scuola, dell’aria che respiriamo, dei pavimenti che tremano quando passano i camion, della paura ogni volta che si esce in automobile per entrare in strada.

Nelle statistiche pubblicate da Arpae (2021) leggiamo che al giorno passano davanti alle nostre case 16.000 veicoli, che il “rumore sia abbondantemente superiore ai limiti previsti” e che “l’inquinamento atmosferico dovuto al Pm10 risulta critico”. La realtà in cui viviamo non è sana.

La stessa relazione di Arpae così si conclude: “Il numero di veicoli circolanti dovrebbe risultare di molto inferiore rispetto alla condizione attuale”. L’Ufficio Infortunistica della Polizia locale di Ravenna, che ringraziamo per la straordinaria disponibilità, ci ha comunicato che solo nel tratto di Reale che attraversa il nostro paese ci sono stati 7 incidenti nel 2020, 9 nel 2021 e 10 nel 2022. Si tratta di un numero alto, dato che questa statistica copre meno di 2 chilometri di strada.

Noi bambini abbiamo perso la strada come luogo di divertimento. Ma, quando giochiamo nel cortile della nostra scuola che si trova sulla Reale, respiriamo a pieni polmoni quell’aria, ci riempiamo le orecchie del rumore dei veicoli nonostante sia bello pensare che questa lunga striscia unisce tutta l’Italia.

Noi bambini di quinta primaria siamo chiamati “nativi digitali” perché i dispositivi mobili ci accompagnano da quando siamo nati. Per noi sono facili da utilizzare e capiamo subito il loro linguaggio perché è anche il nostro. Con il Covid il nostro rapporto con essi è diventato più forte. Prima della Dad leggevamo di più, giocavamo molto di più fuori, disegnavamo di più.

Durante la pandemia non potevamo fare nulla se non stare chiusi in casa e pian piano abbiamo iniziato a collegarci sempre di più, perché tanto non avevamo più molte speranze di poter tornare fuori. Ci chiudevamo soprattutto in camera, isolandoci.

Siamo arrivati a stare fisicamente sempre davanti a questi dispositivi. È qualcosa di molto negativo perché se continuiamo a usarli così tanto, perdiamo l’abitudine di stare insieme agli altri.

Anche ora che non ci sono lockdown accade che in casa si parli poco, abbiamo perso l’abitudine di uscire. La cosa più facile e automatica, quando non c’è nulla da fare, è accendere cellulare o console e stare da soli a giocare con amici virtuali. Su internet non è facile verificare l’identità o le intenzioni di questi amici invisibili. È accaduto che ci venisse chiesto dove abitiamo oppure volessero sapere cose su di noi. Abbiamo risolto il problema chiedendo aiuto ai nostri genitori che sono intervenuti bloccando l’utente e spiegandoci i pericoli della rete.

Sicuramente tutti noi giovani guardiamo spesso i video postati dagli youtuber, soprattutto quelli divertenti. Ci tengono compagnia. Il bello di internet è che si può fare quello che si vuole: cercare immagini, canzoni, informazioni. Inoltre puoi comunicare con moltissime persone che sono collegate nello stesso momento, soprattutto con gli amici che conosciamo realmente.

Durante il periodo scolastico facciamo un uso limitato dei cellulari durante la settimana: abbiamo molti impegni dopo la scuola e non ci annoiamo. Soprattutto i nostri genitori ci danno un tempo per usarli. Ma non siamo tutti uguali e alcuni di noi non saprebbero fare a meno di internet, del tablet o della tv.

Purtroppo anche i nostri genitori sono spesso al telefono, anche perché li chiamano sempre dal lavoro, anche se sono appena tornati a casa. Quando sono liberi leggono libri virtuali, guardano Facebook, scrivono nelle chat, usano il cellulare per guardare le notizie o anche video sciocchi. Su Instagram condividono foto di famiglia o di luoghi che abbiamo visitato anche se ti possono hackerare, ovvero rubarti immagini e poi trovarle su altri social. Il cellulare e il tablet ti permettono di rimanere connesso con il mondo, ma così il mondo è anche entrato in casa nostra, invece di rimanere fuori.

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