ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Quirico Filopanti di Budrio (BO) - 1E - 3H

«La gioia di ritrovarci dopo la paura del Covid»

Il ricordo della mancanza di contatti dovuta alla pandemia e la felicità di stare di nuovo insieme: i progetti, lo studio e le uscite

Dopo tre anni di silenzio e suoni dimessi si tornano a udire finalmente le voci degli studenti tra i corridoi affollati. Tra le prime medie dell’anno scolastico 2020-2021 e quelle attuali ci sono molteplici differenze, la prima di queste – per noi la centrale – è il diverso rapporto tra i compagni all’interno della classe. Queste diversità tra le prime e le terze sono dovute alle restrizioni adottate al tempo del Covid-19, che limitavano al massimo la socializzazione tra gli studenti sia a causa dell’utilizzo di mascherine, a volte non indossate in maniera corretta dagli stessi insegnanti, sia a causa dei banchi separati, che non consentivano contatti ravvicinati coi compagni. Che inferno dover igienizzare ogni singola matita che il compagno si era dimenticato o ti prestava. Non si è mai avuto materiale scolastico tanto pulito. Al contrario, nelle prime attuali, i banchi sono uniti e si può finalmente scambiare una battuta con il proprio compagno, facilitando la formazione di legami fra gli alunni, che inizialmente non si conoscono. I ragazzi di terza, quelli della porta accanto (non è un modo di dire, ma la realtà), ci hanno confessato la paura in prima media di chiacchierare fra di loro. Noi di prima, invece, siamo più aperti nel relazionarci con i professori e i propri compagni al di fuori della scuola. In quest’ultimo anno scolastico si è ripresa l’esperienza delle «classi aperte» tra terze, prime e seconde, per ovvi motivi congelata nell’epoca degli isolamenti. Questo articolo, per esempio, è stato redatto da noi ragazzi di terza e prima media uniti, ritrovandoci a confrontare e condividere opinioni, riguardanti le nostre diverse esperienze di vita scolastica. Quest’anno la scuola ha patrocinato varie attività, tra cui un’uscita a teatro per celebrare la Giornata della Memoria, letture animate di un attore in aula magna tra più classi, due progetti sul cyberbullismo tenuti da un giudice e una professoressa della scuola, un progetto di legalità sulla mafia con un giornalista radiofonico. Grazie a queste attività abbiamo ritrovato un piacere che era andato perso in questi anni: la condivisione di momenti di vita. Il ricordo comune crea ponti tra annate diverse.«Driiiin!», al suono della campanella di fine giornata, le urla entusiaste degli alunni riempiono il corridoio della condivisione: il silenzio passato è al momento un ricordo.

1E: Brighenti, Di Scipio, Dhamaied, Fariselli, Malisardi, Negrini, Rago. 3H: Bondi, Caleffo, Morselli, Maiani A., Ambrosano, Mercuri, Soverini.

Chi, meglio dei collaboratori scolastici, conosce gli alunni e ciò che succede nei corridoi? Abbiamo deciso di intervistare Giorgio e Angelina che si trovano al nostro piano. Che rapporto avete con i professori? «Un rapporto di rispetto e collaborazione. Cerchiamo sempre di dare il nostro supporto». Spesso nei corridoi sono presenti professori di sostegno. In che modo vi relazionate con loro? «Allo stesso modo degli altri professori, ma con loro passiamo molto più tempo». Che rapporto avete con gli alunni? «Di rispetto ed educazione reciprochi. Cerchiamo anche di essere scherzosi e amichevoli, quando possibile». Cosa succede nei corridoi durante le lezioni? «I ragazzi escono dalle classi per andare in bagno e se si dovessero soffermare per troppo tempo perché hanno bisogno di sfogarsi dopo un’interrogazione o una verifica noi siamo incaricati di rimandarli in aula». Come si comportano i ragazzi di terza con quelli di prima? «Tra i ragazzi più grandi e i più piccoli vediamo un legame come quello tra un fratello maggiore e uno minore. La cosa che ci piace di più quando i più grandi sono vicini a quelli che hanno più bisogno, perché loro sentono la presenza ed è importante che anche loro facciano parte di una comunità».

Classe 3H: Marsigli, Sarti E., De Rosa, Zerbini, Tozzi, Maiani B., Chiriac, Sarti L., Maddalena, Caleffo, Galletti, Molinari, Lazzari. Classe 1E: Armato, Barresi, Bosello, Coppa Pancaldi, Es Sbaa, Nadeem, Rossi.

Al momento in Italia gli insegnanti possono specializzarsi sul Sostegno didattico tramite il corso di specializzazione TFA, un percorso dalla durata di circa otto mesi, che permette una preparazione didattica, pedagogica e legislativa. L’insegnante di sostegno è contitolare della classe, ovvero condivide diritti, doveri e responsabilità con gli altri docenti di materia, con i quali è fondamentale un’alta collaborazione. Il suo compito è aiutare gli studenti che presentano maggiori fragilità, adottando delle strategie che possano migliorare le abilità e le competenze di quest’ultimi. Il docente di sostegno, però, non è solo il docente del singolo alunno, piuttosto ha un ruolo importante all’interno dell’aula, dove affianca e motiva tutti gli alunni delle proprie classi. Uno degli aspetti più difficoltosi di questo ruolo è riconoscere le varie abilità, perciò è necessario adottare strategie differenti. Tenendo conto che i ragazzi di oggi fanno parte della generazione Z, tra le strategie consigliate vi è sicuramente l’utilizzo delle nuove tecnologie.

1E: Federici, Marini, Laharpe, Zhu, Ahmed, El Harrati, Pappacoda. 3H: Galassi, Vintu, Bertocchi.

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