ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Cervia 2 di Cervia (RA) - 2E - 1D

«È la cultura che indirizza i nostri valori»

Intervista a Barbara Calcagno, dirigente scolastica dell’IC Cervia 2: «Mi auguro, con il mio contributo, di aiutare l’istituto a svilupparsi»

Barbara Calcagno, lei era professoressa di matematica alle superiori, ma ha deciso di diventare dirigente scolastica. Cosa l’ha spinta a intraprendere questa carriera? «Fino al 2019 ho insegnato matematica alla secondaria di primo grado. Ho sempre amato insegnare e creduto nell’importanza di una scuola pubblica, libera e indipendente, inclusiva e non discriminatoria. Ho scelto però di intraprendere la carriera di dirigente scolastico perché, nonostante i dirigenti dove abbia lavorato fossero qualificati e preparati, il fatto che dovessero gestire due o più scuole quali reggenti faceva sì che non fossero quasi mai propensi, per mancanze di tempo, al dialogo con i docenti, con i genitori e con gli alunni. Questa, per me, è una grave mancanza. Il dirigente, a mio parere, prima di tutto deve essere a contatto con le scuole che dirige, così da migliorarle, ed è per questo che oggi sono dirigente, e non reggente, dell’IC Cervia 2». Recentemente, sui quotidiani e in TV, abbiamo notato un au-mento di episodi violenti degli studenti nei confronti degli insegnanti. Secondo lei, perché accade tutto ciò? «È un argomento complesso e articolato, in cui concorrono più fattori. Anzitutto la stessa famiglia, prima fonte di educazione, è in difficoltà. Da parecchio tempo nelle famiglie lavorano entrambi i genitori e, sempre più spesso, con l’aumento dell’età pensionabile, anche i nonni lavorano. Il risultato è che i ragazzi sono soli, senza gli esempi positivi dei propri genitori, ma con a disposizione mezzi multimediali che forniscono modelli “vincenti” malsani e aggressivi. Inoltre, i ragazzi sempre più raramente si ritrovano assieme a giocare in luoghi “protetti” (circoli o oratori). La vita, in ultimo, è diventata frenetica anche per i ragazzi più giovani. E non occorre arrivare a sparare ad un insegnante in classe per vedere il risultato di tutto ciò. La scuola, quindi, deve af-fiancare le famiglie nell’educazione dei giovani, ma non si può sostituire a queste. L’istituzione scolastica ha il compito di sviluppare la maturità sociale dei ragazzi, facendoli diventare membri attivi e consapevoli della società, soprattutto perché i valori cambiano profondamente nel tempo e nello spazio; i valori che hanno i ragazzi oggi sono molto diversi da quelli dei loro genitori e ancora di più dei loro nonni. La giovinezza è la fase della vita in cui si apprende e si matura, anche attraverso l’errore o, eventualmente, la trasgressione, ma è importante capire i propri limiti e imparare a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Si può imparare anche scegliendo consciamente la cosa sbagliata, purché si abbia poi la coerenza di accettare le conseguenze delle proprie azioni. È la Cultura che indirizza i nostri valori». Sappiamo che lei è originaria di Ravenna, eppure ha scelto la nostra graziosa Cervia. Cosa l’ha spinta a venire qui? Il clima? Le persone? La storia della città? «La risposta a questa domanda è molto semplice. Quando ho vinto il concorso per dirigente scolastico nel 2019, essendo nazionale, ho indicato come prima regione di preferenza l’Emilia Romagna ma sono stata assegnata in Veneto, che era la seconda regione nella lista delle mie preferenze. Dopo un triennio in Veneto ho potuto fare domanda di trasferimento nella mia regione di residenza. Avevo indicato alcune scuole di Ravenna, che però sono state assegnate ad altri dirigenti, e quindi la regione mi ha assegnata al vostro istituto. Cervia è una bellissima cittadina, che conoscevo bene perché la frequentavo quando ero all’università. Poi, quando i miei figli erano piccoli, sono venuta spesso al parco di Cervia, e ora sto imparando a conoscerla meglio. Quindi nutro un sincero affetto per questi luoghi e mi auguro di poter dare il mio contributo aiutando l’IC Cervia 2 a svilupparsi, in collaborazione con un territorio così ricco di opportunità».

Classe 2^E Scuola media ‘Cervia 2’ Prof. Gianmaria Forni

È il 1698 quando Papa Innocenzo XII decide di spostare Cervia Vecchia (chiamata anche Ficocle) dalle saline al luogo attuale, sulla costa. Il motivo principale che porta alla riedificazione di Cervia è il voler abbandonare i luoghi insalubri (paludi, saline) presso i quali sorgeva. Non era raro per gli abitanti della cittadina, infatti, ammalarsi di malaria, anche a causa delle numerose zanzare presenti. Per velocizzare l’edificazione di Cervia Nuova e risparmiare denaro, si decide di riutilizzare i materiali di Cervia Vecchia. Per questo motivo di Cervia Vecchia oggi non rimane quasi nulla. L’incarico per la costruzione di Cervia Nuova è affidato al tesoriere dello Stato Pontificio, Michelangelo Maffei. Cervia Nuova è stata strutturata come un castrum romano, con due strade principali: il Cardo, che corre da sud a nord, e il Decumano, che corre da est a ovest. Il Cardo prende il nome di Corso Mazzini, mentre il Decumano collega il centro al Viale Roma, la via principale di Cervia. In centro troviamo Piazza Garibaldi. Lì ci sono la Cattedrale di Santa Maria Assunta, rimasta incompleta a causa della mancanza di fondi, e il Municipio, sede della giunta comunale. Di fianco alla Cattedrale c’è un piccolo parco, che un tempo era il cimitero della città. Sempre in piazza possiamo vedere la fontana, sulla cui cima troneggia una pigna di pietra, simbolo della pineta. L’araldica di Cervia è composta da un Cervo inginocchiato su sfondo azzurro e giallo. Oggi non si sa esattamente perché sia stato scelto il cervo come simbolo della città. Alcuni pensano che poiché i cumuli di sale si chiamano “acervi” alla città sia stato dato il nome di Cervia. Da qui l’utilizzo del cervo. Oppure, secondo una leggenda, un cervo vide un vescovo e, invece di scappare, si inchinò di fronte a lui. In ultimo, secondo lo studio dell’araldica, il cervo potrebbe simboleggiare lo spostamento dei popoli, più in particolare la migrazione dei pescatori veneti a Cervia.

Adesso scansionate il QR Code qui in basso a destra e divertitevi a rispondere alle domande del gioco che abbiamo creato.

Classe 1^D Scuola media ‘Cervia 2’ Prof. Gianmaria Forni

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