ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Di Via Caduti della Libertà di Cervia (RA) - 1C - 2C

Noi, nipoti ideali di una terribile memoria

Gli allievi della 1ª C della scuola media ‘Cervia 3’ hanno ascoltato il discorso di Liliana Segre al Parlamento Europeo per il 27 gennaio

Il giorno della memoria, celebrato il 27 gennaio di ogni anno, è uno dei giorni più importanti per la storia dell’umanità. È stato il giorno in cui Auschwitz e tutti i suoi prigionieri furono liberati dal dominio nazista. Ma quello che in pochi sanno, è che non è veramente andata in questo modo. Noi lo abbiamo scoperto ascoltando il discorso di Liliana Segre, la bellissima senatrice a vita, ultranovantenne, sopravvissuta alla seconda guerra mondiale che, attraverso la sua saggezza, è riuscita a farci comprendere l’importanza di questa giornata che dovrebbe essere rinnovata ogni giorno. In quella data, la nostra nonna ideale ricorda che aveva tredici anni e lavorava come schiava nella fabbrica di munizioni Union. In particolare è stato estremamente toccante quando ha parlato di quella che fu chiamata «la marcia della morte». Infatti, come ci dice Liliana, lei e altri cinquantamila prigionieri non furono liberati il 27 gennaio 1945, come in molti credono, bensì dopo aver attraversato molte nazioni, dopo mesi e mesi di un cammino senza sosta, fatto di morte, sofferenze, sacrifici, in cui i sopravvissuti sono tornati alle loro vite come uomini apparentemente salvi, ma con l’anima distrutta. Nel discorso esposto al Parlamento Europeo, tiene molto a precisare che in quella marcia, di cui si parla pochissimo, ognuno doveva, «una gamba davanti all’altra», non appoggiarsi mai a nessuno, perché chiunque fosse rimasto ad aspettare il compagno sarebbe stato ucciso e fi-nito a morte dalle guardie. Quanta sofferenza abbiamo colto nella sua voce e nei suoi occhi. La frase che più ci ha coinvolto, è la risposta al come si possa andare avanti con la propria vita nonostante tutto quello che accadeva. Liliana ha risposto in un modo stupendo: «Sono riuscita a superare tutto, perché la forza della vita è straordinaria!». E secondo noi è proprio quella la forza che spesso ci manca, che manca alle nuove generazioni, mortificate dalla mancanza di lavoro, dai vizi dei genitori per cui è «tutto dovuto». Per questo è così importante discutere e parlare di quello che è stato, per cercare di comprendere con il cuore e superare quelle fragilità che molti non vedono e che nascondono dietro un’apparente superficialità. A scuola abbiamo trattato diversi argomenti, soffermandoci in particolare, sulla frase simbolica di Liliana Segre: «Che la farfalla gialla voli sempre sopra i fili spinati». Quella meravigliosa farfalla è il simbolo di vita e libertà, mentre i fili spinati simboleggiano la morte e la prigionia, il non rispetto per chi è diverso da noi, solo perché non lo conosciamo. Questa immagine, disegnata da una bambina di Terezin, è oggi presente in un museo di Praga. Sono i simboli della vita, che ognuno di noi dovrebbe scolpire nella mente e nel cuore. Inoltre, abbiamo discusso sulla frase dello storico Spinelli, che rappresenta la vita con una metafora: «Siamo nani sulle spalle dei giganti». I giganti sono la storia, il nostro passato, mentre i nani siamo noi, che dobbiamo pensare sempre al nostro futuro, cercando di fare sempre scelte giuste, perché dovremmo essere sempre un passo avanti alla storia. Per noi è molto rasserenante che questa giornata continui ad essere celebrata e non solo nel Giorno della Memoria. Solo avendo memoria di ciò che è stato e di ciò che facciamo, possiamo agire da ragazzi responsabili oggi e da uomini giusti domani. Prima di fare la scelta sbagliata dobbiamo pensare a tutto quello che è già successo, che potrebbe ancora accadere. Perché non si deve credere che tutto sia dato al caso, perché non è sempre stato così. Liliana si è rivolta ad ognuno di noi come suoi nipoti ideali. Noi le siamo grati, anzi, la abbracciamo fortissimo come se fosse una nostra cara nonna. La ringraziamo, nella speranza che ciò che ha cercato di trasmetterci possa sempre esserci da guida.

Classe 1ªC Scuola media ‘Cervia 3’ Professoressa Manuela Valzania

«Se fossi la Terra vorrei fiorire, se fossi l’inquinamento invece sparire». Questi sono alcuni dei versi con cui, noi alunni della classe 2^ C della scuola media ‘Cervia 3’, abbiamo dato voce alle nostre emozioni cercando di evidenziare e comprendere l’importanza della salvaguardia all’ambiente. L’iniziativa è partita da alcuni di noi, dopo aver approfondito alcuni argomenti legati all’Agenda 2030. «Essere venuti a conoscenza di alcuni problemi ci ha reso più sensibili alla questione ambientale» ha esposto Sara, prima di leggere la sua poesia. Non a caso la necessità di educare alla cittadinanza e alla sostenibilità è diventata una priorità nel percorso formativo del fare la ’buona scuola’. Diventare cittadini attivi attraverso la poesia è stato il nostro modo per porre l’attenzione sulla tutela della nostra casa comune. Dove non arriva la mente può arrivare il cuore. Scuotere le coscienze come urlo di protesta, tramite la partecipazione emotiva, è stato il filo conduttore di un’attività stimolante che ha coinvolto ognuno di noi. Per comprendere che l’ecosistema ha bisogno del nostro aiuto, bisogna imparare a rispettarlo e per rispettarlo è nostro dovere conoscere. Grazie ad un apprendimento autentico che ci ha permesso di esplorare, di discutere, di sentirci a nostro agio, abbiamo compreso che dobbiamo fare qualcosa anche noi, e dobbiamo farlo subito. L’unico modo per evitare che le conseguenze possano nuocere le generazioni future è informarsi e incentivare l’attivismo ambientale nei gesti quotidiani, per fare scelte sempre più consapevoli e responsabili. Noi cercheremo di farlo! Curiosità «Conoscere per agire». Lo sapevate che gran parte del nostro pianeta sta nuotando nella plastica abbandonata? Buste di plastica o gli involucri del cibo, hanno una vita di pochi minuti o qualche ore, ma rimangono nell’ambiente per centinaia di anni. Ogni anno milioni di animali sono uccisi dalle plastiche: uccelli, pesci e altri organismi. Recuperare i rifiuti di plastica una volta che sono nell’oceano è molto difficile, se non impossibile. Cosa possiamo fare noi? Migliorare i sistemi dei rifiuti e del riciclaggio utilizzando una minor quantità di plastica.

Classe 2ªC Scuola media ‘Cervia 3’ Professoressa Manuela Valzania

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