ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado D. Alighieri di Bibbiano (RE) - 2B - 3A

La riscoperta del dialetto tra i banchi di scuola

Alla media Alighieri di Bibbiano si studiano le lingue dei nostri nonni. E alcuni portano anche i proverbi delle lingue straniere

Alla scuola media Alighieri di Bibbiano l’Educazione civica attraverso i proverbi dei nostri nonni.

Nel percorso di Educazione Civica di quest’anno – noi ragazzi delle seconde medie – abbiamo ricevuto una proposta nuova e interessante che ci ha permesso di riflettere su temi di questa materia in un modo molto originale e piacevole. Tutto è iniziato quattro mesi fa, quando a scuola sono venute delle signore del Gruppo «Vóla bâs» di Bibbiano per presentarci il progetto. Ciascuno di noi ha ricevuto un libretto che si intitola «L’Educazione civica nei proverbi dei nostri nonni» e che raccoglie 57 proverbi in dialetto reggiano tradotti in italiano, suddivisi in vari argomenti tra cui le relazioni fra le persone, l’amicizia, la sincerità, il valore dell’istruzione, la buona educazione.

Accanto al libretto, le nostre insegnanti hanno a disposizione per noi una bacheca virtuale con gli audio che ci permettono di ascoltare la voce delle lettrici che leggono i proverbi. Ma c’è di più: poiché alcuni di noi non sono reggiani, il progetto prevede anche la possibilità di raccogliere proverbi, sempre relativi agli stessi argomenti, di altri dialetti italiani oppure di alcune lingue straniere. Ed è quanto stiamo facendo.

Nel mese di dicembre, una classe della nostra scuola ha realizzato i teatrini dei proverbi (con la guida dell’insegnante di Arte) e i biglietti di Natale contenenti proverbi (con l’insegnante di Italiano). Un aspetto molto bello di questa nostra attività avviene nelle nostre case. Alcuni di noi hanno raccontato che i loro nonni sono rimasti stupiti nel sapere che in classe si parli di dialetto, perché quando loro erano piccoli non veniva affatto valorizzato a scuola. Infatti, a differenza di oggi, era la lingua che tutti parlavano al di fuori della scuola. Le nostre insegnanti ci hanno allora spiegato che il dialetto oggi rientra tra i beni immateriali della nostra società e che quindi è assolutamente importante mantenerlo vivo.

Secondo l’Unesco anche il dialetto reggiano, compreso nell’emiliano, è tra le lingue definitivamente a rischio di estinzione e quindi è importante tutelarlo, finché si può. Ben vengano, allora, iniziative come il nostro progetto, che portano al coinvolgimento di noi ragazzi. In una poesia riportata nel libretto, che è possibile ascoltare direttamente con il codice QR e che introduce i vari proverbi, si legge fra l’altro: «Se parlòm in dialètt, vròm mia fèr un dispètt / ma tgnîr da cât cól ch’a gh è ‘d bon / e c’al pòssa servîr al nóvi generasiòn (se parliamo in dialetto, non vogliamo fare un dispetto, ma conservare quello che c’è di buono e possa servire alle nuove generazioni)». Sappiamo che anche due biblioteche locali e una libreria di Reggio Emilia hanno chiesto il nostro libretto. Da cosa nasce cosa. Vedremo…

Classe II B Disegno di Elisa Gianfrancesco II B

 

Nell’intento di avvicinarci alla tematica ambientale in modo più coinvolgente, poche settimane fa ci è stata proposta una lezione alternativa, tenuta da un appassionato fotografo naturalista conterraneo: Alessandro Seletti. Questo «prof per un giorno» ha catturato la nostra attenzione raccontandoci i suoi straordinari viaggi nella penisola scandinava, immortalati da scatti divenuti testimonianze delle bellezze del nostro pianeta. Abbiamo constatato il suo spirito avventuriero: bisogna tener conto non solo del tempo inclemente, ma anche del rischio di trovarsi di fronte un animale allo stato brado, ad esempio può capitare di imbattersi in un orso grizzly, che sente gli odori a chilometri di distanza. I turisti vengono infatti dotati di campanelli legati agli zaini, in modo che gli animali selvatici avvertano la loro presenza e si tengano lontani. Visitando il nord Europa ha avuto incontri ravvicinati con alci, buoi muschiati, renne e animali acquatici come capodogli, balene e orche. Ha visto aquile reali, aironi bianchi e altre specie di uccelli, cogliendo gli effetti di una luce che cambia in ogni istante e ad ogni angolazione, ammirando la stagionalità di cui si vestono i paesaggi. La conoscenza di luoghi, paesaggi e animali sconosciuti si è arricchita con spunti di riflessione sul rispetto dell’ecosistema e su quanto ciascuno di noi, nel suo piccolo, possa fare per salvaguardare l’ambiente. Perché, ci fa notare Alessandro, la natura non è solo un luogo da visitare, è casa nostra, parte integrante di noi e noi siamo parte integrante di essa: uno scambio armonioso che ci rende tutti più ricchi. Ora i suoi sponsor lo invitano a fotografare cuccioli di pantera: destinazione India per sorprendere la tigre del Bengala. Altro giro, altro scatto.

Carlotta Aversa e Jacopo Marinosci III A

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