ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC Interprovinciale dei Sibillini di Comunanza (AP) - 2A - 3°

Serve un clima di pace per salvarsi

Ritiro dei ghiacciai, dissesto geo-idrologico, inondazioni, desertificazione: il disastro è sotto gli occhi di tutti

Secondo Galileo Galilei Dio si è manifestato in due modi: attraverso le Sacre Scritture e attraverso la Natura, creandola. L’uomo, competitivo con essa, negli ultimi secoli, ha immesso specie chimiche composte di tipo diverso, contaminandola. La sua sete di potere lo ha reso energivoro, dipendente cioè da risorse fortemente dannose per l’ambiente. L’uso di queste fonti, alla base del funzionamento della società odierna, ha avuto ed ha un effetto globale e duraturo sul cambiamento del clima che non conosce frontiere e le conseguenze sono ovunque: ritiro dei ghiacciai, dissesto geo-idrologico, inondazioni, precipitazioni estreme, tropicalizzazione ambientale, desertificazione. A volte si omettono fatti scomodi, ma da essi emerge che non ci si può nascondere dietro obiettivi economici, guerre comprese, ad essi legate, per poi affrontare disastri ambientali conseguenti.

La rivista The Lancet parla spesso di salute planetaria e One health, sostenendo che la tutela dell’ambiente è una responsabilità di tutta l’umanità, nessuno escluso. È la risposta attuale al «lato oscuro» dello sviluppo, del progresso, ed è indice del grado di civiltà, unico mezzo per affrontare le conseguenze dell’assalto incessante e incivile della nostra specie ai sistemi planetari che sostengono la vita. Ma quanti sono disposti a farsene carico? Questa è la vera sfida! Solo la sete di conoscenza rende umani: la storia della Terra è fatta di cambiamenti climatici da sempre, prima dell’antropizzazione. Omero scrisse di come la Natura si ribelli alla mancanza di rispetto per essa da parte dell’uomo: lo Scamandro nell’Iliade si rivoltò ad Achille per averlo contaminato, rendendolo un fiume di sangue.

Dalla metà del ‘900 secondo gli scienziati dell’AWG nelle rocce terrestri vi sono radionuclidi provenienti dalla detonazione della prima bomba atomica della storia, e questi, uniti alla gigantesca quantità di calore sprigionata dai combustibili fossili, hanno introdotto la vita sulla Terra in una nuova era geologica: l’Antropocene.

Siamo un piccolo granello di sabbia nell’Universo, così come la Terra lo è rispetto al Sole in cui l’uomo artefice del proprio destino e nuova forza geologica «lavora» come il Sole? Oppure, per dirla con Dante, l’unica era possibile in cui inserire l’idea della vita sulla Terra potremmo chiamarla Teocene? Ove è Amor che move il sole e l’altre stelle?

 

I Giusti per l’ambiente sono persone comuni che hanno custodito responsabilmente il loro territorio, per questo oggi sono onorati nei Giardini dei Giusti. W. Broecker, climatologo statunitense e pioniere dei cambiamenti climatici, già nel 1975 non solo intuì che l’aumento di anidride carbonica nell’aria avrebbe portato a una fase di riscaldamento globale, ma ammonì il mondo intero sulle conseguenze che in 40 anni tale fenomeno avrebbe avuto sul pianeta. Allora pochi erano pronti ad ascoltare il suo monito. Rachel Carson, attivista americana, disse: «L’uomo è parte della natura e la sua guerra contro l’ambiente è inevitabilmente una guerra contro se stesso’». Fu la prima a denunciare i danni inferti alla natura dalla deforestazione.

«Non può esserci pace senza sviluppo e non può esserci sviluppo senza pace», disse W.

Maathai, biologa e ambientalista keniota, nota per aver fatto piantare in Kenya e in altri Paesi africani più di 30 milioni di alberi. Lolita Chavez, madre dell’ambientalismo americano, si batte per la salvaguardia delle risorse naturali contro l’espansione delle industrie minerarie; così come il sovietico Ananenko, brillante ingegnere dell’industria nucleare di Chernobyl che, con le sue azioni immediate, impedì una seconda esplosione nucleare, mitigando così i danni del terribile incidente. Esempi virtuosi da cui trarre ispirazione per un vero cambiamento: la sfida è già iniziata.

 

Uomo e ambiente sono fortemente interconnessi: ciò che noi facciamo alla natura, nel bene e nel male, influenza le nostre vite; viceversa, il territorio in cui viviamo condiziona fortemente le nostre abitudini, le nostre scelte, la nostra storia e soprattutto il nostro futuro. Il Presidente Mattarella, in occasione della sua visita in Kenya, ha rivol-to un appello alle istituzioni di tutto il mondo sulla questione climatica. Quella del clima è una partita che riguarda tutti, paragonabile alla finale di un mondiale che deve essere vinta per il bene globale. La sfida va giocata osservando le regole del fair play, nel rispetto degli altri, al servizio della sostenibilità ambientale e della pace. «Non avremo un secondo tempo». Ancora una volta l’uomo è chiamato a fare cultura, investendo nella ricerca: produciamo energia, ma da combustioni pulite e convenienti come l’idrogeno verde, vettore energetico in grado di accumulare e liberare energia da altre fonti primarie. Qui la partita è appena iniziata e richiede strategie sempre nuove, la vittoria è ancora lontana ma noi possiamo essere arbitri del nostro destino.

La pagina dei Campionati di giornalismo di oggi è stata realizzata dagli studenti e dalle studentesse dell’IC Comunanza. La redazione dei giovani cronisti è composta dalla classe 2A (Veronica Cinti, Diego Corbelli, Aurora Fabi, Alessandro Laurenzi, Lorenzo Moretti, Andrea Puglia, Greta Sestili, Mattia Tiburtini, Emma Vittori) e dalla classe 3° (Cecilia Brucchi, Davide Bruni, Michele De Angelis, Leonardo Fioravanti, Lorenzo Funari, Lorenzo Gaspari, Sofia Malandruccolo, Andrea Marini, Rachele Martellini, Federica Milani, Francesco Pagliaroni, Andrea Pezzoni, Gloria Romanelli, Roberta Valentini, Giulia Viozzi).

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