ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado M. Palmezzano di Forlì (FC) - 3C

Capelli e balli proibiti, leggere Teheran da qui

Dopo l’annuncio della morte di Mahsa Amini, sono esplose le proteste in Iran. Gli studenti riflettono sulla mancanza di libertà

Forlì, provincia italiana. Teheran, capitale dell’Iran. Due città così lontane da molti punti di vista, come le persone, eppure legate da qualcosa che avvicina tutti noi: far parte del mondo.

Questo, pur essendo così scontato e fondamentale, non viene spesso compreso da molte persone che restano impassibili di fronte alla cronaca. ’13 settembre 2022, Mahsa Amini uccisa a 22 anni per una ciocca di capelli fuori posto’. Questa notizia ci è piombata addosso come un macigno, conducendoci a studiare la retrocessione sociale di un paese una volta libero, diventato schiavo nel sommarsi del tempo che oggi ribolle di coraggio e riscatto.

Dopo l’annuncio della morte di Mahsa, sono esplose proteste in tutta la capitale. Le donne hanno iniziato a bruciare i foulard, a tagliarsi i capelli in segno di lutto. In noi è riemersa la lettura di Azar Nafisi, ’Leggere Lolita a Teheran’ (1995). Questo libro, che viene chiamato ’sacro’ per i contenuti e per il coraggio infuso in chi lo legge, parla di azioni e momenti proibiti in Iran. Leggendolo, si può capire la situazione nel tempo, attraverso fatti accaduti a ragazze che dovevano nascondersi per leggere libri proibiti, inadeguati per certe fiamme che avrebbero acceso dentro ognuna di loro. Il testo esprime la non libertà, le conseguenze per ordini non eseguiti. La scrittrice, Azar Nafisi, vuole condividere storie sconosciute alla parte esterna di ’quel recinto’ creato dal sedicente re filosofo: per la prima volta si è saputo cosa succede se si fa un passo sbagliato a Teheran. Si fa storia per un pezzo di stoffa non indossato regolarmente, movimenti sbagliati, uscite inconsuete. Ad oggi le condizioni in Iran sono simili, ma tante sono diventate le rivolte, come si augurava Nafisi quando invocava l’unione tra Sanaz e le altre giovani donne in lotta per la libertà. Per esempio, sei mesi prima delle proteste per Mahsa, più di mille studentesse sono state avvelenate per il non rispetto delle regole.

Un altro scandalo è stato il video che ha fatto il giro del mondo, dove un gruppo di ragazze balla sulle note di una canzone (Calm Down) spopolata sui social media. Le ragazze sono state incarcerate e obbligate a ballare, velate, lo stesso balletto davanti alle guardie, chiedendo scusa: ‘Siamo colpevoli di aver ballato’. Perché mai una persona dovrebbe essere punita per questo? E perché mai una donna non può ballare in pubblico? Queste ragazze hanno avuto il coraggio di mostrarsi, pur sapendo che sarebbero state punite. Continuano ad avvenire movimenti e atti di denuncia al governo iraniano che, a parer nostro, utilizza il codice religioso per sottomettere il genere femminile, non permettendo, oltre all’essere, un’istruzione di base che ogni donna dovrebbe avere. Tutto ciò per paura che, avendo il sapere, le donne possano opporsi, cosa che porterebbe al declino di questo potere. Molte persone nel mondo hanno portato avanti gesti per mostrare sostegno a queste donne che sono sempre in pericolo. Il fatto che nel nostro paese se ne parli poco è vergognoso. È facile per le persone che non si trovano a dover combattere ogni giorno per ottenere il diritto di avere un diritto. Si è soliti sminuire i problemi. Mentre pensiamo questo, torniamo a casa con la speranza che tutte le donne possano essere libere, senza dover sottostare a uomini che, per la paura di perdere il proprio potere, impediscano loro di esprimersi.

Vogliamo chiudere l’articolo con alcune domande: Come facciamo a ricreare l’altro pezzo di puzzle? In che modo possiamo vedere dentro di noi, cosa succede laggiù? Dove troviamo il modo di aprire la serratura di quella porta? Cosa ci separa da quel luogo che ci sembra tanto lontano solo perché ci sembra tanto lontano? Perché cerchiamo di allontanarlo? Fino a che punto la vita che viviamo ci condiziona? Quanto veramente siamo chi siamo e chi vogliamo essere? In che modo è stato possibile imporre quella pietra a fondamento di distruzione di certi pensieri, comportamenti, modi di essere? Perché gliel’hanno permesso? Per quanto ancora sarà permesso?

Classe 3ªC

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso