ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado Fracassetti di Fermo (FM) - 2A

La piaga dello sfruttamento minorile

Un tema di grande attualità di cui però si parla poco. Asia e Africa sono i continenti in cui è più frequente

Fra i temi d’attualità che spesso non vengono discussi sui giornali, ci è sembrato importante scegliere l’argomento dello sfruttamento minorile. Altri argomenti ricevono maggiore attenzione rispetto a questo, che però continua a essere un problema molto diffuso nel nostro tempo. Non solo nei Paesi poveri, ma anche, inaspettatamente, nella nostra società. Con sfruttamento minorile si intendono quelle attività lavorative che privano i bambini della loro infanzia e della loro dignità, influendo gravemente sul loro sviluppo psichico e fisico, rendendo le loro vite molto spesso un inferno.

Lavoro minorile equivale a sfruttamento dei minori e costituisce reato penale. In base alle ricerche condotte in rete, abbiamo scoperto che questo fenomeno interessa ancora moltissimi minori: circa 168 milioni in tutto il mondo sono attualmente vittime di sfruttamento. Asia ed Africa sono i continenti in cui questo problema è più presente. In Paesi come Filippine, Bangladesh e Nigeria, caratterizzati dalla povertà diffusa, c’è una forte concentrazione di lavoro minorile; infatti, bambini e adolescenti vengono spinti a lavorare per dare aiuto economico alle proprie famiglie; sono impiegati in ambiti agricoli, minerari e industriali.

Nelle situazioni peggiori sono costretti a lavorare come soldati e le bambine a prostituirsi.

Queste attività sono pericolose per il minore e spesso causa di traumi fisici e mentali. I minori sono sottoposti a trattamenti degradanti e violenti, proprio nell’età in cui sono più fragili.

Purtroppo si tratta di una questione presente anche in Italia, sebbene il numero di bambini coinvolti sia in costante diminuzione.

Secondo un’indagine svolta nel 2013 da Save the Children e Fondazione Di Vittorio, i minori tra i 7 e i 15 anni coinvolti nel fenomeno del lavoro minorile erano 340 mila, il 6% della popolazione scolastica. Molti di questi erano impiegati in lavori pericolosi per la salute. Sono da collegare a questo i dati che riguardano l’aumento dei minori in povertà assoluta e anche il fenomeno preoccupante della dispersione scolastica che nel 2022 ha toccato la cifra record del 12,7%.

Come vuole la Costituzione, buona istruzione, tutela dei minori e soglia minima d’età per il lavoro sono regole fondamentali per: «rimuovere gli ostacoli che, limitando la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana».

Classe II A

 

Abbiamo scelto di dedicare un focus al fenomeno del lavoro minorile in due contesti geografici particolari: Marocco e Romania.

Da settembre due fratelli provenienti dal Marocco si sono aggiunti alla nostra classe. Non dev’essere stato facile per loro piombare in un contesto completamente nuovo. Diciamolo, all’inizio qualche incomprensione c’è stata, ma poi abbiamo imparato a fare amicizia e capirci.

Grazie a loro possiamo imparare qualcosa di nuovo di un Paese vicino e lontano allo stesso tempo. Grazie a questa ricerca abbiamo appreso che il Marocco sta da anni combattendo contro questo problema, promulgando leggi che rendono sempre più difficile far lavorare i minori. Il Marocco ha adottato leggi che vietano il lavoro prima dei 15 anni e qualche miglioramento si profila all’orizzonte.

Nonostante ciò, continuano a essere tanti i ragazzi che lavorano nel settore edile, calzaturiero e agricolo. Secondo alcune stime sono circa 230 mila i minori fra i 7 e i 17 anni costretti a lavorare e trascurare lo studio che potrebbe offrire loro opportunità più solide. Alcuni membri della nostra classe hanno origini in un altro Paese, la Romania.

Il lavoro minorile è un problema anche lì, ma la situazione è migliorata negli ultimi anni grazie alle politiche delle autorità. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica della Romania, nel 2019 c’erano circa 65 mila bambini tra i 7 e i 17 anni impiegati in attività lavorative, soprattutto nell’agricoltura, nel settore tessile e nelle attività di vendita ambulante. Il governo rumeno ha adottato una serie di politiche e leggi per proteggere i diritti dei bambini, tra cui la ratifica della Convenzione Onu sui diritti del bambino e la promulgazione di leggi per limitare l’età minima lavorativa. Tuttavia, la loro attuazione è spesso insufficiente e ci sono ancora problemi di controllo e monitoraggio.

Classe II A

 

Per fortuna ci sono organizzazioni che si occupano di contrastare il problema del lavoro minorile e dei problemi a esso connessi. Prima fra tutte l’Unicef, ente delle Nazioni Unite (Onu) fondato nel 1946 che si occupa di portare aiuti e costruire progetti di sviluppo per i minori in 190 Paesi del mondo. Oppure ‘Save the Children’, una Ong ancora più antica, fondata nel 1919. Ha sede a Londra e si occupa di tutelare i diritti dei bambini e degli adolescenti in molte parti del mondo, soprattutto nei contesti caratterizzati da guerre e calamità naturali. Ce ne sonomolte altre di organizzazioni simili. Ma, studiando e analizzando la questione, ci siamo resi conto che c’è un problema di fondo che spinge i minori a lavori malpagati e spesso insicuri: si tratta della povertà. Sono infatti le famiglie più povere quelle costrette a ritirare i propri figli da scuola per spingerli il prima possibile in un mercato del lavoro privo di tutele e di certezze. Dare un calcio alla povertà vorrebbe dire dare un calcio al motivo che genera tutto questo. E del resto, ‘Sconfiggere la povertà’ non è forse il primo obiettivo dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile? Ed il secondo, non è forse ‘sconfiggere la fame’? Mentre il quarto obiettivo recita: ‘Istruzione di qualità’. Un nuovo modo di condividere la ricchezza e la bellezza di questo mondo potrebbe essere la soluzione a tutti questi problemi.

Classe II A

Ecco gli studenti della classe II A della scuola media Fracassetti di Fermo, che nella stesura degli articoli sono stati coordinati dal professor Francesco Marilungo. Classe II A: Choaib Banane, Zakariae Banane, Chiara Buonocore, Anthony Carannante, Stefano Ciferri, Elena Del Gatto, Marco Di Domenico, Alessandro Eugeni, Riccardo Maria Farroni, Filippo Marziali, Giulia Niccià, Daniele Nunzi, Riccardo Bogdan Oltean, Elena Sofia Pomili, Valerio Rossi, Elisa Santarelli, Luca Teodori, Sara Tonici e Gabriele Valente.

Gli studenti hanno scelto di dedicare la pagina del campionato di giornalismo, al tema dello sfruttamento minorile nel lavoro, affrontandolo da più punti di vista. Hanno riportato statistiche mondiali ed europee, hanno posto riflessioni sulle conseguenze che lo sfruttamento impone ai bambini e adolescenti, e per finire hanno ricordato le Organizzazioni mondiali che operano per contrastare il fenomeno.

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