ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado San Martino in Strada di Forlì (FC) - 3D

Bambini per sempre: i giochi di una volta

I ragazzi hanno intervistato nonni, genitori e zii per sapere come si divertivano. C’erano ovvie differenze tra nord e sud, uomini e donne

Il gioco ha sempre caratterizzato l’età infantile dell’uomo, uno stimolo innato e spontaneo, che allo stesso tempo costituisce uno strumento basilare nella naturale formazione del bambino, avviandolo all’apprendimento, alla creatività e all’abilità manuale. Dai tempi passati il gioco però ha subito una forte evoluzione: i pochi giocattoli a disposizione, per chi oggi è nonno, erano prevalentemente frutto della manualità, mentre oggi i giochi più utilizzati sono quelli nati dalla grande distribuzione e dall’aggiornata tecnologia informatica. Per ricostruire il tempo libero di coloro che ora sono nonni, padri, madri, zii ecc… ne abbiamo intervistati alcuni sui passatempi con cui si divertivano nel passato. C’era una lieve distinzione tra i passatempi del Nord e del Sud (a causa di una differenza economica e sociale) e tra maschi e femmine: • al Nord erano più comuni i giochi di gruppo e andare alle fiere del paese; • al Sud era più diffuso aiutare in casa e fare giochi individuali; • i maschi erano soliti fare giochi brutali come uccidere delle povere lucertole, attività manuali come ’truccare’ il motorino, costruire fionde, scommettere monetine ad esempio giocando a ’risca’ o su gare di biglie ed infine, nel periodo invernale, costruire igloo; • per le femmine era più comune ritagliare immagini dai giornali, lavoretti manuali di oreficeria, ceramica o ricamo, saltare la corda e partecipare a gare di ballo liscio romagnolo del proprio paesino e per svagarsi andare sui pattini a rotelle.

• chi addirittura proveniva dai paesi dell’Est Europa poi, aveva oltre alla povertà, molte regole imposte dal regime: tempi limitati per guardare programmi per bambini alla televisione, continuamente conditi da pubblicità che inneggiavano al modello Sovietico.

É emerso che non per tutti c’era la possibilità di giocare e svagarsi: la signora Mara racconta che in età adolescenziale era stata mandata in un collegio della sua zona, una volta però diventata maggiorenne aveva avuto la possibilità di andare a ballare come tanti suoi coetanei; la signora Morena ricorda di aver passato la sua adolescenza nelle sale di discoteche tra Bertinoro e Castrocaro. Mentre invece per guadagnare un po’ di soldi per la famiglia o per il gelato alcuni bambini andavano a fare dei piccoli lavoretti: proporsi chierichetti, lavorare al telaio tappeti e pedane ben diversi da quelli di oggi, o ricamare eleganti asciugamani, colorati centrini, sottobicchieri, delicati cuscini e quadretti, come la signora Sara e la signora Maria raccontano.

I più piccolini preferivano stare insieme e passare i pomeriggi all’aperto, nelle aie delle case padronali in campagna, cortili, centri urbani, piazze, stalle e strade poco frequentate a giocare prevalentemente a nascondino, bowling con granoturco sgranato e sassi, mosca cieca, a campana, con gli animali, ma soprattutto catturare topi e spaventare le bambine; altri invece giocavano a carte con i più anziani. D’estate andavano al fiume a fare il bagno, si divertivano a tirare i sassi nell’acqua oppure andavano a pescare. Uno dei giochi più gettonati qua a Forlì era costruire carretti di legno riciclato e fiondarsi giù per i tornanti di Rocca delle Camminate: poche erano le volte che giocavano tranquillamente senza rischiare di essere investiti! Insomma, la giornata era sempre in movimento: gioco e lavoro si intrecciavano, inoltre vivere per strada a quei tempi era la normalità e insegnava a conoscere la vita reale e a cavarsela autonomamente, utilizzando soprattutto la propria fantasia e inventiva; ma per i bambini di quell’epoca, ciò che a noi sembra scontato, era quasi come una conquista: ad esempio avere i soldi per comprarsi un gelato. Ancora oggi questi bambini ormai cresciuti ci riempiono di aneddoti, sono la nostra famiglia e quotidianamente ci aiutano a stimolare la fantasia e la manualità: sono stati, sono e saranno sempre i nostri primi compagni di gioco.

classe 3ªD

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