ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Primaria G. Garibaldi di Ravenna (RA) - 5A

Un duro colpo alla criminalità organizzata

Il mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dopo trent’anni di latitanza. Per l’Italia un grande passo in avanti

Lo scorso 18 gennaio, a Palermo è stato arrestato Matteo Messina Denaro, un pericoloso capo mafia. Questo arresto è stato per l’Italia un grande passo in avanti, che ha riposto maggiore fiducia nelle forze dell’ordine, e un passo indietro per la mafia.

Anche se un pericoloso criminale è stato arrestato, ciò non significa che sia stata debellata la criminalità nel nostro Stato, esistono ancora gruppi mafiosi e criminali che si sono estesi anche all’estero. Purtroppo queste associazioni illegali fondano le loro radici nel passato della storia Italiana e, precisamente, nella metà del XIX secolo quando si formarono le prime forme di brigantaggio.

Il brigantaggio rappresentava allora una forma di protesta di gente povera contro una scala sociale ingiusta al cui vertice c’erano i nobili con potere assoluto. Una volta il brigantaggio era dettato dal bisogno di sopravvivenza, oggi, invece, da interessi personali. Questo fenomeno di criminalità organizzata ha caratterizzato e caratterizza la storia contemporanea. Le varie associazioni criminali assumono un nome diverso in base alle regioni in cui agiscono: in Campania la Camorra; in Puglia la Sacra Corona Unita; in Calabria la Ndrangheta; in Sicilia Cosa Nostra e in Sardegna l’anonima Sarda… I mafiosi lavorano illegalmente e violentemente: chiedono il “pizzo” (denaro) in cambio di protezione, uccidono, trafficano droga, ricattano, si occupano di smaltimento dei rifiuti tossici, commerci illegali, riciclaggio di denaro sporco, lavoro nero.

Molte sono le persone che si sono opposte e hanno cercato di combattere questa grave piaga sociale, purtroppo sono rimaste tragicamente vittime della mafia in agguati e attentati, a volte, anche di dimensioni epocali. Oltre a uomini di legge sono stati coinvolti anche testimoni scomodi e persone che sono morte accidentalmente durante le guerre tra clan o in attentati mafiosi. Basti ricordare i magistrati: Borsellino e Falcone; il generale Dalla Chiesa, il parroco di Palermo Pino Puglisi; sempre a Palermo Peppino Impastato; il giovane giudice Livatino e tanti agenti di polizia legati alla loro scorta.

Un altro evento che ha avuto un rimbombo assordante nella storia Italiana è stato il rapimento e l’assassinio dell’ex presidente della Democratica Cristiana, Aldo Moro nel 1978 da parte delle Brigate Rosse. Questo è stato un assassinio di organizzazioni terroristiche di estrema sinistra che si opponevano alle leggi dello Stato. Da ricordare anche la strage di Bologna, nella quale rimasero uccise 85 persone ad opera dei nuclei armati rivoluzionari neofascisti.

Purtroppo oggi esistono ancora altre forme di criminalità, basti pensare agli scafisti e al commercio dei migranti che sta causando decine di migliaia di vittime innocenti. Nel corso degli anni lo Stato italiano grazie ai nuovi strumenti informatici e ai collaboratori di giustizia, è riuscito a fare tanti progressi ma sicuramente ci saranno ancora tante azioni da fare e tante persone da arrestare.

L’organizzazione mafiosa ha ormai esteso la sua rete in tutto il mondo quindi sarà una battaglia lunga e difficile da perseguire, ma grazie alle nostre forze dell’ordine e quelle di tutto il mondo prima o poi saremo tutti più liberi. Una cosa è certa “chi entra in questo giro non ne esce più”.

5ªA – scuola primaria G. Garibaldi – Istituto Comprensivo “Darsena

 

La donna è stata sempre sminuita sia come persona, sia per il ruolo che ha ricoperto nella società, difatti, anche la religione cristiana dichiara che Eva era stata plasmata da una costola di Adamo. Questo ci fa capire che anche la Chiesa ha dato maggiore importanza all’”uomo”. Nelle antiche credenze la donna era considerata la reincarnazione del diavolo e l’uomo, invece, raffigurava l’angelo. Sin dalla preistoria la donna era una nullità, poteva solo raccogliere la frutta, mentre l’uomo doveva cacciare; nella storia antica, si dedicava esclusivamente alla fami-glia, accudiva i figli, badava alla casa e poteva uscire insieme al suo uomo; solo le donne sumere e babilonesi erano le più libere. Nella civiltà egizia, era considerata pari all’uomo aveva gli stessi diritti e doveri, ma non poteva ricoprire cariche pubbliche.

Nell’antica Grecia, con Pericle, fu considerata, inferiore e assoggetta all’autorità del padre o del marito. Le era  proibito partecipare a eventi sportivi e candidarsi alle cariche pubbliche, non aveva diritto di voto e non poteva studiare. Gli etruschi sono stati i primi che hanno valorizzato la donna che non si faceva comandare dagli uomini, era libera di uscire e di andare a vedere spettacoli, balli, teatri…. A Roma, durante la monarchia, era trattava molto severamente: da giovane era sottoposta all’autorità del padre, da sposata al marito; solo in epoca repubblicana acquisì maggiori diritti.

Nella società medioevale svolgeva solo lavori domestici e nei campi. Alla fine dell’ottocento, le donne cominciarono ad avere maggiore autonomia e il 1º febbraio 1945 ottennero anche il diritto al voto.

Oggi le donne sono parte indispensabile della nostra società, svolgono lavori pari a quelli degli uomini, sono istruite, concorrono alle elezioni, difatti, per la prima volta nella nostra Nazione abbiamo una donna, Giorgia Meloni, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tuttavia, nei paesi in via di sviluppo, la donna occupa ancora un ruolo marginale nella società e nella famiglia. Ogni donna dovrebbe ritenersi fortunata nel vivere in un’epoca e in un Paese, dove questo problema è in parte superato, ma non dobbiamo dimenticare che ancora oggi ci sono troppi femminicidi e tante donne sono meno fortunate, è necessario fare di tutto per aiutarle a migliorare la loro condizione affinché possano, un giorno, vivere in una condizione migliore.

5ªA – scuola primaria G. Garibaldi – Istituto Comprensivo Darsena

Votazioni CHIUSE
Voti: 43

Pagina in concorso