ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria I grado San Domenico di Cesena (FC) - 1F

La siccità del Po e le conseguenze sul Savio

Una situazione allarmante che coinvolge tutte le realtà territoriali e crea difficoltà all’agricoltura, all’industria e al consumo domestico

Il fiume Savio, che nasce sulle colline della Toscana e scorre per circa 126 km attraversando le province di Forlì-Cesena e Ravenna, è uno dei principali affluenti del Po. Quest’anno la situazione di siccità che sta colpendo il territorio ha fatto sì che il fiume Savio abbia registrato una diminuzione della portata idrica del 30% rispetto alla media degli ultimi anni. Come si vede al tumultuare dei flutti sotto le arcate del Ponte Vecchio di Cesena, nei primi mesi dell’anno si è sostituito un piccolo rigagnolo e al posto del grande bacino di raccolta sotto la cascatella nient’altro che una pozza d’acqua stagnante che lascia vedere il fondo e le strutture lignee delle fondamenta del ponte.

Le conseguenze di questo fenomeno sono molteplici e riguardano sia gli aspetti ambientali che quelli economici. In primo luogo, il calo della portata idrica del fiume Savio sta causando una riduzione della disponibilità di acqua per le attività umane, tra cui l’agricoltura, l’industria e il consumo domestico. In particolare, molte aziende agricole della zona stanno avendo difficoltà a irrigare i loro campi, con conseguenze negative sulla produzione. In Emilia Romagna, il Savio gode di migliore salute grazie ad apporti pluviometrici ben più consistenti rispetto al resto del bacino, ma la situazione rimane critica e preoccupante. Negli ultimi anni, si è assistito ad un aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi in diverse parti del mondo, tra cui anche in Italia.

Uno dei fiumi più importanti del nostro paese, il Po, è stato recentemente oggetto di una crescente preoccupazione a causa del progressivo prosciugamento delle sue acque. Il Po è il fiume più lungo d’Italia, con una lunghezza di circa 652 chilometri, e attraversa diverse regioni del nostro paese, tra cui Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Il fiume è di fondamentale importanza per l’agricoltura e l’economia della regione, poiché fornisce acqua per l’irrigazione dei campi e per il trasporto delle merci. La siccità che sta colpendo il fiume Po e i suoi affluenti sta avendo gravi conseguenze sull’intero ecosistema fluviale della regione Emilia Romagna.

Classe I F scuola San Domenico

 

Negli ultimi anni, si è assistito ad un aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi in diverse parti del mondo, tra cui anche in Italia. Nel nord Italia è allarme siccità per il bacino del Po, dove a febbraio si registrava un deficit di pioggia del 92%. Al 23 marzo l’acqua del fiume più grande d’Italia era inferiore a quella che si registra solitamente ad agosto ed era ai livelli più bassi dal 1972. La siccità inizialmente aveva colpito l’area ad ovest del bacino del fiume e ora si sta estendendo anche ad est incidendo progressivamente su tutte le aree lungo il corso d’acqua.

 

Cosa ci rimane da fare per limitare il consumo di acqua? Per far fronte a questa situazione di criticità le autorità locali stanno adottando una serie di misure per ridurre il consumo di acqua e preservare le risorse idriche disponibili. Alcuni consigli per limitare l’uso di acqua in attesa che si mettano in campo provvedimenti più sostanziali utili per favorire il ciclo naturale dell’acqua, come la tutela e il ripristino delle foreste, si possono mettere in campo ogni giorno.

Un valido sistema per risparmiare acqua è quello di controllare l’umidità del suolo prima e dopo l’annaffiatura. È utile anche non annaffiare tutte le piante nello stesso modo. Ci sono infatti ortaggi che hanno più bisogno di acqua e altri molto ’bravi’ a cavarsela senza irrigazione.

Un altro sistema per risparmiare acqua è quello di aumentare la materia organica nell’orto. La materia organica fa diventare la terra una spugna per l’acqua e permette così di ottimizzare la pioggia scarsa, le irrigazioni e anche la condensa notturna. Si può poi controllare che la pacciamatura sia sufficiente. La pacciamatura è la copertura del suolo, ed è la strategia numero uno del risparmio idrico perché protegge dall’eccesso di caldo che può arrivare a danneggiare le radici.

Bisognerebbe anche prendere l’abitudine di stendere dei teli ombreggianti sulle piante. Le piante, come noi, usano la traspirazione per mantenere nei tessuti una temperatura compatibile con i processi vitali, possiamo dire che anche loro ’sudano’. Per innaffiare è bene poi usare un contenitore per avere acqua a temperatura ambiente.

Classe I F della scuola San Domenico

Votazioni CHIUSE
Voti: 0

Pagina in concorso