ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

Scuola Secondaria di I grado San Martino in Strada di Forlì (FC) - 3B

Scuola, ecco come funziona all’estero

I ragazzi si sono interrogati sulle differenze culturali, ma anche di metodo e orari, dei diversi sistemi di istruzione nel mondo

Vi siete mai chiesti se la scuola all’estero sia differente da quella italiana? Nella nostra eterogenea classe ci sono diversi compagni originari di altri paesi: interessati ad essi, ci siamo documentati facendo interviste e cercando informazioni su quanto siano diverse le loro scuole di provenienza rispetto alla nostra. In particolare ci siamo soffermati sui paesi dell’Europa dell’est (Ucraina, Macedonia, Albania), quelli oltreoceano (Usa) ma anche Svizzera, Marocco e Indonesia. In questo articolo illustreremo le maggiori curiosità emerse dalle nostre indagini.

Cina e Indonesia hanno caratteri simili alla scuola italiana come l’obbligo scolastico oppure le detestate prove Invalsi. Alcune differenze: in Indonesia si usano uniformi (seragam) anche alle superiori. In Cina le cose si fanno interessanti: ci sono i dormitori ! Nelle scuole di Albania, Ucraina, Stati Uniti per esempio, vengono proposte a scuola attività pomeridiane sportive, di tipo ludico, letterale o corsi di lingue. Queste possibilità danno l’occasione di rafforzare i rapporti e di creare un vero e proprio contesto da poter chiamare ’casa’. Anche a noi, che siamo in Italia, piacerebbe avere delle possibilità simili a queste. I nostri genitori non si preoccuperebbero perché sanno che siamo a ’shkolla’ e molti nostri coetanei non creerebbero disagi andando a zonzo o imbrattando panchine! Abbiamo notato anche delle analogie fra la scuola in Marocco e quella italiana. L’obbligo arriva sempre fino a 16 anni, la scuola più importante e che offre più possibilità di avviamento al lavoro per entrambe è l’istituto tecnico. Invece la più grande differenza è nella durata dei vari livelli di scuole: in Marocco ci sono 5 anni di elementari, 4 di medie e 3 di superiori mentre nello stivale abbiamo 5 anni di primaria, 3 di medie e 5 di superiori (da cui usciamo diciannovenni).

Quindi c’è per noi una discrepanza sul fatto che in Italia l’obbligo termini a 16 anni ma la scuola continui.

In Svizzera gli alunni hanno la possibilità di godersi le ’ferien’ al meglio, con l’assenza di compiti durante i periodi di svago durante l’anno scolastico, che è diviso in cicli intervallati da vacanze. Ogni cantone ha il suo regolamento. Nel Vallese ad esempio la scuola inizia a metà agosto e finisce il 30 giugno. A ottobre ci sono le ’Herbstferien’, ovvero due settimane di vacanze d’autunno. Dopo Natale, a marzo c’è una settimana chiamata ’sportferien’, di cui si approfitta per praticare attività sportiva. Infine ci sono le ’Maiferien’, le vacanze di maggio, di circa 10 giorni. Noi siamo abituati a goderci una lunga estate e diverse vacanze dettate dalle festività religiose: forse sarebbe meglio spezzare la routine didattica più spesso come i cugini d’oltralpe? Analizzando gli orari delle lezio-ni, le medie in Italia cominciano alle 8 e finiscono alle 13 o 14 con intervallo di 15 minuti; in Macedonia l’intervallo è di 30 minuti; in Argentina le lezioni terminano alle 16.30 con un intervallo di 15 ogni 45 minuti! La Legge 27 dicembre 2006 dice che l’obbligo scolastico viene innalzato a 10 anni e, in ogni caso, fino al sedicesimo anno di età. Ma tutti frequentano fino a quel traguardo? In Italia la percentuale degli abbandoni è del 13,5%, abbastanza elevata se messa a confronto con quella molto inferiore della Svizzera (5,6%). In Macedonia è soltanto del 7,1%. Cambiando continente la percentuale dell’Argentina è quasi 5 volte quella dell’Italia (59%). Purtroppo, i giovani che decidono di interrompere bruscamente gli studi, senza conseguire un valido diploma, rappresentano una perdita enorme. Sono ragazzi che perdono la possibilità (e il diritto) di formarsi e istruirsi.

Non a caso, l’Agenda 2030 (obiettivo 4) si occupa anche di abbandono scolastico, chiedendo alle Nazioni di fare di tutto per dare a ogni ragazzo le stesse opportunità di studio. Concludendo, il sistema scolastico italiano non è dei peggiori, ma essendo al 36° posto in Europa, è molto lontano dalla perfezione che presenta la Finlandia al 1°. Speriamo che il Ministro Valditara possa aiutarci a scalare la classifica!

Classe 3ª B

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