ll progetto de il Resto del Carlino per i lettori di domani

IC di Pievepelago di Pievepelago (MO) - 1A

Zuccheri buoni e cattivi: scegliamo il miele

Gli studenti hanno intervistato l’apicoltrice Monica e hanno capito che il suo lavoro è anche ecosostenibile: «Preferiamo il prodotto locale»

Il miele è una sostanza dolce prodotta dalle api, è ricco di fattori nutrizionali ad azione antibiotica perché le sue proprietà antibatteriche naturali lo rendono un valido rimedio contro tosse e mal di gola, in particolare quello di castagno. In generale, è una buona soluzione per il trattamento delle faringi. Il miele è un’ottima alternativa allo zucchero quindi può anche essere usato nei dolci o nelle bevande.

La presenza di fruttosio dona al miele una sostanza dolcificante superiore allo zucchero raffinato e costituisce anche una fonte di energia che il nostro organismo può sfruttare più a lungo: un cucchiaio di miele al giorno attiva il cervello e migliora la memoria.

La produzione del miele avviene in due fasi: la prima in cui le api prendono il nettare e il polline e lo trasformano in miele. Dopo questo processo l’apicoltore deve capire quando le api sononella situazione migliore per raccogliere il nettare dal fiore. La seconda fase prevede il trasporto dei melari in laboratorio dove l’apicoltore grazie a un coltello che usa per togliere il primo strato di cera che le api usano per chiudere le celle, i favi vengono messi in un macchinario di nome smielatrice dove vienecentrifugato creando il miele, viene filtrato per togliere tutte le impurità e poi viene messo in barattoli di acciaio per la decantatura, per far sì che le bollicine d’aria si separino dal miele.

Ogni tipo di miele è composto da sostanze diverse. «Il miele racconta di un territorio», dice la nostra apicoltrice Monica. Èimportante usare il miele del territorio. Le api raccolgono il miele dai fiori dei pascoli, il nettare degli alberi da frutto presenti nei nostri boschi. Assaggiando il Millefiori si possono assaporare le varie fioriture che si susseguono durante la stagione primaverile-estiva sul nostro Appennino. Tutti i mieli a livello ar-tigianale sono da preferire a quelli industriali. La sostenibilità del prodotto nasce proprio da questo. Minore utilizzo di automezzi per il trasporto e maggiore impulso all’economia del territorio, che risente molto del clima freddo. La produzione del miele non toglie nulla al territorio, ma anzi arricchisce l’ecosistema attraverso l’impollinazione, che scientificamente parlando, contribuisce alla produzione di frutti più saporiti e grandi.

«L’apicoltore è un pastore delle api – continua Monica – le api infatti non sono addomesticate, ma allo stato selvatico. L’apicoltore le gestisce e cerca di farle stare in salute, ma non cambiano la loro natura». L’apicoltura produce pochissimi scarti: le arnie, che vengono adoperate per un lungo tempo perché possono essere riparate, e infine vengono smaltite regolarmente, essendo fatte di legno. La cera, che ogni tanto è sostituita, viene rilavorata per essere rimpiegata nella gestione degli alveari. Questo fa dell’apicoltura un’attività estremamente sostenibile. Dopo aver sentito i risultati degli studi scientifici e dopo aver ascoltato l’esperienza di Monica, apicoltrice dell’Appennino, abbiamo capito che è meglio assumere zuccheri come il miele, che sono naturali rispetto a quelli presenti nei dolciumi o zuccheri artificiali sia per la salute e la cura dei denti, sia per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente.

Classe 1ª A di Pievepelago Amidei Francesco Benassi Ambra Bernardi Emma Biondini Andrea Borresi Nicolò Franchini Anna Giannotti Michela Lami Jacopo Lori Gaia Mihai Laurentiu Nieri Gabriele Pighetti Anna Salihu Elma Samakova Erionit Sereafini Matteo Shaini Vlera Stircu Antonio Zanotti Anna Zouhair Taha Prof.ssa Ilenia Rizzo

 

Nel corso degli ultimi anni, numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l’uso eccessivo di sostanze zuccherate ha portato ad un peggioramento della salute orale, soprattutto nei giovani.

Infatti, oltre ad assumere inconsapevolmente zuccheri dai cibi che mangiamo ogni giorno, come frutta fresca, frutta secca e succhi, ne ingeriamo altri contenuti nei cibi più buoni, come dolciumi, bibite e caramelle. Che fine fanno questi zuccheri? Cosa comportano per il nostro organismo? Negli ultimi anni, nella comunità scientifica e nel mondo, si è parlato tanto dei problemi che provocano gli zuccheri. Alcuni gravi come il diabete (che consiste nell’aumento della glicemia, cioè degli zuccheri, nel sangue) che possono portare ad un peggioramento delle condizioni di vita fino alla morte.

Altri meno gravi, ma non per questo da sottovalutare: quelli legati all’igiene orale.

Le principali conseguenze dell’azione degli zuccheri alla bocca sono: le carie, la produzione di batteri, l’infiammazione delle gengive e la caduta dei denti, questi sintomi si manifestano soprattutto nei giovani e nei bambini. Ogni anno vengono consumati in media 27 chili di zucchero a persona.

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